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Mandatoriccio (Cosenza) - Credo in un solo Dio, Padre...


di DON MICHELE ROMANO - Con questo inizio solenne del nostro "Credo", professiamo l'esistenza di un solo Dio, proprio come Lui stesso si è rivelato al popolo di Israele, Unico Signore: "Ascolta, Israele: Il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore" (Dt  6, 4); e ancora: "Perché io sono Dio, non ce n'è altri" (Is 45, 22). Sarà Gesù stesso a darcene la conferma: "Il Signore nostro Dio è l'unico Signore" (Mc 12, 29). Professare la Trinità, cioè credere che Gesù e lo Spirito Santo sono anch'essi Dio e Signore, non introduce alcuna divisione nel Dio "Uno", e non significa che esistano tre Divinità, ma un solo Dio, in tre Persone. Il termine Trinità, non compare esplicitamente nei "Simboli del Credo", così come non compare nella Sacra Scrittura: esso è frutto di una riflessione su Dio, come ci è manifestato da Gesù, che parla di Sé come del Figlio unico del Padre, e parla dello Spirito Santo come di un "Altro": è la "Tri-unità", la Trinità. Dio rimane "Uno" nella sua Essenza (Natura Divina), ma "Trino" nelle Persone: Padre (Creatore), Figlio (Redentore), Spirito Santo (Vivificatore). Certo, l'esatta natura della Trinità, è per l'uomo, un mistero insondabile con la sola ragione (CCC nn. 200-202, 228, 232-237...). Sant'Agostino ci ha portato un esempio tutto umano, ma nel contempo meraviglioso, per facilitarci l'affaccio alla comprensione di questo fascinoso Mistero. Diceva: "Noi tutti abbiamo un solo cervello, una sola "materia grigia", all'interno della quale coesistono armoniosamente tre funzioni, uguali nella sostanza, ma diverse nei compiti: l'Intelligenza (per capire), la Volontà (per volere), la Memoria (per ricordare). Ora, pur coabitando nell'unica sostanza del nostro cervello, hanno funzioni e compiti diversi, e nessun chirurgo al mondo, per bravo possa essere, potrà mai separare l'Intelligenza della Volontà, o la Volontà dalla Memoria.
È proprio questa Unità di Dio, che impegna l'uomo a non sottomettersi alle leggi umane, che spingono all'Idolatria:
all'idolo del Denaro (profitto, egoismo, sfruttamento),
all'idolo del Piacere (consumismo, interessi personali, falso "progresso sessuale"), l'idolo della Materia (materialismo, secolarizzazione, protagonismo ed appariscenza a discapito dell'essere).
Il primo appellativo, poi, che designa Dio nel nostro Credo, è *"Padre"*. Nella nostra esperienza terrena, il padre è colui che dà origine ai figli. Così Dio è "Padre", in quanto da Lui parte ogni generazione e ogni iniziativa
d'amore. "Padre", è il nome che Gesù stesso ci insegna ad usare per rivolgerci a Dio. Un termine che conferisce dignità, che ci eleva, rendendoci più vicini a Lui, che nel mentre conferma la Sua superiorità, e la grandezza del suo Amore, ci manifesta anche la Sua tenerezza e la Sua vicinanza, nelle nostre vicende umane, proprio come un padre, nella vita dei suoi figli. Deve essere questa grande fiducia in Lui, che deve farci rifiutare ogni atteggiamento di "secolarizzazione", ovvero un modello di vita che propone all'uomo l'esclusione di Dio dalla propria esistenza, quasi a voler ripetere l'esperienza del Peccato Originale, e lo stesso atteggiamento di Caino. Gesù ci ha insegnato a chiamare Dio:
"ABBÀ", Papà, facciamolo ogni giorno, con la consapevolezza di sentirci sempre amati da un Dio-Padre, che vuole solo la nostra eterna Salvezza.
Segue...! A tutti, una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 30/08/2023

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