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Cassano Allo Ionio (Cosenza) - Pronto per essere pubblicato Il catasto Onciario di Cassano All'Ionio - Doria


È pronto per essere pubblicato il “Catasto onciario di Cassano All’Ionio - Doria”. Ne ha dato comunicazione il sindaco Gianni Papasso. Il progetto storico-culturale di redazione dell’opera, su incarico affidato nel mese di dicembre 2016 dell’amministrazione comunale che l’ha finanziato, guidata dallo stesso sindaco Papasso, era stato affidato all’Associazione Culturale IRFEA presieduta dal professore Giancarlo Rango, in collaborazione con l’Università della Calabria. Nei giorni scorsi, la giunta comunale ha provveduto a deliberare un atto di indirizzo per il Responsabile del Settore Affari Generali per corrispondere all’Associazione Culturale I.R.F.E.A. un contributo economico di € 2.500,00, a sostegno delle spese di stampa dei cinque volumi del Catasto Onciario di Cassano e Doria. I catasti onciari rappresentano dei documenti di primaria importanza per la ricostruzione della storia economica e sociale dei Comuni. Nella fattispecie, l’amministrazione Papasso, si è rivelata fortemente interessata alla completa realizzazione dell’opera, per colmare il vuoto esistente sulle fonti storiche della comunità di Cassano All’Ionio. Il Catasto Onciario, precursore degli odierni catasti, rappresenta, infatti, l'attuazione pratica delle norme dettate da re Carlo di Borbone nella prima metà del XVIII° secolo per un riordino fiscale del regno di Napoli. Nonostante fosse un catasto descrittivo, è stato considerato come uno strumento teso ad eliminare i privilegi goduti dalle classi più abbienti che facevano gravare i tributi fiscali sempre sulle classi più umili e di fatto rappresenta uno dei più brillanti esempi del tempo di ingegneria finanziaria e di ripartizione proporzionale del peso fiscale. Il catasto, era basato su un sistema di duplice tassazione, che prevedeva sia una imposizione di tipo reale cioè sui beni e sia personale cioè sulla capitazione o testatico e sulle attività dei contribuenti e dei loro nuclei familiari. Si chiamò Onciario perché la valutazione dei patrimoni sia immobiliari che da bestiame o finanziari, veniva stimato in base all'unità monetaria teorica di riferimento, l'oncia, corrispondente a sei ducati. E’ appena il caso di aggiungere che la consultazione dell'Onciario, conservato in originale per tutte le università del Regno presso la Regia Camera della Sommaria poi nell'Archivio di Stato di Napoli, oltre che in copia in alcuni pochi archivi comunali, è ancora oggi, pur con tutti i suoi limiti e omissioni, una fonte preziosa di informazioni sul periodo.


di Redazione | 17/11/2020

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