Per il Giubileo della Speranza, l’Arcivescovo della Diocesi di Rossano - Cariati, mons. Maurizio Aloise, ha voluto fortemente che si vivesse insieme a lui un pellegrinaggio giubilare diocesano, al quale partecipano più di 100 pellegrini provenienti da diverse parrocchie della Diocesi. Il viaggio, trascorso in un clima di fraternità e caratterizzato soprattutto dalla preghiera, ha portato i fedeli fino all’Abbazia di Grottaferrata, alla quale la diocesi rossanese è molto legata perché è stata costruita dai santi Nilo e Bartolomeo di Rossano. Accolti dall’Abbate Padre Francesco De Feo, insieme a lui e agli altri monaci sono stati celebrati i vespri. È seguita, poi, la liturgia penitenziale, presieduta da padre De Feo e durante la quale l’Abbate, partendo dal brano del Vangelo di Luca (Gesù crocifisso e i due ladroni) e citando alcuni padri del deserto, ha dato le indicazioni per operare un profondo esame di coscienza.
Al termine della liturgia penitenziale, l’Arcivescovo ha ringraziato padre Francesco De Feo per l’accoglienza e anche perché ha accolto il desiderio del gruppo calabrese di ripercorrere il cammino di San Nilo e San Bartolomeo di Rossano. Questo ha consentito di preparare il cuore ad accogliere la grazia del perdono del Signore.
Il secondo giorno, partiti di buon mattino da Grottaferrata, ill gruppo si è trasferito a Roma e e aggregato nel fiume di persone provenienti da tante parti del mondo e che sono state accolte dall’abbraccio universale del Colonnato di San Pietro. Il passaggio del Papa, sorridente e benedicente, in tutti i settori della grande Piazza, ha creato un clima di festa e di gioia, che ha preparato l’ascolto di quanto il Santo Padre ha detto durante l’udienza. La proclamazione in diverse lingue di un brano biblico, tratto dalle Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, ha preceduto la riflessione di Leone XIV, il quale ha evidenziato come i discepoli di Gesù, oggi, sono chiamati a vedere la realtà del mondo in modo nuovo. Tutto, infatti, ormai va guardato alla luce della risurrezione di Gesù. Il Papa, inoltre, ha citato un grande pensatore, un Cardinale del XV secolo, Nicola Cusano, il quale ha sviluppato una riflessione profonda sulla Speranza. Egli afferma che “Sperare è non sapere”, è vedere la realizzazione di quello che ancora non c’è. I suoi scritti sono pieni di luce. Egli scelse fin da giovane di frequentare chi aveva Speranza, credeva nell’umanità, sostenendo che gli opposti possono vivere insieme e l’unità è un dono grande per la Chiesa. Nicola Cusano ha anche teorizzato la “dotta ignoranza”, una forma di grande intelligenza perché, accogliendo le tante domande poste alla Chiesa, questa ha la possibilità di dimostrare che, pur non avendo risposte a tutto, è depositaria della verità più vera: la presenza di Gesù Risorto, che cammina nella storia dell’umanità.
Anche oggi – ha affermato il Papa – come al tempo di Nicola Cusano, alla Chiesa vengono poste tante domande che, se vengono accolte con il giusto atteggiamento, diventano provvidenziali. Essa non ha risposte a tutte le domande, ma testimonia la certezza della presenza viva di Gesù Risorto. E questo è un cammino di Speranza, non solo per la Chiesa, ma per tutta l’umanità.
Dopo l’udienza il gruppo della Calabria ha partecipato alla Concelebrazione Eucaristica, sempre in Piazza San Pietro, presieduta dal Vescovo di Ischia, Mons. Carlo Villano. L’attraversamento della Porta Santa, vissuta, idealmente, a nome dell’intera nostra Chiesa Diocesana, ha permesso di portare a compimento il Giubileo.
Il viaggio di ritorno, caratterizzato dalla lode e dal ringraziamento al Signore ha aiutato ad interiorizzare ogni singola esperienza vissuta, con la speranza che ognuno di metta a frutto l’abbondanza della grazia ricevuta.
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