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Cosenza (Cosenza) - “L’INTERVENTO” Lilia Infelise Lettera aperta a IdV e agli elettori


  <<La competizione elettorale è terminata. E’ stata condotta in condizioni  molto difficili per il nostro partito in Calabria.  Per quanto mi riguarda non ho risparmiato risorse intellettuali, energie fisiche e passione per la mia regione ed è stata per me una straordinaria esperienza di vicinanza alla mia gente. L’ho fatto con spirito di gratuità, con una profonda motivazione ideale e sono grata a tutti coloro che in un contesto non semplice mi hanno sostenuto. Accolgo il loro invito a non arrendermi! Il non ingresso in Consiglio regionale non mette in alcun modo in discussione né le ragioni della discesa in campo né gli obiettivi: contribuire ad una profonda rigenerazione dei modelli e degli attori dell’agire politico facendo perno sullo sviluppo condiviso di una visione di come sia possibile per la nostra regione entrare in un circuito virtuoso di sviluppo, mettendo a frutto le risorse non irrisorie che possiede. Mi rivolgo al commissario, on. Ignazio Messina, ai neoeletti, a tutti gli iscritti, ma mi rivolgo in particolare a chi ha creduto nel mio progetto politico, che potrei sinteticamente esprimere con le parole che utilizzai lo scorso giugno 2009, subito dopo le europee, sulla base di un’analisi rigorosa dei dati statistici nazionali e locali sul voto: (l’analisi) avvalora l’urgenza e la possibilità che IDV agisca da avanguardia nell’innovazione dell’agire politico e degli attori, come laboratorio di politiche lungimiranti nei campi critici per la rinascita del nostro paese, nel nostro caso del Mezzogiorno e della Calabria (…). Ritengo che le visioni a breve possono essere anche molto diverse; per far parte, però,  di una stessa formazione politica è  essenziale condividere un progetto di lungo termine.   IDV rappresenta sempre più, al Nord e al Centro Italia, un riferimento per chi, in modo non avventuristico,  intende avviare una rigenerazione delle istituzioni democratiche nel nostro Paese. Nel Mezzogiorno ancora questo ruolo è in giudicato anche a seguito di una maggiore fragilità di cui risente il partito: ieri e ancora oggi spazio in cui convivono progetti diversi.   Sono persuasa che IDV, anche al Sud e in Calabria, può svolgere quel ruolo di iniziatore/facilitatore di profondo rinnovamento dell’agire politico, a patto che faccia da ora in poi scelte attente, meditate, condivise, ovvero esaminate e discusse e non esito di giudizi individuali, frutto dell’una o l’altra persona di riferimento, di questo o quel gruppo.   Io credo che IDV in Calabria abbia la forza per proporre (e aggregare ‘pezzi’ illuminati del centro sinistra) un progetto di rigenerazione, ripresa e sviluppo della nostra regione, fondato anche su alcune riforme istituzionali importanti.   Per avere la capacità di essere promotori di un progetto politico moderno e coerente occorrono a IDV, a mio parere,  innanzitutto la volontà, tradotta in atti concreti, di organizzare in modo autenticamente democratico il partito, definendo da subito, in modo democratico, un direttivo regionale e cinque provinciali, che abbiano il compito di accompagnare al congresso regionale e di esprimere un indirizzo politico, evitando quindi prese di posizione individuali, ricercando invece il giudizio comune.   La prossima assemblea regionale, che si terrà a Lamezia lunedì 19 aprile p.v., mi auguro costituirà la sede sia di un’analisi politica della fase elettorale appena conclusa sia di una deliberazione in merito al processo congressuale.     Il nuovo quadro di governo regionale nasce con una pesante eredità lasciata dallo sconfitto Partito Democratico: i prossimi cinque anni vedranno gli esponenti di IDV nei banchi dell’opposizione. La gravità delle condizioni della nostra regione impongono una opposizione, intransigente e responsabile,  vi è  bisogno vitale che alcune scelte politiche e programmatiche siano fatte. Questa presenza propositiva e intransigente al tempo stesso, non può  essere il frutto delle singole visioni ed esperienze personali, deve essere il frutto di un lavoro di analisi ed elaborazione che coinvolge tutto il partito in un esemplare modello di democrazia. Il nuovo quadro di governo nasce con l’assenza assoluta di donne nell’assemblea consiliare  La débâcle delle donne, alle passate elezioni regionali, va analizzata, almeno in area centro sinistra,  in un quadro di deficit primordiale di democrazia: le donne ne sono vittime in quanto e se attori nuovi, new comers. La proposta della doppia preferenza accolta in Campania, costituisce una modalità interessante di superamento della questione delle quote. Un meccanismo che, in un sistema di selezione delle leadership politiche, fondato sull’occupazione da parte dei primi arrivati (i maschi), rischia di portare a forme becere di cooptazione di figlie, mogli o amanti. I dati mostrano inequivocabilmente l’utilità di questo dispositivo per favorire la libera scelta degli elettori, mentre si favorisce l’ingresso della componente femminile negli organi elettivi. Una battaglia da riprendere per introdurre il dispositivo e magari applicarlo nelle prossime tornate elettorali anche a livello comunale. IDV dovrà assumere una posizione univoca e le