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Cosenza (Cosenza) - A Cosenza, capofila dell’Unità Paesaggistica “conurbazione cosentina”, si discute del Quadro territoriale regionale paesaggistico


Il paesaggio quale fenomeno culturale complesso, che si svincola dalla concezione comune che lo ha sempre identificato con il bel panorama. Una interpretazione riduttiva che ha lasciato definitivamente posto alla consapevolezza – già formalizzata nella Convenzione Europea del Paesaggio sottoscritta nel 2000 da ventisette paesi europei – che si parla invece di una “determinata parte del territorio, così come percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”. Paesaggio e territorio diventano dunque inscindibili, anche se non perfettamente sovrapponibili. Nel paesaggio sono stratificate  tutte quelle componenti – economiche, politiche, culturali  e percettive – generate dalle stesse comunità ed è nel rapporto con esse che si realizza il compito di recuperare e sviluppare un senso collettivo di appartenenza ai luoghi. Questa premessa porta con sé una cultura moderna del governo del territorio e del paesaggio che si avvale di strumenti e metodi altrettanto moderni. Lo strumento è il Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico – non più di cinque in tutta Italia. Il metodo per arrivare alla sua redazione è la concertazione. La Regione Calabria, attraverso l’Assessorato all’Urbanistica e governo del territorio, e con l’ausilio di Field, sta realizzando questo iter della condivisione nei Forum che coinvolgono le 39 Unità Paesaggistiche Territoriali, raggruppate in 16 Ambiti Paesaggistici Territoriali regionali. Cosenza, in quanto Comune capofila dell’unità paesaggistica “Conurbazione cosentina” (che comprende ben 27 municipalità), ha collaborato alla organizzazione del Forum che questa mattina, nella sala del Consiglio, ha registrato una importante partecipazione da parte dei soggetti – pubblici e privati – rappresentativi dei territori di provenienza. Onoro di casa affidati all’architetto Lorenza Tucci, dirigente del settore urbanistica del Comune di Cosenza che, interpretando il sentimento di tutti i presenti, ha ringraziato, per il lavoro di concertazione con i territori, la Regione Calabria, presente con lo staff tecnico dell’Urbanistica regionale, guidato dal Direttore Generale, l’architetto Saverio Putortì, che ha introdotto la giornata di confronto con i territori. “In questa area che comprende ventisette Comuni– ha detto – solo due sono le aree vincolate, più o meno al confine con il Comune di Cosenza, e tutta la restante area è assolutamente sprovvista di tutela”. Una considerazione preliminare che da sola è sufficiente a comprendere la necessità di giungere alla redazione del nuovo strumento di governo, il Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico, del quale la Giunta Regionale ha approvato il Documento Preliminare. “Si può rendere giustizia a tutti questi territori – ha affermato Putortì – individuando il valore, soprattutto identitario, che può determinare l’identificazione di un vincolo e di una salvaguardia”. In questa logica si realizza anche una inversione di tendenza nella concezione stessa di vincolo sdoganata dalla accezione di impedimento alla realizzazione per inquadrarla, piuttosto, in un quadro di sviluppo equilibrato e pensato del territorio-paesaggio. Per facilitare questa delicata fase di ascolto e di proposta, il Forum è stato organizzato in quattro tavoli tematici, tutti contestualmente aperti ai partecipanti, impostati su quattro contesti di discussione, esemplificati dallo stesso architetto Putortì: la “conservazione dinamica”, che riguarda le aree già tutelate da vincolo ministeriale per chiedere ai territori il loro contributo circa la validità di quei vincoli e la necessità di modifiche o integrazioni; la “gestione sostenibile”, tema inedito rispetto agli altri già indicati nel Codice dei Beni Culturali, che ha l’obiettivo di individuare nuove aree da sottoporre a una speciale salvaguardia per riconoscerne i valori identitari e il senso di appartenenza al territorio; i “paesaggi dinamici”, ovvero quelli che necessitano di interventi perché costituiti da elementi di abbandono e di criticità, luoghi con forte valenza identitaria ma in attesa di un cambiamento per i quali la discussione deve contribuire a delineare gli elementi necessari al recupero ed alla rifunzionalizzazione; i “nuovi paesaggi intrasformabili”, con l’obiettivo di integrare il QTRP di alcuni punti di osservazione, luoghi fisici o percorsi, che svelano un bel panorama ma non come semplice fattore estetico, bensì come rivelatori della identità di quel territorio o punto di monitoraggio delle sue trasformazioni. Questo percorso con le comunità territoriali, per una presa di coscienza dei luoghi e della loro salvaguardia, continuerà contestualmente alla messa a punto del documento finale del Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico al quale tutte le amministrazioni locali dovranno adeguare i propri strumenti urbanistici.

di Redazione | 06/04/2012

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