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Mandatoriccio (Cosenza) - Franco Carlino ha realizzato il dizionario etimologico del dialetto Mandatoriccese


L’encomiabile opera, di Franco Emilio Carlino, storico, documentarista, Socio della prestigiosa Accademia Cosentina, Socio della Deputazione di Storia patria per la Calabria, Componente del Comitato Scientifico dell’Università Popolare, sotto il titolo di Dizionario Etimologico del Dialetto Mandatoriccese, pubblicato dalla Casa Editrice L. Pellegrini di Cosenza, è un notevole contributo alla valorizzazione dell’identità culturale, sociale e civile di Mandatoriccio.

"[…] Frutto di un lungo periodo di raccolta, catalogazione, classificazione e riflessione permanente sulla lingua e sulla cultura della lingua – scrive Pierpaolo Cetera autore della Prefazione – costituisce uno di quei lasciti – motivati da una passione intensa e da un’attitudine (e, direi, di una lungimiranza) intangibile – che fa dello studioso un agente di preservazione di un mondo, dei suoi affetti e dell’identità di una comunità. Ed è alla sua natia Mandatoriccio che Franco Emilio Carlino ha voluto riversare il proprio impegno, nel necessario culto della memoria, nella fatica che mira a un sovraumano sforzo di conservazione: paese caro perché patria dell’infanzia, custode delle urne degli antenati e luogo d’eterna spiritualità, fattasi esperienza individuale e collettiva. Sul crinale in cui scorre – quasi come inevitabile semicancellazione del passato –, il nostro frenetico tempo livellante e globalizzante, si manifestano, come un contrappeso, le forze di quella resistenza e conservazione di un patrimonio culturale e lessicale; e le stesse iniziative per la salvaguardia di questi beni immateriali possono essere molteplici, assumere forme e modalità inedite. Uno è certamente il modello scelto dall’A., quello di comporre un dictionnaire raisonné, strumento “aperto e accrescibile”: è questo il senso vivo e profondo dell’operazione sul dialetto, prestandosi quindi ad essere un invito a continuarne l’uso e, nel suo manifestarsi come cultura originaria mediata dalla lingua madre dialettale, esplicitarne la valenza ancora attuale, e cioè come una delle fonti della propria identità storico-culturale.Dopo circa quarant’anni di costante interesse per l’idioma del proprio paese, iniziato da giovane appassionato dei proverbi e dei “modi di dire” degli anziani, proseguito poi nell’ambito di progetti scolastici vòlti alla riscoperta e al riuso del dialetto in diverse occasioni e manifestazioni culturali, l’Autore dispiega il suo impegno nel suscitare l’interesse precipuo e di rendere le future generazioniedotte e “fieri della propria lingua e delle proprie origini (come ha scritto nella dedica iniziale)".

“Il Dizionario etimologico del dialetto mandatoriccese dunquescrive la casa editrice rappresenta un altro significativo passo in avanti nella costante ricerca storico-culturale che vede Carlino impegnato a dare voce, peso e valore alle comunità del basso Jonio cosentino, a partire, appunto, da Mandatoriccio, cui ha dedicato già altre opere che ne indagano anche le peculiarità dialettali. Il risultato è, in effetti, di notevole portata, viste le ben 10.551 voci che compongono il nuovo Dizionario etimologico, forse il punto più alto (anche se con Franco Emilio Carlino bisogna essere cauti, perché si rischia di essere sconfessati il giorno dopo) della universale perlustrazione del mondo in cui l’autore dell’opera mostra di trovarsi a suo agio, offrendo esemplari contributi di conoscenza e di approfondimento. “Questo ulteriore volume dedicato a Mandatoriccio”, afferma Carlino, “che raccoglie l’elenco alfabetico delle parole perdute, alcune locuzioni ed altri elementi linguistici fornendone il significato etimologico e la traduzione in italiano, mi offre, quindi, ancora una volta l’opportunità di fare comunione ed entrare in sintonia con la mia terra, interpretando il sentimento della mia gente ed interagendo con essa per affrontare insieme una sfida importante, che è quella della riscoperta e dalla valorizzazione della nostra cultura attraverso le nostre tradizioni, la nostra storia, la nostra lingua, da implementare, rendere fruibile e tramandare a quanti verranno dopo di noi, convinto che solo attraverso l’uso quotidiano del nostro dialetto riusciremo a rimanere decisamente più autentici”.Difficile trovare parole migliori per cogliere appieno lo “spirito” di quest’ultima fatica letteraria di Franco Emilio Carlino, destinata per tante ragioni a lasciare il segno”.

In un passaggio della Introduzione Carlino scrive: “La lingua di una comunità è la riflessione del suo stesso pensiero, la testimonianza del suo costume, la sua storia, un bene culturale da riscoprire e da tutelare, un patrimonio da difendere per non assistere sempre più al dissolversi delle tradizioni, della lingua dei nostri nonni e dei genitori, delle nostre origini, della nostra identità. In essa sono contenute le tracce delle influenze dovute alla presenza sul territorio di altri popoli. Il dialetto, con i suoi vocaboli cataloga e certifica le espressioni, i modi di dire, la vita di tutti i giorni, il nostro modo di agire, i rapporti sociali, tutto ciò che appartiene e coinvolge la comunità.Sulla lingua, inoltre, incidono molti fattori tra cui, inesorabilmente, il tempo che la trasforma e spesso,a lungo andare, la rimuove senza concedergli la possibilità di rinnovarsi e diffondersi. Pertanto, preservarla vuol dire custodire quelli che sono le qualità umane ed etiche della stessa comunità. Riscoprirne le radici dialettali, significa quindi garantirne il suo valore culturale”.


di Redazione | 27/10/2025

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