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Mandatoriccio (Cosenza) - Le virtù cardinali: 4 - La temperanza


di DON MICHELE ROMANO - La Virtù della Temperanza, si trova al quarto posto nella classificazione delle Virtù Cardinali, ultima, non per ordine di importanza, ma perché a differenza delle altre Virtù, che riguardano il bene comune, essa va a toccare la dimensione intima dell'essere umano. Proprio per questo, è indispensabile, per un agire virtuoso, che caratterizza la rettitudine di una persona: Mentre la "Prudenza", guarda alla realtà concreta di tutti gli esseri; La "Giustizia", regola i rapporti con gli altri; con la Fortezza, l'uomo, dimentico di sé stesso, sacrifica beni e vita, la "Temperanza", invece, è ordinata all'uomo stesso, capace di plasmarlo interiormente, consentendogli di esprimere tutte le sue potenzialità. Questa Virtù, molto apprezzata nel Mondo Antico (soprattutto nelle Correnti Filosofiche), è  un termine greco: "Enkratèia", dove la radice: "Krat" (= Potere, dominio, governo), unita a "En"(= Sè stessi), sta ad indicare la capacità di "governare sé stessi", punto d'arrivo di conoscenza e di dominio di sé! L'Intemperanza, al contrario, è mancanza di Prudenza, incapacità di ponderare con cura il da farsi, senza precipitazione; chi difetta nella Temperanza, è ancora un bambino, incapace di ascoltare la ragione, e di dominarsi. Nella Bibbia, il termine appare raramente, lo si trova nei Libri Sapienziali, come potere di mettere un freno alle dissolutezze, specialmente sessuali: "Non seguire le passioni, poni un freno ai tuoi desideri..." (Sir 18, 30). Nel Nuovo Testamento, il termine "Enkratèia", è del tutto assente nei Vangeli, compare in San Paolo, con i termini similari di "moderazione" o "sobrietà": "Noi dobbiamo vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo" (Tm 2, 12); "Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io, ma se non sanno dominarsi, si sposino" (1Cor 7, 8); "Ogni atleta è disciplinato in tutto: essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre" (1Cor 9, 25-27). Ed ancora, San Paolo, raccomanda la Temperanza, in contrapposizione alla sfrenatezza delle opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, invidia, ecc. (Gal 5, 17), specificando che: "Il frutto dello Spirito, invece, è: amore gioia, pace..., mitezza, dominio di sé" (Gal 5, 22). Da tutto questo si evince, come nel Nuovo Testamento, questo termine "Temperanza", rispetto alla Filosofia Greca, che privilegia solo il mero "dominio di sé", per l'uomo biblico, invece, è l'accoglienza della Volontà salvifica di Dio, il vero "governo di se stessi", quale vera disciplina dell'Anima, che rende l'uomo libero dalle passioni e dai desideri sfrenati, per renderlo capace di conseguire il bene. Anche San Pietro, ci dice nella sua seconda Lettera: "Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la Carità" (2Pt 1, 5-7). La Parola di Dio, dunque, tanto nel Primo, quanto nel Secondo Testamento, ci esorta alla Temperanza, e ne sottolinea il valore, per una esistenza che possa piacere a Dio e operare il bene fra gli uomini. Lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica, definisce la Temperanza, come: "La virtù morale, che modera l'attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati". Per questo la Temperanza, può considerarsi il tratto, che lega le altre Virtù Cardinali, perché senza la misura della moderazione: La Prudenza, diventa timore; La Giustizia, sopruso; La Fortezza, violenza. Possiamo, dunque, affermare che: La Temperanza, è la Virtù che ci fa relazionare in modo giusto: con noi stessi, con gli altri, e con le cose! Innanzitutto con noi stessi: ci aiuta a star lontano dagli eccessi: a partire dal nostro egoismo, che ci porta sempre a mettere il nostro io, al centro di tutto. Certo non è semplice, occorre chiedere l'aiuto della Grazia di Dio, che ci "educhi" alla Temperanza, evitando così, ogni eccesso. Occorre, pertanto: l'educazione al silenzio, all'uso equilibrato della parola, evitando ogni compiacimento nello sparlare degli altri o nell'esaltare se stessi. La Temperanza, poi, va vissuta con impegno nei rapporti con gli altri: Essa si esprime anzitutto nel rispetto, che dobbiamo ad ogni persona umana, valorizzandone la Dignità e i Doni, in spirito di sincera accoglienza, fatto di disponibilità all'ascolto, e all'accompagnamento nel loro cammino. Educarsi anche, e questo vale in modo particolare per le nuove generazioni, ad un uso misurato dei "Social" e delle "Chat", evitando rischi di dipendenza, caduta dei freni inibitori, e ogni possibile confusione tra virtuale e reale. Infine, in rapporto alle cose: la Temperanza si esprime nella capacità di vivere un giusto distacco dai beni di questa terra, anzi condividendoli con chi ha più bisogno di noi. Ringraziamo, allora, il Signore per tutto, ci basti il necessario, perché possiamo crescere secondo le esigenze più autentiche dell'Amore di Dio e del prossimo! Ringrazio anche di cuore, voi tutti, che avete condiviso e seguito, queste (spero) utili e preziose riflessioni, sulle Virtù Cardinali, e che il Signore possa Benedirci, per vivere sempre nella sua Santa Volontà. A tutti, auguro, una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 31/01/2024

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