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Mandatoriccio (Cosenza) - Il Credo: Professione della nostra fede!


di DON MICHELE ROMANO - Il Testo del nostro Credo, è molto antico. Ne esistono due versioni: 1- Il cosiddetto "Credo Niceno" (325) (scritto oltre 1500 anni fa, in una città della Turchia, chiamata appunto, Nicene, da una grande Assemblea di Vescovi, denominata "Concilio") arricchito dalle affermazioni Cristologiche, e poi completato nel "Concilio di Costantinopoli" (381), con le affermazioni Pneumatologiche (sullo Spirito Santo);
2 - il Credo Apostolico, più corto e scritto al tempo in cui vissero gli Apostoli, e racchiude l'intero Kèrigma, quale nucleo centrale della Fede Cristiana.
È definito anche "Simbolo", dal greco "Sùmbolon", che simboleggiava, appunto, un contrassegno, il ricongiungimento di un oggetto spezzato, a garantire l'identità di chi lo portava, o tessera di riconoscimento e di comunione, tra i fedeli cristiani. Ecco perché dire "Io Credo", è una cosa seria. Il "Simbolo" della nostra Fede, è innanzitutto, il "Simbolo Battesimale", che ci è stato dato: "Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28, 19). C'è, tuttavia, da evidenziare un dato importante: nella Chiesa cattolica la Preghiera del "Credo", viene proclamata con l'aggiunta del: "Procede dal Padre e dal Figlio", conosciuta come la questione del "Filiòque", ovvero quella disputa, che determinerà, poi, lo Scisma con la Chiesa d'Oriente (1054), mentre da loro viene mantenuta la formula antica: "Procede dal Padre". Per noi Cristiani, l'intero contenuto del Credo "Niceno-Costantinopolitano", è espressione dell'unica Fede, comune a tutto il Cristianesimo e contiene le Verità fondamentali della nostra Fede, racchiusa nei 4 capitoli essenziali, dell'insegnamento dogmatico: 1) Sezione Dogmatica, che a sua volta si divide in tre parti: teologica, cristologica, pneumatologica, dove si parla delle tre Persone della Santissima Trinità  e della figura di Gesù, presentata nella sua dimensione: Divina, preesistente e storica;
2) Sezione Ecclesiologica, che riguarda la Chiesa nella sua dimensione di Unicità, Cattolicità e Apostolicità;
3) Sezione Confessionale, che tratta la Professione del Battesimo, che porta alla conversione e alla sequela di Cristo; 4) Sezione Escatologica, che riguarda gli eventi ultimi in cui l'intera Umanità, e la sua Storia, saranno coinvolti: la Risurrezione dei morti e l'instaurazione definitiva della vita Divina, in mezzo agli uomini.
Ora, prima di procedere all'approfondimento e commento, frase per frase, dell'intero "Credo", mi sembra quantomeno opportuno, fare una premessa. Prima di proclamare il "Credo", chiediamoci: "Ma, io Credo?" Perché solo dalla risposta a questa fondamentale domanda, trae senso il nostro impegno quotidiano, di professare pubblicamente la nostra fede.
Ebbene, questo verbo "Credo", nel "Simbolo", ricorre 4 volte: tre volte, è seguito dalla preposizione "In", riguardante la Santissima Trinità, e solo per una volta, da nessuna preposizione. Con l'espressione "Credo in", si intende esprimere un atteggiamento di fiducia, di incontro, e di abbandono a Dio, e si professa la Fede in un solo Dio. Tuttavia, l'espressione "Credo in Dio", va ben oltre il ritenere "vero", che Dio esiste: questo lo sanno anche i demòni (Gc 2, 19). Essi, però, non credono in Dio, cioè, non si affidano alla sua Provvidenza, non lo amano, non gli ubbidiscono, e possibilmente lo evitano. Per quanto riguarda invece la quarta occorrenza della parola Credo: "Credo la Chiesa", è ben diversa. Non diciamo "Credo nella Chiesa", perché non affidiamo la nostra vita agli "uomini", che formano la Chiesa (aspetto "meretrix"), ma diciamo "Credo la Chiesa", per affermare che sappiamo che la Chiesa è opera di Dio (aspetto "Casta"), e quindi Gliene siamo riconoscenti, e ci onoriamo di farne parte. Affidiamo, pertanto, la nostra vita all''Unico Dio, l'Unico capace di accoglierci e di amarci per l'eternità.
Segue...! A tutti, una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 28/09/2023

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