di DON MICHELE ROMANO - Oggi la Chiesa, ci invita a festeggiare Santo Stefano, il primo Martire ("Testimone") della Fede in Cristo. Sembrerebbe adattarsi poco, al fascino del Santo Natale, una scena Liturgica che vede il Martirio di un discepolo del Signore, proprio il giorno, dopo la meravigliosa esperienza della sua Nascita. Ma così non è, perché tutto si comprende nella Luce dell'Incarnazione del Figlio di Dio: Come Gesù è venuto sulla terra, per versare il suo sangue per noi, così Stefano (quasi a voler "ricambiare!"), fu il primo a versare il suo sangue per Gesù, e a salire in cielo. Gesù, nel Vangelo di oggi (Mt 10, 17- 22) lo aveva preannunciato: "Vi consegneranno ai loro Tribunali..., sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia" (vv 17.18), Ma Stefano, nella sua esemplare testimonianza, si è avvalso della forza dello Spirito Santo: "È lo Spirito del Padre vostro che parla in voi" (v 19). Infatti, condotto in Tribunale, così come leggiamo negli "Atti degli Apostoli", Stefano, terrà una vera e propria "Lectio Magistralis", ripercorrendo le varie tappe della Storia della Salvezza, dall'Antico Testamento, dimostrando che tutto converge nel Nuovo, nella persona di Gesù. In Lui, dirà Stefano, "suscitando l'ira furibonda dei suoi avversari"(v 54), viene a compiersi tutto ciò che è stato annunciato dai Profeti, e insegnato dai Patriarchi. Nel racconto del suo Martirio, Stefano ha potuto sperimentare un parallelo perfetto con la vita di Gesù. Infatti, morì proprio come Gesù, perdonando e pregando per i suoi uccisori: "Signore, non imputare loro questo peccato" (v 60), ripetendo, in tal modo, le stesse parole del Maestro: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno" (Lc 23, 34). Questa fedeltà a Gesù, fa di Stefano, la vera "icona" di ogni Cristiano, che vuole seguire il suo Maestro, con perseveranza!
In lui, e in tutti noi, che vogliamo seguirne l'esempio di vita: Luce e Croce, gioia e dolore, si uniscono, cercando la vera e santa volontà di Dio. Gesù, infatti, non ci propone "favolette", o un cammino tutto "rose e fiori", ma ad essere "prudenti come i serpenti e semplici come le colombe" (v 16), perché la fragilità umana, e anche il "Male", può annidarsi nella nostra vita, conducendoci su strade fasulle e distruttive. Solo "con la perseveranza, salverete le vostre anime" (Lc 21, 19), ci dice Gesù, ed il suo Messaggio, sappiamo essere scomodo (e ci "scomoda"), perché è una vera e propria sfida al nostro perbenismo, ed alla nostra superficialità. In definitiva, provoca le nostre coscienze, ci invita alla conversione, e a cambiare mentalità. Ecco, Stefano è rimasto "ancorato" a questa radicalità, del messaggio di Gesù, fino alla morte: "Signore Gesù, accogli il mio spirito" (At 7, 59). "In tanti - commenta ironicamente P. Curtaz- il giorno di santo Stefano, lo passano a "digerire", proprio come i Pitoni, il pranzo ipercalorico del giorno precedente, e piuttosto storditi, nemmeno fanno caso a questa stridente contraddizione! Ecco perché, saggiamente, la Chiesa, ha voluto ricordarci, in questa sequenza Liturgica, che è "pieno di sangue", il Natale che il mondo, ha riempito di tanto zucchero e melassa; "La luce è venuta, ma i suoi non l'hanno accolta!" La vita cristiana, è una "corsa", è una "battaglia", ci dice San Paolo (2Tm 4, 7), e Stefano con la sua vita, ce lo ricorda! Tuttavia, sappiamo bene, che è dal dolore che nasce sempre la gioia, proprio ciò che è successo nel Martirio di Stefano: un "filo rosso", lega la sua morte violenta, ad opera di un giovane fariseo, chiamato Saulo. Ma sarà proprio quella morte, che darà vita nuova, al futuro San Paolo! È come se Stefano, avesse passato a lui il "Testimone", mentre reggeva il mantello, "deposto ai suoi piedi" (At 7, 58). Queste ricorrenze, che seguono il Natale: Oggi la Lapidazione di Santo Stefano, Proto-Martire, e domani la Strage dei Santi (bambini) Innocenti, diventano metàfora evidente, della sorte che toccherà al Figlio di Dio. Ci parlano del prezzo del nostro riscatto, e dell'incessante "duello": tra Bene e Male! Ci consola sapere, tuttavia, che il Sangue dei Martiri, da Stefano ai nostri giorni, è stato sempre il "Seme", che ha fecondato la Chiesa di nuovi figli, rendendola sempre più: Sposa degna del Martire Divino! Auguri, pertanto, a tutti di cuore, perché, come Stefano, anche noi possiamo essere "testimoni" perseveranti e credibili, della fede in Cristo Gesù, nostro Signore! Amèn.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 26/12/2024
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