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Corigliano Calabro (Cosenza) - “U spaventapassiri nnammureti e altri racconti in coriglianese”, il libro di Isabella Freccia. Venti storie tra emozioni, ricordi, sentimenti, tradizioni scritta dall’insegnante


L’improvvisa emersione di un ricordo, il gioioso recupero di momenti dell’infanzia, un lembo di passato che sembrava sepolto nelle profondità dell’essere. E tutto ciò genera una straordinaria felicità. Una felicità che non consiste nel semplice dato memoriale, ma nel suo senso, nelle verità cui fa approdare. “U spaventapassiri nnammureti e altri racconti in Coriglianese”, il libro di Isabella Freccia, altro non è che un compendio di storie – venti in tutto – tra emozioni, ricordi, sentimenti, tradizioni, scritte con penna agile e divertente. L’Autrice, stimata insegnante coriglianese, non ha la pretesa di inseguire velleità letterarie. Orgogliosa delle sue origini, pur narrando con luminosa semplicità scorci della sua esistenza, ha compreso fino in fondo l’essenza di una scoperta: non vi sono pseudo-scuole di cultura e moralità da seguire, è importante dare ascolto solo all’educazione del cuore. Nel testo – di imminente pubblicazione, e corredato da foto d’epoca – gli aneddoti, i personaggi, le vicende che Isabella Freccia racconta con leggero, scorrevole e personalissimo stile, intervallate non di rado da significativi intermezzi, sono testimonianza di uno spaccato reale della vita vissuta in anni magici, i cui ricordi restano scolpiti nella memoria di tutti quelli che quegli anni li hanno vissuti. È un libro di ricordi, dunque. Ma non ricordi persi nel tempo o di altre epoche oramai passate, bensì ricordi recenti di un passato prossimo che in tanti, al pari dell’Autrice, hanno vissuto e ricordano con piacere e velata nostalgia. Un bel tuffo nel passato che riporta in mente luoghi, usanze e fatti e che aiuta a non dimenticare. L’Autrice ha saputo rievocare alcuni avvenimenti con una chiarezza e una semplicità di linguaggio straordinaria. Ma sarebbe riduttivo – e anche se ciò fosse, l’operazione sarebbe del tutto lodevole – considerarlo un semplice testo di testimonianza. Con un linguaggio semplice e scorrevole, l’Autrice affronta in queste storie tematiche complesse ma, alla fine, i suoi personaggi riescono sempre a trovare nella riscoperta dei rapporti umani e nella placida quotidianità dei legami affettivi la serenità e la forza per continuare a vivere, alleviando il dolore per la morte delle persone care. Rivelando, così, la sola felicità possibile: il ritrovamento, fuori del tempo, di sé negli esseri, nelle cose, nei luoghi.

di Redazione | 21/08/2011

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