di DON MICHELE ROMANO - Nel brano Evangelico di oggi (Lc 11, 29-32), Gesù si trova davanti una folla "che si accalcava di fronte a lui" (v 29a), nella ricerca spasmodica di "segni". Questa generazione, dalle pretese arroganti, richiede a Gesù un "segno" straordinario per credere, rifiutando di vedere quelli che già sono presenti. Così Gesù, indica che l'unico "segno" che sarà dato a questa generazione, definita "malvagia"- ovvero, riluttante a convertirsi, dal cuore indurito (v 29b), che cerca nuovi "segni, sarà dato: Solo il "Segno" di Giona. Giona, pavido ed originalissimo Profeta, venne inghiottito da "un grosso pesce..., dove restò tre giorni e tre notti" (Gn 2, 1), e poi ributtato sulla spiaggia, per compiere la sua missione, metàfora di quanto accadrà a Gesù, che resterà per tre giorni nel ventre della morte, prima di tornare in vita. Ecco il grande *"Segno"* da riconoscere: *la Risurrezione* di Cristo Signore, fondamento della nostra Fede. Infatti, come Giona fu un segno per gli abitanti di Nìnive, perché la sua predicazione portò l'intera città alla conversione (animali compresi), divenendo il vero "segno" di Dio e della sua misericordia, così il Figlio dell'uomo - Gesù stesso - lo sarà per questa generazione. Un "Segno" più grande della Sapienza di Salomone, che pure attirò la Regina del Sud, la quale "venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone" (v 31b). Ebbene, ci dice Gesù: Ora è tempo di accogliere il mio "Segno", ovvero: La chiamata alla conversione, un chiaro invito a cambiare vita, riconoscendo la presenza di Dio nei tanti "segni" della nostra vita! Non ci accada di "abituarci" a Dio, di essere inghiottiti da una quotidianità, che anziché convertirci all'Annuncio della sua Parola, ci fa sempre chiedere prove nuove e più grandi, instaurando con Dio, un rapporto di ricatto, invece che di fiducia.
I tanti "segni", che Dio dissemina nella nostra vita: fosse anche una telefonata, un incontro sul treno o sull'autobus, un raggio di sole che entra in casa, questa stessa riflessione che stiamo leggendo..., tutto può costituire "Linguaggio di Dio", per arrivare a cogliere e valorizzare le tante "Dio- Incidenze, nella nostra giornata. Non possiamo sempre essere alla ricerca di qualcosa di prodigioso, in cui confidare. Ahimè, quante presunte apparizioni che, ancora oggi, ci fuorviano, quanti di noi, sono ancora vittime di maghi e chiromanti, che illudono la gente, con ingannevoli promesse di segni prodigiosi o miracoli. Tutto questo, ha solo generato nelle nostre città, gravi squilibri fisici e mentali, povertà ed emarginazione. Ecco perché si va sempre alla ricerca di qualcosa di prodigioso e di eclatante. In verità, invece, c'è un urgente bisogno che le nostre strade e le nostre piazze, siano di nuovo traversate dalla predicazione del Vangelo, come fece Giona, che predicò la penitenza a Nìnive. E sappiamo bene, come l'annuncio del Vangelo, sia più prezioso della Sapienza di Salomone, e ben più forte della predicazione di Giona. Una cosa è certa: Dio non ama le apparenze e le stravaganze, i suoi "segni" sono piccoli, nascosti, ma che costituiscono un autentico "Linguaggio di Fede", tutto da decodificare, che richiedono una profonda vita interiore per scorgerli, una capacità e un desiderio di fare silenzio attorno a noi. Solo la continua e perseverante crescita nella sequela di Gesù, ci farà sempre più riconoscere i suoi doni, accogliendoli con gioia nella nostra vita. A tal proposito, mi piace concludere, riportando una bellissima Preghiera, di Paolo Curtaz: "Signore, Maestro, donaci oggi di riconoscere i "segni" della tua presenza in ciò che faremo, nelle persone che incontreremo, e di stupirci ancora e sempre della tua amicizia, perché ben più di Giona c'è qui, ben più di Salomone: *Il Figlio di Dio Incarnato*, Amico degli uomini, il "Segno" più grande della Misericordia di Dio, che vive con noi, per i secoli eterni. Amen! A tutti, giunga l'Augurio, di trascorrere una serena e santa giornata.
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