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Rossano (Cosenza) - Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie


Nell'ambito della rubrica "mercoledìconletizia", in questa fase della pandemia, l'autrice Letizia Guagliardi ha scritto una seconda storiella  (per certi versi rappresenta il prosieguo della prima), ponendosi nella veste del coronavirus. La Guagliardi, attraverso una forma sarcastica, fra il serio e il faceto, evidenzia come il virus sia pericoloso, quindi, l'importanza di seguire scrupolosamente le regole che ci vengono indicate dalle autorità  preposte. 
di LETIZIA GUAGLIARDI - Cari miei umani… eccovi un’altra letterina da parte mia. Se qualcuno si è persa la prima può leggerla cliccando qui: S’io fossi foco…

Il primo giugno avete ricordato i cinquant’anni dalla morte di un vostro amato poeta, Giuseppe Ungaretti, e anch’io voglio partecipare al vostro orgoglio iniziando con questi suoi versi che scrisse durante la prima guerra mondiale. Dite la verità: non vi sentite un po’ anche voi come le foglie in autunno che si staccano in silenzio dai rami e si adagiano al suolo? Sì? E allora attaccatevi con forza ai vostri rami, anche se non siamo in autunno ma in un inizio d’estate, almeno quella metereologica.

Mi piace questo vostro poeta, Ungaretti, perché diceva tante cose in poche parole, come in quell’altra sua poesia: Mi illumino d’immenso. Stupenda… avrei voluto scriverla io.

Lui sì che aveva il dono della sintesi. A proposito, l’altro giorno mi è venuto lo sghiribizzo di leggere i decreti del vostro governo (non avevo nient’altro di interessante da leggere) e devo ammettere che mi sono sentito un virus un po’ stupido: mi sono perso nei meandri dei Visto che… considerato che… Dopo una ventina di pagine mi sono arreso perchè, anche se non ho la testa, qualcosa mi sentivo girare lo stesso.

Ma mi sono rifatto quando ho ripreso a osservarvi. Quanta tenerezza in quella vostra ricerca spasmodica di mascherine! Quanta creatività in quelle fatte in casa con gli scampoli di toffa! Quanta arte in quelle che riproducono quadri famosi o disegni di pittori viventi! Ho visto molte donne che ormai non collezionano più scarpe nei loro armadi, collezionano mascherine.

E come sono contento quando vi vedo imparare le paroline nuove, e grazie a me: quarantena, pandemia, virologo, epidemiologo, congiunti, autocertificazione, assembramento. Perfino parole straniere: movida, lockdown e smart working e sigle: DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio). Non siete anche voi contenti?

Beh… per oggi basta, ma ricordatevi una cosa: Ungaretti paragonava i soldati in guerra alle foglie degli alberi in autunno. Voi non siete in guerra: non avete un nemico da attaccare perché io sono invisibile, potete solo difendervi e trovare un vaccino che sviluppi gli anticorpi. E ricordate anche questo: non potete chiedermi di sedermi a un tavolo con voi per trattare. No, siete soli, cari i miei umani, soli contro di me.

Un’ultima cosa, umani Italiani: vi state comportando fin troppo bene, per i miei gusti, pur con le vostre stupidate occasionali, i vostri colpi di testa e le situazioni aggrovigliate in cui vi cacciate da soli. Perché il mio collega in missione in America mi ha detto che si sta divertendo molto più di me. Lì pare che non si accontentino solo del filo da torcere che lui gli sta dando. Lo invidio, perciò… datevi da fare di più anche voi.

Vi abbraccio (e non virtualmente). Covid-19


di Letizia Guagliardi | 10/06/2020

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