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di ANTONIO IAPICHINO - Presso la parrocchia “San Giovanni Battista” di Mirto Crosia, guidata dal parroco don Giuseppe Ruffo, nell’ambito dell’azione formativa della scuola parrocchiale ‘Fratelli tutti’, sono stati approfonditi il quinto e sesto capitolo della lettera enciclica. Durante l’incontro, moderato dallo stesso don Ruffo, ha relazionato don Pasquale Rosano, parroco del Duomo ‘San Leoluca’ di Vibo Valentia, nonché vicario Episcopale per la Cultura della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e docente di Teologia dogmatica presso l’Istituto teologico Calabro “San Pio X” di Catanzaro. L’esimio ospite ha evidenziato l’importanza di questi incontri di formazione, che rispondono all’appello di Papa Francesco nel far crescere la spiritualità della fraternità, inoltre ha ribadito che il cammino della fraternità è importante affinché si freni la crudeltà dell’uomo dopodiché si è soffermato sul valore della politica, quale forma più alta della carità. La politica è tenerezza, al servizio del bene comune e aperta al dialogo e al confronto. Inoltre, alla luce del documento ha messo in guardia dal populismo, una forma che sfrutta l’occasione giusta senza risolvere i problemi e rappresenta un punto di debolezza della società. La migliore politica – ha spiegato - deve partire dalla tutela del lavoro, esso esprime la dignità della persona umana e dona l’occasione di sviluppare le capacità e i talenti di ognuno. Due immagini utili per migliorare la politica secondo il cuore del Pontefice sono la locanda del samaritano, cioè strutture giuridiche che si prendono cure dell’altro, e il ponte, vale a dire, stare vicino a chi soffre. Le caratteristiche della migliore politica sono al servizio del bene comune, riconoscere ogni essere umano come fratello e sorella e l’amicizia sociale che integri tutti. Infine, don Rosano si è soffermato  sulla necessità di una nuova cultura per l’amicizia sociale: recuperare la gentilezza. Don Giuseppe Ruffo nel concludere i lavori, ha ripreso i punti cardini della relazione del confratello e ha ribadito sia la necessità dell’inclusione sociale e sia il bisogno del vivere la fraternità recuperando la tenerezza e la gentilezza.