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Crosia (Cosenza) - Don Giuseppe Ruffo lascia la comunità: un cammino di fede, servizio e amore durato 13 anni


Il 5 novembre alle ore 18, con una Celebrazione Eucaristica, don Giuseppe Ruffo, concluderà il suo servizio pastorale presso la parrocchia “San Giovanni Battista” di Mirto-Crosia. Un tempo di grazia lungo tredici anni, iniziato il 28 luglio 2012, ricco di progetti, relazioni, formazione umana culturale e spirituale, che ha segnato profondamente la vita della comunità parrocchiale. Don Ruffo lascia un’impronta indelebile, rilanciando e rigenerando molti aspetti della vita comunitaria. Ha saputo trasformare una piccola realtà in un cuore pulsante di fede e partecipazione, animando ogni fascia d’età con proposte attente ed inclusive: un rinnovamento pastorale a 360 gradi. Uno dei tratti più significativi del suo ministro è stato il rinnovamento della catechesi: nello stile dell’Azione Cattolica ha dato linfa ai percorsi formativi per bambini e ragazzi, aprendo la catechesi ai bambini dai 3/5 anni. Grazie a lui, la parrocchia è stata la prima del territorio ad avviare il gruppo dei “Piccolissimi ” dell’ACR. Accanto alle catechesi per i più giovani, don Giuseppe ha curato percorsi per gli adulti, non solo in parrocchia ma anche nei quartieri e nelle famiglie, portando il Vangelo dove la gente vive e ha istituito il “Gruppo Famiglia” con percorsi formativi mensili. Inoltre ha rilanciato l’oratorio, rivolto ai bambini e ragazzi dai 3 ai 15 anni, offrendo loro uno spazio di crescita, gioco, formazione e preghiera. Oltre al tradizionale Grest estivo, ha introdotto il Grest invernale, grande novità che ha permesso di vivere l’esperienza oratoriana anche nei mesi più freddi, con attività educative e momenti spirituali. Ha ampliato la proposta oratoriana creando l’Oratorio per gli anziani, uno spazio dedicato alla terza età con lo scopo di contrastare la solitudine, promuovere la socializzazione e aggregazione attraverso attività ludiche e ricreative. A completare questo percorso è nato anche 'Oratorio in cultura', per promuovere incontri di formazione con presentazione di testi e tematiche sociali. Uomo di preghiera, dinamico, tenace e innovatore don Giuseppe Ruffo è stato sempre attento ai bisogni concreti del territorio. Ha promosso una rete di collaborazione con le istituzioni locali e le agenzie educative presenti nella cittadina ionica, dando vita a numerose iniziative socio culturali, tra queste ricordiamo: il Flash mob dell’abbraccio, il Flash mob “Insieme per dire No alla violenza sulle donne”, tema caro a don Giuseppe infatti nel 2017 ha inaugurato la prima “panchina” rosa per dire no alla violenza sulle donne,  pianificando con cura azioni di formazione giovanile  contro il bullismo: con  il concorso sul bullismo e cyberbullismo  e inaugurando la prima “panchina gialla” contro il bullismo e fondando il relativo sportello di ascolto “Pier Giorgio Frassati”. Ha sostenuto e ridato vita anche ad iniziative ludiche come: il Carnevale, la Festa del 1° maggio, la Festa del mare, i mercatini natalizi in collaborazione con la Gg eventi produzioni in cui don Giuseppe e la sua squadra di animatori hanno portato novità, creatività, occasione per far conoscere e promuovere usanze, tradizioni e tesori; “come la Bibbia in piazza”. Nemmeno durante i mesi più difficili della pandemia, don Ruffo e gli operatori pastorali si sono fermati, con coraggio e determinazione hanno saputo rinnovare le modalità pastorali e la catechesi per restare vicino alle persone, soprattutto nei momenti di isolamento e fragilità. Tra le attività più significative va ricordata la Scuola di formazione parrocchiale, nata per approfondire i documenti di Papa Francesco con esperti relatori tra cui vescovi, sacerdoti e laici. Quest’anno, il ciclo formativo – dedicato al tema della preghiera è stato concluso da S.E. Card. Francesco Montenegro Arcivescovo emerito di Agrigento. Va ricordata la benedizione dello stesso Cardinale dell’immagine della Madonna dei Pellegrini che in quest'Anno Giubilare ha visitato le famiglie della parrocchia, con catechesi e liturgia penitenziale. Inoltre la benedizione il 26 giugno da parte del Cardinale di un monumento dedicato a san Francesco di Paola presso il Lungomare Centofontane. Vi è stata  da parte di don Ruffo una collaborazione attiva con diversi