di LETIZIA GUAGLIARDI - È dal 1999 che ogni anno, il 16 aprile, si celebra la Giornata Mondiale della voce. L’intento è di informare sui diversi aspetti del più importante strumento che abbiamo per comunicare e di prendercene cura.
Il più importante e anche il più potente, visto che su questo già Ulisse era stato avvisato dalla maga Circe. Le sirene erano molto belle e con il loro irresistibile canto attiravano gli uomini che attraversano le loro acque, poi li divoravano e riempivano la loro scogliera con cumuli di ossa. La maga consigliò all’eroe e alla sua ciurma di turarsi le orecchie con della cera ammorbidita, così non si lasciavano ammaliare dal loro canto. Ma Ulisse era molto curioso e voleva ascoltare la voce delle sirene, quindi tappò le orecchie solo ai compagni e da questi si fa legare all’albero della nave. In questo caso la voce fu usata per circuire.
La voce è il primo contatto che un bambino ha con sua madre dall’interno della pancia, un contatto sonoro che è in grado di riconoscere appena nasce. Inoltre, la voce può salvarci da una situazione di pericolo se gridiamo aiuto e può farci rintracciare qualcuno che si è perso.
Le nostre parole hanno una voce e siamo noi a decidere quale: dipende dal tono che usiamo. Ogni parola può essere trasmessa con un diverso tono e con un preciso significato, con tante sfumature, pause e ritmi. E così possiamo invogliare all’ascolto, ispirare, mostrare empatia, incoraggiare, entusiasmare, divertire, essere credibili, ironici, sarcastici, possiamo aggredire, annoiare, irritare, emozionare, far vedere e immaginare. In pratica, con la voce comunichiamo il nostro messaggio, con il tono di voce confezioniamo quello che vogliamo dire.
È proprio il tono di voce uno degli elementi che più influenza l’efficacia della comunicazione: il timbro, l’intensità del suono, la velocità della dizione, la chiarezza, la proiezione, per esempio, danno un senso al messaggio che trasmettiamo. E questo lo sanno bene i politici: il carisma si misura soprattutto dal tono della voce, perché noi identifichiamo ogni persona da questo e a seconda di come viene usato, il messaggio che ci arriva può infonderci sicurezza, profondità, prudenza, fascino o, addirittura, repulsione.
Anche chi educa, forma e cura e chiunque utilizza la voce per veicolare informazioni, esortazioni, rassicurazioni, sentimenti ne conosce le potenzialità: insegnanti, dottori, logopedisti, speaker radiofonici, doppiatori, ecc.
La voce serve per farci conoscere, per far sentire la nostra opinione (se è costruttiva), per dire cose gentili, per ringraziare e per stabilire delle buone relazioni sociali. Se impariamo a usare bene il tono di voce, questo influenza le nostre giornate perché sottolinea la nostra affidabilità e la nostra efficacia. E questo a volte fa la differenza, anche nel lavoro. Nel laboratorio di scrittura creativa “Io scrivo con letizia” con i mei piccoli scrittori di 10 anni stiamo esaminando Pippi Calzelunghe (QUI). Ecco ciò che lei dice a proposito della voce:
“È pericoloso, sapete, starsene zitti troppo a lungo: la lingua si secca se non la si adopera. Ho conosciuto una volta un fabbricante di stufe, a Calcutta, che non faceva altro che starsene zitto. E finì come doveva finire: un giorno mi doveva dire: ‘addio, cara Pippi, buon viaggio e grazie per il bel periodo trascorso insieme! ’ e sapete cosa successe? Prima torse la faccia in smorfie atroci, perché i cardini della bocca gli si erano talmente arrugginiti, che fu costretto a ungerli con un po’ di olio da macchina; poi quanto riuscì a dire fu ‘U bui uie mui!’ Gli scrutai allora ben bene in bocca e vidi, figuratevi, una lingua ormai ridotta a una fogliolina appassita!…”
La voce ha bisogno delle nostre cure: evitiamo il fumo, anche quello passivo e di parlare negli ambienti chiusi e rumorosi; lavoriamo in ambienti umidificati e riduciamo l’uso dei condizionatori; non beviamo troppi caffè e manteniamo una dieta sana e la giusta idratazione.
Ed ecco due versetti biblici che mi piacciono molto e che riguardano proprio l’importanza della voce come strumento di comunicazione, questa volta con Dio:
Al mattino ascolta la mia voce;
fin dal mattino t’invoco e sto in attesa. (Salmo 5:4)
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera. (Salmo 130: 1-2)
Ciò che diciamo e come lo diciamo: questo ci rende unici e distinguibili. La nostra voce non è soltanto l’insieme dei suoni che vengono prodotti a livello della laringe, ecc. È la nostra identità, rappresenta la nostra personalità, i nostri valori, le nostre emozioni. È una sinfonia, magica e stupefacente. Abbiamone cura.
di Rubrica autogestita da Letizia Guagliardi | 17/04/2024
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