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Mandatoriccio (Cosenza) - Gloria e Pace


di DON MICHELE ROMANO - Il Racconto del Natale di Gesù, per l'Evangelista Luca (2,1-14), si inquadra in una prospettiva di amore di Dio, per questo nostro mondo e questa umanità, tanto bisognosa di "Pace"! Intanto, vengono riportate nel brano Evangelico, le coordinate storiche, con la menzione dell'Imperatore Romano, Cesare Augusto, e di Quirino, governatore della Siria, allo scopo di fornire quella che è definita una "Teologia della Storia", ovvero per mostrare l'inserimento "anagrafico" di Gesù, nella famiglia umana: "Gesù, il figlio di Giuseppe di Nazareth, dirà Giovanni (1,45); la sua piena identificazione come Messia, che risponde alle attese di Israele e dell'umanità. Il mistero di questo "cammino" di Giuseppe Maria, verso Betlemme, si inserisce su un piano più ampio: sullo sfondo c'è il Potere Imperiale di Roma, con tutti i suoi prestigi, dall'altro la scelta di Dio, di una povera Famiglia di Nazareth, metàfora del "Cammino di Dio", che passa sulle strade dei poveri: Zaccaria, Elisabetta, il vecchio Simeone, Anna, Giuseppe, e Maria...,sono loro gli "anawìm", i poveri di Jahvè, che da Lui aspettano la Salvezza. È per questo motivo che Luca, insiste sulle "fasce" e sulla "mangiatoia", segni modesti e disadorni. È lo stile di Dio, che non ama le appariscenze, e anche se noi, davvero, volessimo incontrarlo, in questo santo Natale, impariamo a riconoscerlo: nel gemito di una persona sofferente, nel vagito di un bambino, nel silenzio di chi non ha voce! Questo "Bambino", avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia, è "l'oggi" della Salvezza, offerta a ogni uomo, il "Salvatore" che libera e perdona i peccati, il "Cristo Signore", che vince la morte. Se in Gesù, Dio ha detto il suo "Sì", abbiamo certezza di credere che ogni uomo, anche se malato, nostalgico, assetato, ecc., potrà trovare una risposta ai suoi tanti interrogativi, ed ogni dolore e gemito, non saranno più rantoli di un morente, ma speranza che nascerà "un nuovo Cielo e una nuova Terra, la città santa, la nuova Gerusalemme", dove Dio "asciugherà ogni lacrima dagli occhi", e "non vi sarà più la morte, nè lutto, nè lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate (Ap 21, 4). Siamo così giunti alla mèta del nostro "cammino"..., abbiamo contemplato "la Luce, che emanava dalla culla di Betlemme!  Chiediamo, pertanto, al Signore, il Dono Natalizio della Pace: per noi, per le nostre Famiglie, e per il Mondo intero. Giungano a tutti, gli Auguri più cordiali, per un Santo e sereno Natale.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 25/12/2023

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