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Mandatoriccio (Cosenza) - Le 7 Parole di Gesù sulla Croce, (7^) Abbandono nel suo ritorno al Padre


di DON MICHELE ROMANO - Gesù doveva ben conoscere il Salmo 31, per concludere la sua vita, con le parole del versetto 6: "Alle tue mani affido il mio spirito", a cui ha aggiunto una parola chiave: "Padre". E tutto acquista un'altra prospettiva. Il grido d'angoscia: "Padre"("Abbà"), nelle tue mani consegno il mio spirito" (Lc 23, 46a), diventa un "sì", di abbandono e di totale fiducia, nel suo ritorno, al Padre! Gesù: "Dopo aver chiesto il perdono per i suoi carnefici, dopo aver garantito il paradiso al suo compagno di sventura, dopo aver assicurato un futuro per sua madre, dopo aver guardato negli occhi la sua situazione di uomo sconfitto e abbandonato, dagli uomini e da Dio, ecco che si avvicina alla fine. Ma c'è questa meravigliosa parola: "Padre", la sola capace di trasformare la tragica fine..., nel traguardo desiderato. "Padre", è stata la prima parola pronunciata da Gesù adolescente: "Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?" (Lc 2, 49). D'altronde, era uscito dal Padre, per occuparsi delle sue cose, ed ecco che ora, dopo aver pregato, emette l'ultimo respiro, e ritorna a Lui: "Detto questo, spirò" (Lc 23, 46b). Gesù, muore da Figlio! Muore in conformità al volere del Padre, per la finalità d'amore che il Padre gli ha affidato, giacché "Egli è nel Padre, come il Padre è in Lui" (Gv 10, 38; 14, 10 s), anche sulla Croce. La morte è abbracciata da Gesù, come ingresso nella pace di quel "seno del Padre", verso il quale, è stata rivolta tutta la sua vita. Di Gesù, l'evangelista Giovanni dice che "rese lo spirito" (Gv 19, 30), Matteo che "esalò lo spirito" (Mt 27, 50), Marco e Luca che "spirò" (Mc 15, 37; Lc 23, 46). Pur nella loro diversità espressiva, tutti gli Evangelisti, hanno un comune intento: È l'anima di Gesù, che entra nella pienezza della visione beatifica, in seno alla Trinità. Commentando questa 7a Parola (frase) di Gesù sulla Croce, il Card. Martini, ci comunica la sua bella esperienza: "Uno dei momenti più belli della conclusione della mia giornata, è il senso di pace che mi giunge, come un dono, a pronunciare le parole del Salmo 31, fatte proprie da Gesù: "Signore, nelle tue mani affido il mio spirito". A chi posso affidare la mia vita, se non a Colui che me l'ha donata? Chi può purificarla, se non il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che mi lava con il suo sangue? Chi al momento della mia morte può accogliermi nella sua casa, se non Colui che Gesù mi ha insegnato a chiamare Padre? È sempre consolante affidarsi al Signore: nella tempesta e nella quiete, nell' avidità e nel fervore, nella tristezza e nella gioia, nel fallimento e nel successo, perché il Signore Gesù, ci ha dato libero accesso, al Padre suo e Padre nostro, Dio suo e Dio nostro! Certo, non è "naturale", rispondere al male col bene, ma Gesù, con il suo esempio  ci insegna, qual'è il vero segreto per una vita vittoriosa nel bene: "Anche quando attraversiamo momenti di buio, quando non sappiamo cosa fare, e ci sentiamo deboli e schiacciati, dobbiamo raccogliere tutte le nostre forze, per gridare a Dio, tutta la nostra sofferenza, e confidare totalmente in Lui, obbedendo ai Suoi piani, ai Suoi tempi, e ai Suoi modi. Solo allora, quando cioè, anch'io so consegnare la mia vita nelle mani del Padre, la gioia serena inonda il mio cuore, perché so di essere al sicuro, sempre e ovunque, anche nella morte! A tutti, una serena giornata, con il Cuore di Gesù.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 23/06/2023

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