di DON MICHELE ROMANO - Le parole di Gesù, oggi nel Vangelo (Lc 12, 1-7), anche se, come attesta Matteo, probabilmente sono state scritte in tempi e luoghi diversi, sono da Luca collocate in un unico discorso,
ed hanno come filo conduttore, la testimonianza da offrire, con coraggio, davanti al mondo, da parte dei discepoli, con la certezza di non essere mai abbandonati dal Padre Celeste. Prima di tutto, Gesù cominciò a parlare ai suoi discepoli, anche se il testo evangelico cita la presenza di "una folla di migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda" (v 1a), e la prima raccomandazione di Gesù, è l'invito all'apertura e alla trasparenza: "Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia" (v 1b). *Ipocrisia*, è un termine che indica da sempre, la capacità di saper recitare in Teatro, che caratterizza ogni attore e commediante. Alla radice di questo comportamento, sta il protagonismo. Si scambia la vita, per una recita di teatro, ed i Farisei recitavano molto bene la parte dei giusti e dei santi, ovviamente senza esserlo, mostrando sempre un atteggiamento "esteriore", ben diverso dal percorso vitale interiore, ovvero: *Facevano finta di essere, ciò che non erano!* È proprio contro questa falsità, che si scaglia Gesù, quando dice: "Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto" (v 2). Per questo motivo, dobbiamo calibrare nella "coerenza" la nostra vita, sapendo che il nostro Dio è sempre attento, a come noi professiamo la nostra fede in Lui. Ovviamente, tutto questo, non è semplice, né facile, ma come ci ha ricordato San Giovanni Paolo II : "Dio, nel suo Amore, non impone mai pesi che non possiamo portare"! Questo perché, in tutto ciò che Egli ci chiede, ci fornirà l'assistenza necessaria. Non dobbiamo temere! Niente accade che Lui non sappia! La paura fondamentale da vincere, per ogni uomo, si sa, è quella della morte, "con la quale Satana domina il mondo" (Eb 2, 14-15). I "persecutori", tuttavia, ci dice Gesù, possono solo colpire la nostra vita fisica, ma la "Vita vera", non la posso raggiungere: "Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo...! Temete colui che dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna" (vv 4-5). il Vangelo parla dell'Inferno, non per terrorizzarci, ma per farci prendere consapevolezza del male, che facciamo a noi stessi, quando ci allontaniamo da Dio, che è Amore e Misericordia, e si prende cura dei suoi piccoli e dei suoi poveri. Anche nell'incomprensione e nella persecuzione, il vero Discepolo di Gesù, non si perde d'animo; Quand'anche dovesse essere costretto ad annunciare il Vangelo nel "segreto" di una casa privata, deve sempre avere la certezza, che la Parola di Dio è potente, e riesce comunque a venire alla luce, e nessuna forza di questo mondo può reprimerla. Quante volte, purtroppo, anche la nostra religiosità, si confronta con la tiepidezza e con l'apparenza; quante volte facciamo o non facciamo delle cose, per timore del giudizio di chi ci osserva. Dio ci scruta, e monìtora continuamente il nostro cuore. Pertanto, fidiamoci ed affidiamoci solo a Lui, con assoluta lealtà! Solo in tal modo, non correremo mai il rischio di perdere la Vita, durante la vita. Certo, è normale avere paura della morte! Tuttavia, sappiamo che l'uomo è fatto per la vita, oggi qui, sulla Terra, e domani in Cielo. Ecco allora l'importanza di temere: "Non tanto chi può uccidere il corpo, ma chi può farci perdere la Vita eterna, nella vita terrena. I Santi, hanno sempre colto questa prospettiva "futura", nei vari momenti della loro vita, consapevoli che Dio ha mandato nel mondo suo Figlio per redimerci, e salvarci dalla morte eterna. Ognuno di noi, per il Signore, è un essere "unico ed irrepetibile" (Dio è infinito, non si ripete mai!), il suo Amore non ha limiti e ci conosce più di quanto noi conosciamo noi stessi. Niente accade senza che Lui lo voglia: "Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati" (v 7a). Ecco l'invito, quindi, a non avere paura, ad essere sempre vigilanti, perché il"nemico"
(Satana),
ostacolerà sempre la nostra eterna felicità! Tuttavia, una cosa ci sia ben chiara: Non sarà mai l'osservanza scrupolosa di tradizioni e precetti, a garantirci l'accesso alla comunione con Dio. L'ipocrisia è il volersi servire del "Religioso" (quali "conoscitori" della volontà di Dio, da "imporre" agli altri!), per affermare sè stessi, bramosi di conservare il proprio potere (accentrando l'attenzione su se stessi), e gli interessi che ne possono derivare. Anche nelle nostre comunità, ahimè, registriamo spesso tanta ipocrisia: Si vive di tante parole vacue, di riunioni dove si stabiliscono solo criteri per primeggiare! L'invito di Gesù, è alla conversione, al rientrare in noi stessi, saperci guardare "dentro", per vincere la menzogna e vivere nella Verità, con un cuore capace di accogliere con sincerità, Dio e i Fratelli. Auguro a tutti di cuore, di trascorrere una serena e santa giornata.
di Spazio autogestito dalla parrocchia 'San Giuseppe' Mandatoriccio Mare | 17/10/2025
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