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Cariati (Cosenza) - Continua la stagione teatrale: il 22 marzo “Pitagora e la Magna grecia”


Continua con successo la seconda stagione teatrale cariatese. Il prossimo appuntamento, col il teatro, che prosegue con successo le sue rappresentazioni, è per martedí 22 alle ore 21 con “Pitagora e la Magna Grecia”, uno spettacolo – sottolinea una nota dell’Amministrazione comunale di Cariati - legato al mondo classico con testo e regia di Mario Moretti. Sullo sfondo: le analisi e le congetture sulla presenza di Pitagora nella Grecia del VI secolo a.C. sono tali e tante da convalidare la tesi della “questione pitagorica” non meno significativa della “questione socratica”. In una versione moderna del classico romanzo, impostata come una commedia per famiglie, Jack Black è Lemuel Gulliver, un addetto alla posta di un quotidiano di New York. Dopo che Gulliver ottiene con l'inganno l'incarico di scrivere un pezzo sul triangolo delle Bermuda, si reca sul posto, dove viene trasportato in una terra sconosciuta, Lilliput. In questo fantastico nuovo mondo, Gulliver diventa finalmente una personalità importante, aumentando sia in dimensioni che in ego, soprattutto dopo che inizia a descrivere racconti mirabolanti, prendendosi il merito delle maggiori invenzioni del suo mondo e collocandosi al centro degli eventi storici più rilevanti.   Con Domenico Pantano che vestirà i panni dell’illustre matematico e filosofo ci saranno altri grandi interpreti del teatro, come Saverio Vallone che sarà Liside di Locri e Grazia Schiavo Teano, la moglie di Pitagora e Marcello Perracchio.   “La figura di Pitagora emerge dal passato con la prepotenza del mito nel nostro mondo, un mondo che non ha mai fatto a meno di santi e di eroi come di profeti veri e di profeti falsi, di guru e di cialtroni truccati da guide spirituali. Le analisi e le congetture sulla presenza di Pitagora nella Grecia del VI secolo a.C. sono tali e tante da convalidare la tesi della “questione pitagorica”, non meno significativa della “questione socratica”. Come Socrate, Pitagora non ha lasciato testimonianze scritte del suo pensiero e tanto meno frammenti autobiografici. Come quella di Socrate la sua fine è stata traumatica, ma, con una sola differenza e cioè che ha avuto biografi contemporanei accreditati, quelli di Pitagora sono vissuti dieci secoli dopo di lui: in particolare i più attendibili, da Diogene Laerzio ai neo-platonici Porfirio di Tiro e Giamblico di Calcide.

di Redazione | 12/03/2011

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