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Mandatoriccio (Cosenza) - 31 - Parabola della moneta smarrita


di DON MICHELE ROMANO - Questa Parabola "Della Moneta Smarrita" (e "Ritrovata"), nota anche come Parabola della "Dracma smarrita", è una Parabola di Gesù, riportata solamente nel Vangelo secondo Luca (15, 8-10). L'Evangelista la inserisce tra: la Parabola della "Pecora smarrita", e quella del "Figlio prodigo"; tutte e tre sono inserite nel contesto del confronto, tra Gesù e i Farisei, che lo accusano di fermarsi con i peccatori e mangiare con loro. Nel brano evangelico è interessante notare che il testo, parla semplicemente di "questa parabola" (Lc 15, 3), come se le tre parabole, di Luca 15, fossero, in realtà, "una sola" Parabola! Per cui la Parabola della "Moneta smarrita", pur nella differenziazione dei personaggi: il Pastore è un uomo ricco che possiede 100 pecore, qui una povera donna che ha solo 10 Dracme (o Dramma, unità monetaria di Atene, che valeva per tutto l'Oriente, ed era l'equivalente di un Denaro Romano, pari a una giornata di lavoro agricolo - (Mt 20, 2), è giustificare l'agire di Gesù nei confronti dei peccatori. Alla Parabola del Pastore premuroso, adatta più agli uomini, Luca, che ha grande interesse per le donne, abbina la corrispondente Parabola della Moneta perduta, assai più comprensibile alle casalinghe, che magari, tante volte, avevano vissuto questa esperienza, insieme dolorosa e gioiosa. I particolari della Parabola, rispecchiano la situazione delle case orientali: pavimento di terra battuta, che attutisce il rumore di una moneta che cade a terra, necessità di spazzare tutta la casa (con ramo di palma o fronte di alberi), accendere una Lucerna di terracotta a olio, per fare luce nella stanza buia, le case che spesso si aprivano su un unico cortile, ecc., ed è quindi facile immaginare il chiaccherio della donna con le amiche vicine, per comunicare loro la gioia provata, per il suo ritrovamento: "Rallegratevi con me...!" (v 9b). Simile alla gioia della donna, è la gioia di Dio (v 10), dove, per non mettere in scena direttamente Dio, sono invece introdotti "gli Angeli", come del resto "il Cielo", nella precedente Parabola della "Pecora smarrita" (Lc 15, 7a), rispettosa parafrasi, per indicare Dio, senza nominarlo. A livello esegetico, è anche interessante notare, come Luca, fin dall'inizio, presenta spesso racconti dove i protagonisti sono, prima un uomo, e subito dopo una donna: Pensiamo, ad esempio, a Simeone e Anna, o al Centurione di Cafarnao e la Vedova di Nain. Tutto questo, non fa che confermare il carattere "universale" del suo Vangelo: Dio non fa differenza tra uomo e donna, in merito alla salvezza: il Vangelo è per tutti coloro che lo accolgono con Fede! L'accento, nella Parabola, è posto sì, nell'atto di cercare, ma soprattutto sulla gioia che ne costituisce il centro! Solo dopo aver ritrovato la moneta perduta, la donna rende partecipi gli altri alla sua gioia, proprio come fa il Pastore, nella Parabola precedente, con gli amici e vicini. Quando la gioia è grande, diventa incontenibile, ed è bello parteciparla agli altri. Il grande insegnamento della Parabola sta proprio qui, ci parla della gioia di Dio nel veder "ritornare"  il peccatore pentito. Gesù, che accoglie i peccatori, ha Dio dalla sua parte, mentre i suoi critici, i Farisei, sono contro Dio. Con questa Parabola, Gesù ci presenta una donna un po' stravagante, se vogliamo, con tratti di "irrazionalità": Per solo un misero Denaro, butta all'aria l'intera casa! C'è qualcosa di insolito in questa Parabola: Come si può gioire per "così poco", che viene ritrovato? Ma la cosa più strana, è che la casa simboleggia il Cielo e la gioia sta davanti agli Angeli. Tuttavia, è proprio così! La donna, simboleggia l'agire di Dio che "impazzisce" di gioia, per un figlio "perduto", che torna a casa, perché Lui vuole la salvezza di tutti i peccatori, e si rallegra quando un peccatore si ravvede, e torna da Lui. La folle ricerca della donna, è metafora della ricerca di Dio, fosse pure il "più piccolo" degli esseri umani. Anche Lui butta all'aria tutta la casa (e persino il Cielo), pur di ritrovare lo smarrito, il più peccatore! Non siamo noi a dover cercare Dio, è Lui che cerca tutti noi in Gesù Cristo (il Vangelo ci raggiunge ovunque: nel deserto, come in casa!), e lo fa ad ogni costo. È attraverso l'agire di questa donna, che noi possiamo cogliere il vero "volto" di Dio, riflesso in Gesù  e conoscere il suo Amore, per tutti noi peccatori. Ognuno di noi, è una personale "idea incarnata" di Dio, dotata del suo "DNA", che ci rende capaci di metterci in relazione con Lui, che ci ha creati con immenso Amore: "Tu (o Signore) mi hai dato forma con l'argilla, Tu mi hai infuso il respiro, Tu mi hai plasmato" (Sal 139). Pertanto,  se mai dovessi sentirti peccatore "perduto", ricordati sempre che per Dio, tu vali più delle altre nove monete, con la certezza che: "ci sarà più gioia in cielo per un peccatore che si converte, più che per 99 giusti, i quali non hanno bisogno di conversione" (Lc 15, 7). La Pecora, la Moneta, e il Figlio giovane, in fondo, siamo tutti noi: il compito di Gesù, è quello di ridare dignità e valore, a chi non ce l'ha più: il Figlio prodigo, rimane Figlio, anche quando si perde; la Moneta, conserva il suo valore, anche quando si perde; la Pecora è cara, preziosa, e amata dal suo Pastore, anche quando si perde. Così, ognuno di noi, è importante agli occhi di Dio, sempre motivo di grande gioia, per chi sa riconoscersi nell'errore, e accetta di essere "trovato" e "accolto".
A tutti voi, giunga l'augurio, di una serena giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 10/11/2023

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