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Castrovillari (Cosenza) - Studenti a processo. Una simulazione per comprendere le dinamiche della vita reale


 Studenti a processo. Non da colpevoli, ma da protagonisti. L’ultima esperienza per rendere i giovani discenti protagonisti della vita dell’istituto, fuori e dentro le mura scolastiche, l’Itcg “Pitagora – Calvosa” affidata alla dirigente scolastica, Franca Eugenia Guarnieri, l’ha vissuta presso il Tribunale dei minori di Catanzaro. Quarantasette alunni dell’istituto castrovillarese accompagnati dai docenti Patrizia Mauro, Domenico Lo Polito e Frascino, hanno partecipato alla simulazione di un processo a carico di giovani accusati di uso e spaccio di sostanze stupefacenti nell’ambito di una scuola.   Attori per un giorno al fine di capire le dinamiche della giustizia e prendere coscienza dei ritmi di un processo, oltre alla responsabilità che si vive nelle aule di tribunale difronte ad un giudizio. Gli studenti delle prime, seconde e terze classi, insieme alla dirigente Guarnieri ed ai professori accompagnatori hanno così vissuto un giorno di approfondimento diretto nell’ambito dell’educazione scolastica che punta a contrastare la devianza dei minori ed ha inaugurato la serie di incontri che il Tribunale avrà con le scuole delle province di Cosenza, Crotone, Vibo e Catanzaro.   Dopo l’incontro con i vari funzionari della Procura, tra i quali il dottor Calabrese, i giudici onorari Crescenzo e Miceli, i quali hanno sottolineato come il Tribunale dei minori agisca soprattutto con lo scopo di salvaguardare il minore, cercando di recuperarlo, gli alunni hanno vestito i panni degli attori e si sono calati in questa nuova esperienza formativa. Con la regia del Presidente del Tribunale, Luciano Trovato e l’assistenza del dottor Eboli, coordinatore del Progetto, hanno simulato l’udienza processuale a carico di quattro studenti accusati di spaccio tra le mura scolastiche. Gli alunni si sono avvicendati nell’aula di tribunale per portare a compimento il processo e la sentenza che ha visto – sempre nella simulazione – la condanna degli imputati ed il conseguente percorso di riabilitazione dichiarandosi pentiti e desiderosi di riscatto. Una modalità entusiasmante e coinvolgente cha ha dimostrato come l’educazione alla legalità abbia bisogno di strumenti innovativi in cui i giovani siano protagonisti e non spettatori di ciò che li riguarda.

di Redazione | 24/02/2015

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