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Crosia (Cosenza) - Pasqua 2011, A Mirto il frate cappuccino, padre Gesualdo Tiano


di ANTONIO IAPICHINO - Come ormai consuetudine, ogni anno, in occasione della Settimana Santa, la parrocchia “Divino Cuore di Gesù” di Mirto, ospita un sacerdote, prevalentemente per offrire alla comunità parrocchiale ulteriori opportunità di avvicinamento al sacramento della confessione. Di solito al padre che arriva nella cittadina ionica viene affidato anche il compito di commentare Parola di Dio durante il Triduo Pasquale. Quest’anno a collaborare con i parroci in solidum, don Umberto Pirillo e don Pino De Simone, è giunto a Mirto padre Gesualdo Tiano, del convento dei frati cappuccini di Morano Calabro. Nel commentare queste importanti giornate dell’Anno Liturgico, padre Gesualdo, ha sottolineato che il clou dell’Anno Liturgico è caratterizzato dal Triduo Pasquale: l’ultima Cena, la Passione e Morte, e la Resurrezione di Cristo. Per il frate cappuccino <<entrare nella Liturgia significa rivivere ciò che è stato fatto duemila anni addietro. La Liturgia è il “miracolo”. Noi possiamo vedere e partecipare oggi alla Cena del Signore. Oggi possiamo partecipare alla sua Passione. Oggi possiamo partecipare, anche, alla sua Resurrezione>>. Dunque, a giudizio di padre Gesualdo <<celebrare degnamente questi Santi Misteri vuol dire arrivare alla Santità>>. La Pasqua è sicuramente il momento più forte per il cammino di un cristiano. Da qui il bisogno oggettivo di risorgere a vita nuova. <<Si celebra degnamente>>, ha spiegato il frate, <<per ottenere, per sperimentare e per vivere i Misteri che noi celebriamo. Un antico padre diceva: “Non celebreremo invano se noi saremo quello che celebriamo”>>. Oggi la comunità sociale vive un momento di difficoltà: tanti rischi, tanti problemi, tanti bisogni, anche primari. <<Noi>>, ha commentato padre Gesualdo, <<non possiamo risorgere da soli. “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù”. Nella misura in cui io partecipo degnamente ai Santi Misteri posso morire con Cristo, posso risorgere con Cristo, posso vivere con Cristo la mia vita e quindi trasformare anche l’ambiente in cui abito quotidianamente>>. I giovani e la Chiesa: <<I giovani possono essere grandi. Se noi mettiamo i giovani nelle mani del Signore, allora possono trasformare il mondo. Ma non lo trasformeranno gridando, contestando. In realtà è il Signore che trasforma il mondo, servendosi anche dei giovani>>.

di Redazione | 23/04/2011

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