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Mandatoriccio (Cosenza) - "Ne sarà chiesto conto a questa generazione"


di DON MICHELE ROMANO - Oggi il Vangelo (Lc 11, 47-54), riporta le due ultime invettive di Gesù, contro gli scribi e i dottori della Legge, perché costoro, non contenti di imporre agli altri obblighi che essi non osservano, perpetuano lo stesso atteggiamento dei loro padri, che nei tempi passati non ascoltarono i profeti e li uccisero: "Guai a voi, che costruite i sepolcri dei Profeti, e i vostri padri li hanno uccisi" (v 47). Qui cogliamo tutta l'ironia di Gesù: invece di essere testimoni della Sapienza di Dio, portano a compimento Il mistero di iniquità, proprio come i loro padri, soffocando la Parola ascoltata. "Per questo la Sapienza di Dio ha detto:
"Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno" (v 49). La Sapienza di Dio da sempre sa di essere perseguitata ed uccisa: è la Sapienza della Croce, che sconfigge il male e il peccato nell'ora suprema della sua Passione: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno" (Lc 23, 34); grido di Gesù, che si fa voce, nello Spirito, di tutti i profeti consegnati all'estrema testimonianza. Questa è la "chiave" che, portata via dai dottori della Legge, è stata riconsegnata a molti altri testimoni (Come Madre Teresa, Giovanni XXIII, Mons. Romero, ecc...!), perché lo adorassero per l'eternità, insieme a tutti i fratelli. I rimproveri del Signore, diretti contro i dottori della Legge, hanno il loro motivo più profondo nel rifiuto di Gesù, perché Egli, in quanto Profeta di Dio, riassume e supera la parola di tutti i profeti. Egli solo ha la chiave della conoscenza, e ce lo comunica: "Nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo" (Lc 10, 22). Questa è la colpa più grave dei dottori della legge: non solo non riconoscono Gesù, ma impediscono anche al popolo di riconoscerlo. Alla Sapienza di Dio, manifestata in Gesù, loro preferiscono la loro sapienza umana. Davvero toccante è pensare che quel "Guai a voi", che Gesù rivolge ai dottori della Legge, può essere tradotto: "Ahimè per voi", perché manifesta la sua stessa Croce, dove porta su di sé la maledizione della Legge, e paga il conto di ogni nostro delitto. La giustizia della Legge infatti, denuncia e fa vedere il peccato davanti a Dio; La Sapienza del Vangelo, invece, lo perdona e se ne fa carico. Un confronto sincero col messaggio odierno di Gesù, ci spinge a considerare il discorso fatto ai suoi contemporanei, valido e rivolto ancora oggi a noi, suoi discepoli. Se le nostre regole, le nostre interpretazioni, le nostre priorità, allontanano i semplici, scoraggiano i peccatori, mortificano l'uomo, stiamo tradendo il progetto del Maestro. Vigiliamo su noi stessi, convertiamo il nostro cuore alla logica del Vangelo, per non allontanare nessuno dall'abbraccio col Padre. Non facciamo delle nostre Parrocchie, come dice Papa Francesco, delle "Dogane", invece che delle "Porte", che ci immettono nella vita Divina. Anche noi a volte pensiamo di essere gli "specialisti del Sacro", esperti della vita interiore, e magari ci trastulliamo passando il tempo a giudicare gli altri con sprezzo. Attenti, carissimi, qui corriamo il grave rischio di essere identificati con gli stessi "che non toccano il peso nemmeno con un dito", incappando nell'implacabile e dura requisitoria di Gesù: "Sarà chiesto conto anche a questa generazione".
Una serena giornata.


di A cura della Parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 13/10/2022

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