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di DON MICHELE ROMANO - Nel brano Evangelico di oggi (Lc 13, 31-35), è manifesta l'intenzione di Erode, di voler uccidere anche Gesù, tant'è che alcuni Farisei gli dicono: "Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere" (v 31). A Erode, non è bastato togliere di mezzo il Battista, ora è il Nazareno che lo "tormenta". E si sa, i Potenti risolvono quasi sempre i loro problemi, in questo modo: eliminando chi li provoca (Allora, come oggi). Ma la risposta di Gesù, è sibillina: Non sarà certo Erode a decidere l'ora della sua morte. Lui, che è stato definito da Gesù una "volpe" (Animale considerato " immondo" in Israele, che non indicava certo la furbizia, come per noi oggi, ma era considerato un animale sciocco e selvaggio!), ebbene, Erode, altro non è, che una piccola pedina (insignificante), nel grande progetto di Dio! Tuttavia davanti a tanta ostilità, il cuore di Gesù sanguina, riconosce che il suo messaggio subisce violenza, e l'odio nei suoi confronti si sta facendo insostenibile: "Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi I profeti..."(v 34a). Gesù sa, che la sua Missione, è molto più importante, perciò non si lascia scoraggiare, va dritto verso la mèta, costi quel che costi…! La determinazione di Gesù, la sua ferma decisione di annunciare il Regno, il suo essere a totale servizio del Padre, anche a costo della sua stessa vita, ci sconcerta e ci commuove, e (stavolta: "Dio voglia"!), scuoti anche le nostre tiepidi coscienze, per poter essere anche noi, maggiormente "determinati", nel servizio del Vangelo. Tuttavia, c'è da chiedersi: "Quando anche noi capiremo: Chi è davvero Dio?" Spesso pecchiamo di fantasia, immaginando che Lui se ne stia lì, sulle nuvole, severo e corrucciato, pronto a punire e castigare, proprio come le odiose divinità pagane dell'epoca! Tutt’altro! Dio è una "chioccia", che vuole raccoglierci tutti sotto le sue ali, un Dio di tenerezza e di misericordia, che non disdegna di morire, anche per chi lo ignora o l'oltraggia, per manifestare tutto il suo Amore: "Appeso su di una Croce", questa, è la vera misura dell'Amore di Dio, per ciascuno di noi. *E questo, non dimentichiamolo mai!* Questa "immagine", che Gesù dà di sè, paragonandosi ad una "chioccia", è certamente la più umile, ma anche la più bella di tutte. Ci richiama le parole di Dio nel Salmo: "Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio" (Sal 91, 4a). Nel contempo esprime tutta la forza della sua tenerezza: "Come un'aquila che veglia la sua nidiata..."(Dt 32, 32,11a), un'aquila, che oggi, qui nel Vangelo, si fa "Chioggia". Anche San Paolo, ci dirà che l'Amore materno di Dio, è tanto forte da renderlo debole, tanto sapiente da renderlo stolto, fino a dare la vita per noi: "Infatti egli fu crocifisso per la sua debolezza"(2Cor 13, 4a). Ci commuove ancora, la triplice ripetizione di Gerusalemme, una espressione "insistita", che ci "parla" di un Amore e di una tenerezza infinita! Gesù non piange sulla propria sorte, ma sulla sua città (Lc 19, 41; 23, 28ss). A Gesù, reca più dolore, il male dell'amata, che non la propria morte. Morte che, guarda caso, avviene proprio per mano dell'Amata. È l'Amore dello Sposo, che piange il male della Sposa, che lo uccide. L'ultima frase di questa pericope, lascia ancora aperta una possibilità di ravvedimento. Infatti, queste parole: "Vi dico infatti che non mi vedrete più..." (v 35b), si riferiscono non solo all'ingresso di Gesù in Gerusalemme: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore" (v 35b), ma soprattutto all'ultimo ritorno di Cristo, alla fine dei tempi, quando anche i Giudei saranno convertiti: "Allora tutto Israele sarà salvato" (Rm 11, 26a). Solo se anche noi ci sentiremo Amati, saremo a nostra volta capaci di Amare, e diventare così, delle vere "Persone nuove"! Auguro a tutti di cuore, una serena e santa giornata.