donne in IDV dovranno, insieme, democraticamente discutere ed elaborare opinioni in merito. Le donne di IDV dovranno eleggere democraticamente le loro rappresentanti, a livello provinciale e regionale,  e mi auguro vorranno riprendere e proporre a tutte le donne dei diversi partiti, “l’agenda per una società inclusiva ed egalitaria” che ho proposto anche in campagna elettorale e che alcune di noi hanno già discusso ed accolto. Il nuovo quadro di governo, in Calabria, ma in generale in tutte le regioni in cui si è votato, nasce con una astensione al voto che marca una netta inversione di tendenza, rispetto a quell’ampio movimento di richiesta di voce da parte di semplici cittadini, che, a partire dalle primarie del 2005, si registra in Italia. I dati relativi alle diverse coalizioni ritengo, però, non lascino dubbi sulla volontà dei calabresi che hanno esercitato il diritto-dovere del voto. Che fare? Rimbocchiamoci le maniche, diamoci da fare,  e chiediamo l’applicazione delle regole di base della nostra democrazia, magari introducendo modifiche allo stesso statuto regionale. Occorre inaugurare una grande stagione costituente. Una sfida da proporre alla nuova giunta,  dai banchi dell’opposizione.   Proponiamo di varare nell’assise regionale un progetto di governance dei territori completamente nuovo, improntato a nuovi modelli di relazioni tra città e aree rurali. Queste, meno intensamente popolate, dovranno però essere dotate di infrastrutture leggere che le qualificheranno rendendole accessibili ed attrattive per imprenditori dell’economia verde, ricercatori, turisti che desiderano ambienti incontaminati e ben preservati. Ripensiamo  il rapporto tra aree urbane e rurali, tra città e aree periurbane, per esempio istituendo un’ assemblea dei sindaci per marco aree, la sibaritide, la sila greca, le aree metropolitane di Rossano e Corigliano, quelle di Cosenza_ Rende_ Castrolibero, e cos’ via.  Attenzione però a non introdurre riforme sotto la pressione di interessi elettorali di parte. Individuiamo e diamo forma istituzionale a un diverso rapporto tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta deliberativa.   Senza un impegno straordinario per la crescita di un sano e competitivo sistema produttivo, fondato sull’economia verde, la sola in grado di valorizzare vocazione all’ospitalità e sviluppo industriale, l’innovazione istituzionale non avrà respiro. Per questo occorrono, da subito, tre scelte: 1.         Un rovesciamento della prospettiva e delle metodologie operative per l’utilizzo dei fondi strutturali (PON; POR, FAS) adottate dal passato governo, introducendo modelli agili e semi automatici di validazione ed avvio di progetti proposti da partenariati locali o di filiera. In parole semplici, occorre adottare, modelli agili e semiautomatici che attestino la rispondenza dei progetti proposti da partenariati costruiti veramente dal basso, a una griglia di criteri di certificazione della congruenza con le grandi linee strategiche di sviluppo regionale. Si tratta di circa 9 mld di euro di cui nessun quadro sintetico univoco in merito all’impiego è oggi disponibile. 2.         Un programma straordinario di riorganizzazione, sviluppo organizzativo e del capitale umano della P.A. regionale, un serio impegno che in gergo tecnico definiamo capacity building.  Il nostro POR prevede ben 90 milioni di euro per l’Asse IX  all’interno del quale devono collocarsi le risorse destinate ad accrescere il livelli di efficienza nell’implementazione del POR. 3.          Mettere in piedi una specifica e moderna politica dell’innovazione. Gli studi lo dimostrano, lo sviluppo delle regioni fragili è legato all’innovazione. Alla Calabria sono affidati circa 900 milioni di euro da spendere entro il 2013.  Occorre, ed è mancata, una strategia che si connoti per una reale capacità di corrispondere alla prospettiva che l’Unione Europea[1] impone alle aree convergenza: v      connessione tra l’impiego dei fondi strutturali e programmi per l’innovazione (VII programma quadro e fondi strutturali) ; v      integrazione tra forze di trascinamento dell’innovazione che hanno origine nell’impresa e quelle che hanno origine nel contesto sociale; v       politiche multi livello, dello sviluppo locale, dell’innovazione, della formazione; dialogo sociale allargato.   E’ giunto il tempo per dare alla Calabria  un progetto politico di vera e radicale innovazione, IDV in Calabria ha tutte le risorse per divenire il soggetto iniziatore, facilitatore di un percorso di confluenza delle energie innovatrice della società calabrese, sia chi ha già militato in partiti, sia chi è stato sino ad ora distante dai partiti. Senza spirito di protagonismo, ma neppure senza rinunciare a mettere in campo idee, competenze ed esperienze, io credo che in tanti nel centro sinistra abbiano voglia di cominciare l’opera comune. Io ci sono!>>>. Lilia Infelise  * Fondatrice del Movimento Oltre il mare per la democrazia partecipata Candidata alle europee_ 2009 e al Consiglio Regionale da IDV_2010 [1] Di particolare significatoi documenti: European Cluster Memorandum, comunicazione (2006/C 323/01) del 30.12.2006 e COM(2008) 652 con relativo allegato SEC(2008)2637 del 17.10.2008  

di Redazione | 19/04/2010

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