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Mandatoriccio (Cosenza) - Il grande annuncio


di DON MICHELE ROMANO - Il Vangelo di questa IV Domenica del tempo di Avvento, è tutto centrato sul mistero dell'Incarnazione, che rappresenta il "cuore" del nostro Credo Cristiano: "Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo". Questo Mistero, è fonte di salvezza e di gioia, sia per Maria: "Rallegrati, piena di grazia" (v 28), che per tutti noi, che ci apprestiamo a "rivivere" la gioia del Santo Natale. Maria, col suo "Sì" collaborativo, al Progetto di Dio, diviene lo spazio di purità, in una terra contaminata dal peccato, che Dio "preserva", perché è lì che potrà nascere suo Figlio. L'Annuncio a Maria, sapientemente, Dio lo fa precedere dall'annuncio ad Elisabetta (Lc 1, 5-25) che, nonostante la testardaggine del marito Zaccaria, rimane incinta, anche se anziana e sterile. E questa gravidanza, costituirà la "prova" e la "consolazione" per Maria, che "nulla è impossibile a Dio". il Vangelo dice poi, che "la Vergine si chiamava Maria", il promesso sposo "Giuseppe", ecc., anche in questo possiamo cogliere un ulteriore elemento significativo, che caratterizza l'incarnazione di Gesù: La sua "inculturazione", nel luogo e nella cultura del suo tempo. Notiamo anche, come gli stessi nomi della famiglia di Gesù, sono tutti i nomi comuni e di lunga tradizione biblica: "Maria", (Myriam= l'amata di Dio; Myr= amata, e Yam= Jahvè), è il nome di una sorella di Mosè; "Giuseppe" ("=Dio faccia crescere), era il nome di uno dei 12 figli di Giacobbe. "Gesù"= ("Yahvè aiuta"), nome molto comune, come anche Giosuè, Giacomo, Simone, Giuda, ecc. Questo per dire che Gesù è un ebreo, ben radicato nel suo popolo e nel suo tempo, ed i nomi di casa sua, sono nomi dei patriarchi. Non per nulla, Gesù sceglierà i "Dodici" sull'esempio delle dodici Tribù di Israele.
Il versetto 27b  parla, poi, di Maria "come promessa sposa". Il procedimento matrimoniale del tempo, avveniva in due fasi: gli "Herusìn", che erano gli accordi matrimoniali legali, ovvero la ragazza diventava già moglie "legittima", ma rimaneva ancora a casa dei genitori per circa un anno, e quindi, non aveva ancora relazioni sessuali col marito. Poi c'era il secondo momento, detto Qiddushin, quando la sposa veniva condotta nella casa della famiglia dello Sposo, dove il matrimonio veniva consumato. Il Vangelo, dice ancora che, Maria era "Vergine" (v 27a), cioè, incontaminata, che ancora non aveva avuto relazioni sessuali con alcuno: "non conosco uomo" (v 34), ma lo Spirito Santo la consola: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio" (v 30). Con la risposta: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola" (v 38), Maria, apre così, il tempo della Fiducia, un po' come se avesse detto a Dio: "Mi fido di Te!" Per meglio cogliere la bellezza e la straordinarietà di questo Annuncio a Maria, proviamo a fare una "sintesi", di tutti gli elementi che la caratterizzano: Dio sceglie la Galilea:  Nazareth, un borgo selvaggio, che godeva di cattiva fama ("Cosa può venire mai di buono da Nazareth?"- dirà Natanaele, in Gv 1, 46). Questo, dopo il "rifiuto", che Dio ricevette in Giudea, a Gerusalemme, da Zaccaria: Prima nel Tempio, adesso in una povera casa; Prima le splendide pietre del Tempio, ora in una misera casa, fatta a metà di muratura e metà roccia; Prima da un Uomo (Sacerdote, vicino a Dio), e adesso da una Donna, cosa riprovevole per la cultura del tempo. Siamo alla bestemmia ed all'eresia. Le Donne, infatti, erano considerate "bugiarde" (vedi bugia di Sara ad Abramo" (Gen
18, 15), e per questo, non avevano neanche il diritto di testimoniare; Ed "impure", non potevano neanche toccare il Rotolo della Legge. Ed ecco, sopraggiungere il "Riscatto!" Nei Vangeli, invece, le Donne non sono equiparati agli uomini, ma sono a un livello superiore: loro saranno le messaggere della Risurrezione (compito, finora, riservato agli Angeli), perché "Dio non guarda ciò che guarda l'uomo" (1Sam 16, 7b). Infine, l'Annunciazione avvenne "nel sesto mese" (26). Nella Bibbia, questo numero ha sempre avuto un grande valore figurativo: In "Sei giorni" Dio creò tutto; "Sei", erano le Giare di vino alle nozze di Cana; Nella Trasfigurazione, Matteo dice: "Sei giorni dopo..." (Mt 17, 1). Allora, quando Luca dice: "Nel sesto mese", si comprende che sta per arrivare qualcosa di divino.
Nel suo Nome, Maria, riscatterà la stessa sorella di Mosè, "maledetta" da Dio (con la lebbra!), a causa della sua ambizione. La grandezza di Maria (la "Kekaritomène), "piena di grazia", consiste nel fatto che Lei è stata la prima ad accogliere l'Amore gratuito di Dio. Sarà Lei poi, a dare il nome al Figlio: "Lo chiamerai Gesù" (v 31b), compito che generalmente era riservato al Padre. Maria è anche la Donna dello Spirito che discende su di Lei, e sulla prima Chiesa riunita nel Cenacolo, dove Maria è presente (At 1, 14). Maria, ci dà anche esempio della sua "Fortezza": nella sua situazione non ha temuto lo sguardo (sicuramente di critica!), degli altri, i rischi della situazione (la possibile lapidazione - Dt 22, 21; Sir 25, 6), il Giudizio, e la Disapprovazione. Oggi, Dio, la consegna anche a noi, come "Madre", imitiamone pertanto, la Vita e gli Esempi, ed obbediamo al suo materno Consiglio: " Tutto quello che (Gesù) vi dice, fatelo" (Gv 2, 5). Buon Cammino, e coraggio... ormai si intravede Betlemme! Serena somenica a tutti.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 24/12/2023

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