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Rossano (Cosenza) - “L’INTERVENTO” La Cittadinanza onoraria a Pina Amarelli. Il pensiero di Pier Emilio Acri: “Una scelta felice, giusta e opportuna”


<<Più che meritato è il riconoscimento concesso dalla Città di Rossano alla professoressa Pina Amarelli, la “signora della liquirizia” o, considerato che la Nostra è conosciuta in tutto il mondo,  è meglio definirla “Lady liquorice”. Ci conosciamo e stimiamo “da sempre”, come “da sempre” conosco e stimo tutti gli Amarelli, a partire dall’indimenticato “Don Geppino” che, in comunione con i fratelli Fortunato e Pasquale, gettò le basi per la rifioritura del prestigioso “concio”, cioè di quella fabbrica che è oggi onore e vanto dell’industria calabrese della liquirizia, che nell’Ottocento conquistò i mercati mondiali e che, proprio grazie, a questo antico Casato rossanese, ha riconquistato quei mercati, effondendo quel profumo unico e inconfondibile in ogni dove. E quel profumo oggi si impersona anche con la professoressa Pina, la messaggera della liquirizia Amarelli. Laureata in giurisprudenza con il massimo dei voti, Pina Amarelli è una persona solare e coinvolgente, un vulcano in continua eruzione, “un’acqua cheta che dilaga” (come afferma l’amato consorte prof. Franco, Ordinario di Storia del Diritto Romano all’Università “Federico II” di Napoli; cfr. Manuela Piancastelli, “Pina Amarelli - Il fascino discreto della liquirizia, Bergamo 2004, p. 29), che coinvolge tutto e tutti, con la quale ho avuto l’onore di ricevere nell’estate del 2007 il prestigioso Premio Thourioi: io, indegnamente, per la sezione cultura e lei per l’imprenditoria (altri premiati: il prof. Giuseppe Novelli per la ricerca medica, il dott. Pino Gagliardi per il giornalismo e il pittore Sasà Santalucia, oggi presidente dell’associazione Liberi Artisti Rossanesi, per l’arte). Ebbene, in quell’occasione, “Lady liquorice”, sempre luminosa come una cometa scesa su Piazza Steri, offuscò tutti noi, non solo per la sua bellezza esteriore, ma dimostrando viepiù di amare intensamente Rossano, sua patria adottiva, con un intervento breve ma pregno di rossanesità. Pina Amarelli, come sottolinea il consorte,”ha concorso a riaffermare un’identità familiare”  e, pur essendo  napoletana di nascita, dà quotidianamente lustro alla “Bizantina”, tenendone alto in nome in tutto il mondo. Pina Mengano, figlia dell’avvocato Peppino e di Dina Corsi, aristocratica signora toscana, dall’8 ottobre del 1969, data del matrimonio con il prof. Franco “riesce a fondersi e a confondersi con Pina Amarelli” (cfr. Manuela Piancastelli, “Pina Amarelli, Il fascino … cit. p. 71). Con Pina Amarelli l’insigne Casato rossanese acquista quel valore aggiunto, quel “fascino discreto della liquirizia” che porta la Nostra a  raggiungere la presidenza del Club degli Hènokiens (aziende bicentenarie, solo trentotto nel mondo).  La Città di Rossano bene ha fatto a concedere la cittadinanza a questo luminoso esempio per tutte le donne (la prima in Calabria - come ricorda Romina Ciuffa su “Specchio Economico” - ad avere ricevuto una telefonata da Luca Cordero di Montezemolo che le comunicava la sua nomina a Cavaliere del Lavoro) che sente sua questa nostra Terra  e che, come faceva degna menzione l’indimenticabile Alessandro Amarelli, altro prestigioso esempio di galantuomo, pediatra di chiara fama e più volte consigliere comunale:” Ha lanciato a livello internazionale un’azienda che esisteva da due secoli ma che aveva bisogno di svilupparsi in maniera nuova” (Manuela Piancastelli, “Pina Amarelli, Il fascino… cit. p. 79). Oggi i sacrifici di Fortunato, Giuseppe e Pasquale Amarelli, eredi universali di Giuseppina, sorella di Nicola loro padre, vengono ampiamente ripagati da Pina, dall’attento, educato ed eroico imprenditore Fortunato, presidente dei giovani industriali della provincia di Cosenza, dai figli del compianto Giorgio, al quale è dedicato il “Museo della Liquirizia” (ben 40.000 visitatori l’anno), dal marito Franco, dalla cara Gabriella Greco, moglie di Alessandro Amarelli e dagli altri comproprietari.   Il valore di Pina Amarelli è ovunque riconosciuto con premi ei riconoscimenti importanti. Basti pensare alla sua recente nomina dalla Regione ad ambasciatrice nel mondo della Calabria operosa e positiva. Gli Amarelli sono un oggi esempio di imprenditori illuminati in ogni senso. Nella loro fabbrica si respira non solo il profumo della liquirizia ma la vera essenza della cultura viva e pulsante attraverso il Museo “Giorgio Amarelli” (che compie dieci anni di vita fra pochi mesi), attraverso  l’Auditorium, dedicato ad Alessando Amarelli, che ospita iniziative di grande spessore e a breve attraverso l’Archivio Storico, in corso di riordinamento>>. PIER EMILIO ACRI 

di Redazione | 08/02/2011

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