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di DON MICHELE ROMANO - Oggi contempliamo nel Vangelo (Mt 15, 29-37), Gesù che ci manifesta tutta la sua "pienezza umana", attento ai nostri bisogni fino a "commuoversi" per la nostra condizione di poveri peccatori ("Sento compassione di questa folla"-Mt 15,32). Ecco che "si radunò" una grande folla di uomini e di donne, bisognose del Suo aiuto : ciechi, zoppi,  sordi e malati di ogni genere ed Egli li guarì. È interessante notare che ci sono state altre persone, amici o conoscenti, che "li deposero ai suoi piedi". Essi sono immagine di tutti coloro che nella testimonianza, e nell'opera di volontariato, compiono anche oggi,l'atto di carità più grande : portare ogni nostro fratello bisognoso a Cristo, fonte di vita. San Paolo ci esorta ad avere "gli stessi sentimenti di Gesù Cristo (Fl 2,5). A Lui che ci ha amati da sempre e per sempre,  non sfugge la nostra "fame", perciò chiede agli Apostoli di provvedere :" Come possiamo provvedere, in questo deserto, per sfamare tanta gente..., abbiamo solo sette pani e pochi pesciolini". "Portatemeli quà" ! Dio parte da quì, dal nostro "poco",  offerto con generosità, per arrivare a sfamare quella moltitudine di persone. Ma se noi non mettiamo il nostro "poco", blocchiamo il suo "molto" ! Lui, l'Onnipotente, che tutto può, e di cui tutti abbiamo bisogno ("Senza di me, non potete far nulla"-Gv 15,5),  ha paradossalmente bisogno di noi, di tutto ciò che siamo e facciamo, e per poco che sia, davanti a Lui ha un valore infinito ("Se noi non mettiamo i nostri "spiccioli", blocchiamo i suoi "miliardi" !). Perciò non è il caso di gloriarci di gesti superficiali e formali di religione, è pura illusione ("Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me"- Mc 7, 6b). Gesù ci chiede di essere "volontari" dell'amore, operatori provvidi e misericordiosi verso i bisognosi, perché, se anche oggi nel nostro mondo, tante persone muoiono ancora di fame, è dovuto ai nostri egoismi e alla mancanza di amore a Dio. Buon cammino d'Avvento