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Mandatoriccio (Cosenza) - Signore, dacci il tuo zelo!


di DON MICHELE ROMANO - Il Vangelo di questa III Domenica di Quaresima (Gv 2, 13-25), ci presenta Gesù che, spinto dall'Amore per il Padre suo, scaccia con forza e sdegno i tanti venditori dal Tempio. Da questo comprendiamo come per Lui, il Tempio, sia il luogo privilegiato dell'incontro con Dio, la Dimora del Padre suo, casa di Preghiera, e non certo, un luogo di mercato.
È vicina la Pasqua, e parlando della sua morte, dirà: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere" (v 19). L'Evangelista precisa, che Egli parlava del tempio del suo corpo. Questo ci fa comprendere, tutto lo sdegno che ha animato il Signore, nel vedere profanato quel luogo, nel vederlo trasformato in una speronca di ladri. Anni or sono, in rispetto a tutto questo, sono stati scritti tanti testi (oggi, purtroppo, spesso disattesi, o caduti in disuso), che dettavano le norme di come comportarsi nell'entrare e nello stare in Chiesa. Ma l'episodio di oggi, ci offre anche un'opportuna occasione, per esaminarci sulle tante "questue" e raccolte di denaro che, ahimè, si ostentano nelle nostre Chiese. Oggi, Gesù, per la prima volta chiama Dio: "Il Padre mio" (v 16b), e parla del Tempio, come della casa del Padre suo. Con la sua azione "purificatrice", seguita al rimprovero: "Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato" (v 16), si colloca nella grande Tradizione Vetero- Testamentaria, e tutto va letto alla luce dei Testi Profetici: "Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e presto entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate" (Ml 3, 1); "In quel giorno non vi sarà più nessun mercante nel tempio del Signore degli eserciti" (Zc 14, 21); "Io non gradisco le vostre offerte e le vittime grasse come purificazione io non le guardo" (Am 5, 22); "Non parlai né diedi ordini sull'olocausto e sul sacrificio ai vostri padri, quando li feci uscire dalla terra d'Egitto, ma ordinai loro: "Ascoltate la mia voce e io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo" (Ger 7, 23). Da questo comprendiamo come Dio, non basta onorarlo con offerte di bestiame e di denaro! Il Padre vuole, da ognuno di noi, un vero culto spirituale e interiore, da vivere nell'Amore. In definitiva, Dio vuole essere Adorato "in spirito e verità" (Gv 4, 23). Alla richiesta di un "segno", a giustifica di quanto stava facendo: "Quale segno ci mostri per fare tutte queste cose?" (v 18), Gesù risponde, promettendo il più grande dei "Segni": la sua Risurrezione: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere" (v 19).
E l'Evangelista, constatata la loro "ignoranza", precisa che "Egli parlava del tempio del suo corpo" (v 21). "Ignoranza", che caratterizzava gli stessi Apostoli, sul significato profondo di questo episodio! infatti, solo dopo la Risurrezione di Gesù, furono illuminato dallo Spirito Santo su tutto ciò che Gesù aveva detto loro, "e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù" (v 22). La stessa Folla, manifesta una fede ancora "imperfetta", perché basata sui segni..., infatti considerano Gesù un taumaturgo e un maestro, venuto da Dio, ma non l'unico Figlio di Dio. Purtroppo questo, non è sufficiente, tant'è  che Gesù più avanti, dirà: "Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?" (Gv 3, 12). Infatti, Giovanni ci informa, che Gesù, aveva compiuto molti segni a Gerusalemme: "Molti vedendo i segni che egli compiva..." (v 23a), ma non ne descrive nemmeno uno, perché: "Non si fidava di loro...! Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo" (v 25). Pertanto, Carissimi, a conclusione di questa breve Riflessione, con grande Fede, chiediamo anche noi al
Signore che: come è andato a pulire e purificare il Tempio di Gerusalemme, venga anche oggi, a "ripulire" la nostra Anima (che sappiamo essere "Tempio dello Spirito Santo"), e ci faccia prendere coscienza e consapevolezza delle nostre colpe, donandoci la forza (ed un po' del suo "Zelo"), per cacciare dalla nostra vita, tutto ciò che ci allontana da Lui: l'orgoglio, il denaro, il protagonismo, l'invidia, e le tante "maschere" di egoismo, dietro le quali spesso ci nascondiamo, ma che inesorabilmente, filtrano nel nostro interiore, deteriorandolo! Ascoltiamo, pertanto, la "Voce del Signore", che in questo "Tempo Forte" di Quaresima, continua a ripeterci con insistenza: "Quello che dico a voi, lo dico a tutti: "Vegliate" (Mc 13, 37). Auguro a tutti, una serena e Santa Domenica.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 03/03/2024

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