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Rossano (Cosenza) - Rossano verso le elezioni


di  ENRICO IEMBOLI - Come era nelle previsioni, il quadro delle candidature a sindaco della città di Rossano si comincia a delineare con la certezza di nomi e persone, espressioni di aree politiche, movimenti e liste civiche il cui toponino è finalizzato allo scopo. Le candidature a sindaco già annunciate dagli interessati sono:di Ernesto Rapani per Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale, di cui è leader locale e dirigente nazionale; Giuseppe Antoniotti, già sindaco di Rossano sostenuto dall’Udc di recente  dimissionato,  che si presenterà con la lista “Prima Rossano”; Tonino Caracciolo, geologo ed ex sindaco di sinistra degli anni 90, attualmente iscritto al Pd, per “Rossano Futura”; Flavio Stasi per il movimento dei verdi  “Rossano Pulita”,  Giuseppe Marincolo, ex assessore che si candida per i Comunisti Italiani, Stanislao Acri, giovane avvocato candidato a sindaco dal movimento 5 stelle; Giuseppe Caputo, uomo di destra ed ex sindaco, ex consigliere provinciale e regionale che, dissociatosi da Forza Italia, sarà presente in competizione  con una lista civica.

Il Partito democratico, nel quale dovrebbe confluire il consenso della componente socialista,  anche se a certe condizioni, c’è la rappresentante locale e componente del direttivo provinciale Titti Scorza che si batte per avere le primarie, ma tutto è in alto mare perché dopo che il giudice Sergio Caliò ha detto no alla sua proposizione a candidato a sindaco (era stato già indicato  dal coordinamento locale del partito dopo apposita votazione al proprio interno), non è stato scelto nessun altro candidato, e mentre il tempo scorre inesorabilmente,si continua a vagliare e valutare le possibili figure che sono sul “mercato”. Ipotesi, incontri e valutazioni, le sta facendo anche il movimento “Il coraggio di cambiare”, ideato dal consigliere regionale Giuseppe Graziano e al quale ha aderito l’ex presidente del consiglio Vincenzo Scarcello. Questo movimento, che si definisce di centro, dialoga trasversalmente con persone di vecchia militanza nel centro sinistra che, attraverso l’ex assessore provinciale Antonello Graziano, deve a breve fare una sintesi e scegliere definitivamente  il candidato a sindaco. (si ipotizza che sarà lo stesso Antonello Graziano).

Oltre a quelli prima citati, ci sono anche altri aspiranti con liste civiche, ma come è evidente, c’è molta confusione e molti sono coloro che vogliono candidarsi a primo cittadino (per alcuni è un mezzo per riuscire ad essere eletti consiglieri comunali), le acque non sono tranquille su nessun fronte politico.

Il tempo comincia ad essere tiranno per coloro che non hanno ancora deciso la scelta del loro candidato, le elezioni di primavera già indicate all’inizio di giugno consigliano la formazione delle liste  per cui la corsa a scegliere e selezionare anche i candidati a consigliere comunale si fa pressante e decisiva, è necessario arrivare prima per “accaparrarsi” i candidati portatori di voti.

Il quadro che si presenta ai cittadini rossanesi per queste elezioni amministrative non è mai stato così confuso, indecifrabile, per alcuni versi inspiegabile e non giustificabile per la politica tradizionale. Saranno cambiati i tempi, scomparsi i partiti tradizionali le cui filosofie sostenevano e giustificavano la militanza, ma anche a fare uno sforzo, si trova difficoltà a prendere parte attiva ad una campagna elettorale che dà l’impressione di badare più a se stessa che agli interessi generali.

Con tanti candidati a sindaco i giochi sono aperti a tutte le soluzioni,ognuno spera di prendere un voto più dell’altro per andare al “ballottaggio” e da lì tentare la vera avventura per essere eletto.

A parte l’apparente disinteresse che domina l’atmosfera cittadina, tutti i candidati a sindaco sono a caccia di consensi, hanno promosso e promuovono incontri per discutere di tutti i temi d’attualità, senza rendersi conto che tali temi sono i problemi annosi e di sempre.

Per la verità in città non c’è molto entusiasmo, c’è la tendenza generalizzata al non voto, a mio avviso un errore imperdonabile che non risolve le cose. Se non dovesse recarsi alle urne la maggioranza della popolazione, sarà una minoranza di persone a scegliere i futuri amministratori. E tutto ciò non è possibile.

A meno che! A meno che non si decida tutti di  accogliere l’appello dell’avvocato Luigi Pirillo che invita a disertare le urne per una manifesta protesta verso le istituzioni e per denunciare lo stato di abbandono del territorio al quale è stato tolto tutto. Sarebbe una forma di protesta condivisibile che, forse, varrebbe la pena provare a condizione di farla tutti.

Nella città  la qualità di vita è andata sempre più e lentamente scemando; le conseguenze sono ricadute sull’intero territorio circostante, un enorme bacino di utenza un tempo fiorente e che oggi ha perso la potenzialità delle proprie qualità. Sono entrati in crisi settori importanti come l’agricoltura, il turismo,  la pesca, il commercio e l’artigianato; è rimasto ben poco dell’economia che rendeva orgogliosa e autonoma Rossano e l’interland.

Ci si augura che tutti i candidati a sindaco che si sono già dichiarati e tutti coloro che saranno candidati abbiano chiaro il quadro della realtà, quella di una città  ubicata in un contesto di territorio che ha bisogno di riprendere il ruolo culturale, sociale ed economico di un tempo, per potere offrire ai  concittadini, in particolare alle nuove generazioni, la possibilità di restare in loco ed avere la speranza del futuro. Ci si appresta ad affrontare l’iter per la fusione della città di Rossano con quella di  Corigliano, i cui consigli comunali si sono espressi già favorevolmente; se l’obiettivo sarà raggiunto in tempi brevi si avrà un osservatorio di lavoro favorevole; ma già fin da ora chiunque si candidi alla carica di primo cittadino o di consigliere comunale, deve avere chiara l’idea del futuro di Rossano e del contesto del territorio che fin da subito deve recuperare i servizi ed il tempo perduto. Ci sarà di lavorare per dimostrare alla città di avere volontà, capacità e competenza; solo così ci sarà anche la speranza di non fare vincere l’astensione dal voto.


di Redazione | 06/03/2016

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