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Mandatoriccio (Cosenza) - Il giorno della memoria


di DON MICHELE ROMANO - Ormai da molti anni, il 27 Gennaio, abbiamo a che fare con la parola *"Shoàh"*, che indica lo sterminio del popolo Ebraico, durante la Seconda Guerra Mondiale, dove circa sei milioni di Ebrei, vennero sistematicamente uccisi dai Nazisti, fra il 1939 e il 1945, seguendo le follie razziste di Adolf Hitler e dei suoi complici, tra i quali, purtroppo, anche il fascismo italiano. Shoàh, è una parola ebraica, che significa "Catastrofe improvvisa e
inattesa", come preannunciava il Profeta Isaia: "Ti verrà addosso una sciagura che non saprai scongiurare, ti cadrà come una calamità che non potrai evitare. Su di te piomperà improvvisa una catastrofe che non avrai previsto" (Is 47, 11). Ma bisogna pur dire che la
"Shoàh", non è stata, poi, così improvvisa ed inattesa, anzi, è stata lungamente annunciata e proclamata dai Nazisti, con il chiaro intento di "purificare il mondo", dagli Ebrei e da tutti gli oppositori politici, considerati "Razza inferiore", rispetto alla razza Ariana dei Tedeschi. Oggi, da ogni parte, se ne fa un gran parlare, e lo facciamo tutti, e ad ogni livello: Social, TV, Radio, Giornali, Internet, ecc., ma è semplicemente "scandaloso", constatare che questa *"Giornata della Memoria"*, sia stata istituita dalle Nazioni Unite, solo nel 2005, ovvero 60 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, per rendere omaggio alle quasi, Nove milioni di Vittime (in totale) dell'Olocausto.
È stato scelto questo giorno, perché il 27 Gennaio del 1945, le Truppe Russe, raggiunsero il Campo di Concentramento di Auschwitz, che si trova in Polonia, nel comune di Osviècim, liberando così i pochi superstiti, sopravvissuti allo sterminio. Nella mia vita, ho avuto la "fortuna" (così per dire, e non so fino a che punto!), di visitare Auschwitz, e penso che mai potrò dimenticare quanto ho visto, varcando quel Cancello, dove campeggia quella scritta sarcastica, offensiva, ed illusoria, per tutti i poveri deportati: "Il Lavoro rende Liberi". Poi ho percorso a piedi, insieme al Gruppo di cui facevo parte, l'ultimo Chilometro, oggi definito: "Binario della Morte", dove cioè si fermavano i Treni, stracolmi di persone, proprio lì, dove oggi è stato realizzata una gigantesca Opera Monumentale in bronzo, lunga circa 100 metri, per 4 di altezza, al ricordo di tutte le Vittime. Va precisato, anche, che questo cammino nel Campo, avviene nel massimo silenzio, dove quasi è possibile sentire riecheggiare, le urla strazianti e disperate, di tante persone: trucidate, bruciate, fucilate, umiliate nella loro dignità. Come anche va detto, che si cammina tutti, in fila indiana, su un ristretto sentiero di terra battuta, dove nessuno sognerebbe di mettere il piede sul terreno erboso circostante, perché dichiarato: "Cimitero Nazionale Polacco", in quanto è lì, in tutto il Campo, che venivano sparse le Ceneri delle povere Vittime, dei Forni Crematori. Vittime, che all'arrivo nel Campo, ci spiegava la Guida, venivano defraudate di tutto: in particolare degli oggetti d'oro, e di quanto più prezioso possedevano.
Oggi, anche se mera consolazione, il Tribunale per i Crimini di Guerra, di Norimberga, per tutto questo, ha condannato la Germania, a restituire, anche se in modalità simbolica, tutto l'Oro alla nazione Ebraica. Dopodiché questi poveretti, venivano portati nelle "Camere a gas", per lavarsi, dicevano, dopo un viaggio che era durato circa una settimana, ammassati in quei vagoni, come fossero Animali. Solo che, anziché uscire acqua da quelle prese, usciva un gas letale, che ne determinava la morte in pochi minuti. E dai lastroni, posti in alti, si affacciavano i Capi delle SS, perché, consideravano quelle scene: il loro divertimento! C'erano, poi, i cosiddetti "Boia", ovvero, gli addetti a prendere quei poveri corpi, e gettarli nei Forni Crematori. Ma quanti altri terrificanti ricordi, porto ancora nella mia mente e nel mio cuore. Come dimenticare: "Il muro della morte", dove passava la Corrente 20.000; Il Recinto di Ferro spinato del Campo, alto più di quattro metri, con i fili posti ogni 10 cm, che la sera veniva puntualmente elettrificato, per scoraggiare eventuali tentativi di fuga; La "stanza dei Capelli", che ne contiene circa 300 quintali, stanza rimasta integra all'opera di distruzione del Campo; E poi, le tante "Fosse" scavate nei Campi, per seppellirvi I ribelli o coloro che tentavano la fuga. E infine, la "Cella della morte", istituita per scoraggiare evasioni, anche perché Hitler aveva ordinato: la morte di dieci prigionieri del Campo, per ognuno che fosse riuscito ad evadere. E fra questi, è da annoverare, anche il caro "San Massimiliano Kolbe", che è un giorno si è offerto di morire, per salvare un Padre di famiglia, destinato alla morte, in quella Cella. Mi fermo qui, per ovvie ragioni di tempo e di spazio, ma sento che ancora oggi, una voce grida in me: Hanno senso tutte queste belle Celebrazioni, se poi, ancora oggi nel mondo, caratterizzato da tante Guerre, ancora Ebrei e Palestinesi si combattono, così atrocemente, dando, probabilmente, ragione, a quanto scrisse un grande Saggio: "Quando uno, non riesce a trarre insegnamento, da un evento che ha caratterizzato la sua Storia, purtroppo, ahimè, è destinato a ripeterla!" In questo fatidico "Giorno", forse è meglio *"tacere"* e *"pregare"*, che Dio ci perdoni!


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 27/01/2024

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