movimenti ecclesiali: il Movimento dei Focolarini, il movimento dei Cursillos di Cristianità, l’Age (Associazione italiana dei genitori), Sezione Jonio cosentino,  il Rinnovamento dello Spirito Santo, promuovendo anche la nascita della Fraternità del Terz’Ordine dei Minimi (TOM) e in  occasione del Giubileo e dei Festeggiamenti in onore del Santo Patrono san Giovanni Battista la  medesima comunità ha vissuto un momento di profonda spiritualità, con l’accoglienza delle Sacre Reliquie di San Francesco di Paola: un sandalo e un dente del santo calabrese. Ma in questi anni tante sono state le visite di reliquie: le lacrime della Mdonna di Siracusa, il mantello di san Francesco di Paola, santa Rita e la Madonna di Fatima. Tra le esperienze spirituali più significative promosse da don Giuseppe Ruffo, spicca l’Adorazione Eucaristica, proposta con continuità tutto l’anno. Un appuntamento mai interrotto, che è divenuto per molti un prezioso momento di incontro personale con il Signore. Don Giuseppe non ha limitato il suo impegno solo alla sfera ecclesiale, ma ha saputo intrecciare la vita della parrocchia con quella dell’intera comunità cittadina, e facendosi  promotore della Piazzeta “Laudato sì” con l’effige della Madonna, spazio simbolico di raccoglimento, preghiera e attenzione al creato, ispirato all’enciclica di Papa Francesco e dell’intitolazione di tre vie, dedicate a grandi testimoni della fede: san Francesco di Paola,  don Tonino Bello e del beato Pino Puglisi, all’interno della parrocchia ha voluto realizzare una stele in onore di Padre Pino Puglisi, un gesto che testimonia la sua attenzione alla formazione civile e spirituale, alla memoria dei giusti e all’impegno nella legalità. Sin dai primi anni del ministero ha mostrato una sensibilità particolare verso i poveri e gli emarginati. Non si è limitato ad offrire un aiuto materiale, ma ha cercato sempre di ascoltare e accogliere le persone con rispetto e dignità. La sua casa parrocchiale era sempre aperta a chiunque avesse bisogno di qualcosa o di una parola di conforto. Ha creato un gruppo di volontariato per distribuire viveri e vestiti, coinvolgendo i giovani della parrocchia. Per lui la povertà non è solo mancanza di beni, ma anche solitudine e abbandono. Per questo promosse momenti di incontro e fraternità, in cui tutti si sentivano parte di una grande famiglia. Non ha cercato mai riconoscimenti, ma agiva nel silenzio e nell’umiltà, per questo lo ringraziamo di questa testimonianza di carità evangelica. Don Ruffo non ha limitato il suo impegno alla sola attività pastorale, ma ha saputo coniugare fede, bellezza e memoria storica, un momento di particolare rilievo è stato vissuto nel 2016, con la consacrazione canonica dell’altare e dedicazione della Chiesa, arricchito da una parete semicircolare, pavimentazione interna e Via Crucis nuova, segno di una comunità viva e radicata nella fede grazie alle generose offerte dei fedeli. Ma il suo impegno non si è fermato alla sola realtà parrocchiale. Don Ruffo ha svolto è svolge un servizio pastorale generoso e articolato anche a livello diocesano, ricoprendo diversi ruoli di responsabilità: è stato direttore dell’Ufficio Missionario, Vicario Foraneo della Vicaria di Longobucco, Responsabile della Mensa Diocesana dei poveri “Buon Samaritano” di Mirto-Crosia, realtà questa che ha manifestato fattivamente il costante desiderio di don Ruffo di aprire i confini della comunità parrocchiale agli ultimi per formare una chiesa dalle porte aperte nella carità. Su richiesta dell’Arcivescovo Maurizio Aloise ha curato scuole diocesane di formazione, è stato autore e coautore di numerosi testi, attualmente è Cappellano dell’Apostolato del mare, docente Irc ed ora Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano. Ogni iniziativa porta la sua firma discreta ma concreta, il suo spirito di servizio e il desiderio di rendere la Chiesa “casa e scuola di comunione”. La comunità parrocchiale guarda a questa partenza con gratitudine e inevitabile commozione. Tanti i volti, le esperienze, le parole e i gesti che rimarranno indelebili nei cuori di chi ha condiviso con lui questa strada. Il cammino continua, ma le orme di don Ruffo rimarranno vive nella storia di questa comunità.

 

 

 


di Spazio autogestito dalla parrocchia 'San Giovanni Battista' Mirto Crosia | 03/12/2025

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