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Mandatoriccio (Cosenza) - La numerologia biblica: il numero 40


di DON MICHELE ROMANO - Il numero 40 nella Bibbia, sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento, si incontra spessissimo. È una cifra simbolica molto importante, che rappresenta, non solo momenti salienti dell'esperienza di Fede del popolo di Dio, ma anche del singolo credente. Questo numero, come abbiamo già visto, anche per il 3 ed il 7, non rappresenta dunque un tempo cronologico "reale", ma indica piuttosto, una lunga attesa, una lunga prova, un tempo, insomma, la cui estensione la conosce "pienamente", solo Dio! La prima volta che questo numero compare nella Bibbia, è nella storia di Noè, che a causa del Diluvio, trascorre 40 giorni e 40 notti nell'Arca, insieme alla sua Famiglia e agli Animali che Dio gli aveva detto di portare con sé.
E attenderà altri 40 giorni dopo il Diluvio, prima di toccare la terraferma, ormai "purificata" dalle acque (Primo "Battesimo" dell'Umanità), e salvata dalla distruzione (Gen 7, 4.12; 8, 6). Anche le tappe fondamentali della vita di Mosè, sono simbolicamente scandite in tre periodi: Ognuno di 40 anni (vedi rilettura di Luca, in At 7, 20.43). Rimase poi sul monte Sinai con il Signore: 40 notti e 40 giorni, per accogliere la Legge. In questo "simbolismo" del numero 40, anche il Popolo d'Israele, ha potuto verificare la fedeltà di Dio: "Il Signore tuo Dio è stato con te in questi quarant'anni nel deserto..., e non ti è mancato nulla" (Dt 8, 2-5). Gli esploratori di Israele, impiegano 40 giorni per completare la ricognizione della Terra Promessa, dopo la loro partenza dal deserto di Pàran (Nm 13, 25). Gli anni di pace di cui gode Israele, sotto i Giudici sono 40 (Gdc 3,11.30). Il Profeta Elia, impiega 40 giorni per raggiungere l'Òreb, il monte dove incontra Dio (1Re 19, 8). Quaranta sono i giorni, durante i quali i cittadini di Nìnive, fanno penitenza, dopo la predicazione di Giona, per ottenere il perdono di Dio (Gen 3, 4).
Quaranta sono anche gli Anni del Regno di Saul (At 13, 21); di Davide (2Sam 5, 4-5); e di Salomone (1Re 11, 41). Passando al Nuovo Testamento, vediamo che lo stesso Gesù, prima di iniziare la vita pubblica, si ritira nel deserto per 40 giorni, senza mangiare né bere (Mt 4,2). In questo tempo, nel deserto, praticando il digiuno, si nutre della Parola di Dio, che userà come "arma", per vincere le tentazioni del diavolo. Anche dopo la sua Risurrezione, Gesù compare ai discepoli per 40 giorni, per istruirli e prepararli, con l'aiuto dello Spirito Santo, a compiere quella che sarà poi, la Missione di tutta la Chiesa (At 1, 3). Il numero 40, rappresenta inoltre, per gli Ebrei, il tempo di una generazione. Anche la Chiesa oggi, come l'Antico Israele, ha valorizzato il numero 40, quale tempo di incontro col Signore, tempo di profonda riflessione. A questo misterioso numero, il 40 appunto, un numero che soprattutto nella Quaresima e nella Pasqua, diventa tempo prezioso per un cammino di Rinnovamento spirituale, per guardare avanti, oltre la soglia di questa vita, pur nella consapevolezza che non mancheranno prove e tentazioni, per pregustare nella santa Eucarestia e in tutti i Sacramenti, la gioia dell'incontro definitivo con Dio! Il suo Regno, in fondo, è la mèta del nostro "Pellegrinaggio terreno", perciò viviamo questo "Tempo del merito", che è la Vita, in piena obbedienza alla volontà di Dio! Non ci accada di essere da Lui "rigettati", come lo furono i nostri Padri nel deserto: "È lui il nostro Dio..., ascoltate oggi la sua voce! "Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere. Per 40 anni mi disgustò quella generazione e dissi: "Sono un popolo dal cuore traviato, non conoscono le mie vie. "Perciò ho giurato nella mia ira: "Non entreranno nel luogo del mio riposo" (Sal 95,7a-11). Sia questo "tempo biblico", legato al numero 40, in ebraico "MEM", un numero da tenere in alta considerazione, perché oltre al numero, indica con la sua forma, il ventre materno, ed anche una sorgente d'acqua. In tal modo, i 40 giorni, rappresentano: non solo un periodo determinato, che racchiude un avvenimento o una esperienza, che si prolunga nel tempo, ma è anche aperto alla vita! Pertanto, sia anche per noi tutti, un tempo di attesa, di castigo, di penitenza, di misericordia, e di perdono..., un tempo, cioè, di "intimità" con Dio, in cui prendiamo coscienza di noi stessi, e pian piano, nel silenzio e nell'ascolto della sua Parola, arriveremo ad accogliere il dono dello Spirito Santo, che al di là della morte, ci dà vita e speranza, per "nascere di nuovo", nella Pasqua del Signore! A tutti auguro, una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 22/01/2024

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