We're sorry but our site requires JavaScript.

 


Mandatoriccio (Cosenza) - ''Signore, insegnaci a pregare''!


di DON MICHELE ROMANO - Nella pagina del Vangelo di oggi (Lc 11, 1-4), i discepoli, visto il tanto tempo (notti insonni), che il loro Maestro passava in Preghiera, gli chiedono: "Signore, insegnaci a pregare"! La risposta di Gesù, non vuole essere una dissertazione sulla Preghiera, o un Trattato dove si esplica il modo di pregare, ma, senza preambolo alcuno, un modo semplice ed efficace di rivolgersi al Padre, chiamandolo: *Abbà* (Lett. "Papà"). In questo termine, è racchiusa tutta la bellezza e la ricchezza di una relazione, che ci fa rivolgere a Dio, nostro Creatore, chiamandolo "Papà", proprio come fanno i Bambini con loro Genitori, poi da adulti, useranno il termine "Padre". Dobbiamo sempre più prendere consapevolezza, che non siamo "mònadi", ma persone chiamate a vivere una relazione di fraternità. Ecco perché Gesù, ci insegna a dire: "Padre nostro", non mio! Non nasciamo, e non moriamo per caso, non ci siamo fatti da soli, qualcuno ci ha voluto qui sulla Terra, per raggiungerlo domani in Cielo. In verità, Luca, riporta la versione più breve del "Padre Nostro", rispetto a Matteo, ridotta, diremmo, all'essenziale:
Ci viene prospettata l'immagine di Dio, come Padre, che fonda la sua relazione con noi, suoi figli, non sul potere e l'autorità, bensì sull'affetto e sull'intimità. Questa meravigliosa Preghiera, è un rapporto diretto, tra un "Tu", che è il Padre, ed un Noi", in quanto siamo in comunione col Figlio e i fratelli. In questa Preghiera, riconosciamo il Padre, sorgente della nostra vita: Per questo chi prega vive, e chi non prega muore, secondo il detto di Sant'Alfonso Maria de' Liguori: "Chi prega si salva e chi non prega si danna"! Si impara a pregare, pregando! Devo confessarvi che nella mia Vita, ho avuto modo di sperimentare la verità di questa massima. Ero Parroco ormai da dieci anni, parliamo del 1989, in un paesino della nostra Diocesi: San Lorenzo del Vallo, quando il santo Vescovo di allora, Monsignor Serafino Sprovieri, mi chiese: "Michele, ti chiedo di lasciare la Parrocchia, per venire a Rossano, a fare il Rettore del Seminario Diocesano; abbiamo bisogno di riprendere la Pastorale Vocazionale. Rimasi esterefatto e replicai; Ma, Ecc.za, io non ho alcuna esperienza in merito, non so come si fa il Rettore del Seminario. Lui mi rispose, con un affettuoso dire: Te lo dico io, come si fa il Rettore del Seminario (e lo poteva ben dire, avendo fatto il Rettore del Seminario, per più di 40 anni!), sai come si fa il Rettore del Seminario? Facendo il Rettore del Seminario. A consolazione di questo, mi portò anche un simpatico esempio: del resto, come si impara ad andare sulla bici? Montando sulla bici e cominciando a pedalare! Mi rassicurò a tal punto, che accettai con gioia, e per circa sei anni, sono stato Rettore del Seminario e, grazie a Dio, tanti Giovani di quel periodo, grazie anche alla bella iniziativa del "Seminario Diaspòra, oggi, sono Sacerdoti della nostra Chiesa Diocesana, Alunni di quel periodo davvero bello, per la nostra Pastorale Vocazionale. Questo, amici cari, per dire che, solo Pregando, impareremo a Pregare, solo imparando da Cristo, pregheremo come Cristiani, figli del *Padre*, che vivono secondo lo spirito del Vangelo. Dio ha dato prova di amarci: "Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi" (Rm 8, 32a). *Sia santificato il tuo nome*: "Il nome di Dio è santificato, quando accogliamo il suo amore e la sua paternità. Dal rifiuto della paternità di Dio, e dalla ricerca della propria Gloria, radice di ogni peccato, nasce l'orgoglio, che ci allontana da Lui e ci divide tra di noi: "E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio?" (Gv 5, 44). *Venga il tuo regno*: È affermare soprattutto la sovranità di Dio, che con l'avvento del suo Regno, nella persona di Gesù, ci libera da ogni schiavitù di Satana, e dalla Dannazione eterna! *Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano*:
I termini "oggi" e "quotidiano", non sono una tautologìa (ovvero, non sono "sinònimi"), ma è un voler riconoscere la Paternità di Dio, che ogni giorno ci porge il "Pane", che ci basta per "oggi" (il Pane "Quotidiano"). Confido, cioè, nella sua benevolenza, non sul mio accumulo, o sulle mie sicurezze umane. Del resto, anche
nell'Esodo Dio sfamò, secondo questo dettame, l'Antico suo Popolo, con la Manna nel deserto: "Raccoglietene ogni giorno, quanto ciascuno può mangiare, un "Omer" a testa..." Es 16, 16). Il Pane, è il dono del suo Amore, ma dopo il peccato, purtroppo, il pane "va guadagnato con il sudore della fronte" (Gen 3, 19), diversamente, è rubato! Anche se integni o perversi, Dio ci concede sempre gratuitamente questo Pane, perché ci ama non per i nostri meriti, ma per il nostro bisogno. *Perdona i nostri peccati*: Come il Padre ci ha creati "per-dono", così anche nel suo Amore, ci ricrea col suo "per-dono"! Nessuno di noi, pertanto, si consideri un giusto, ma solo un "giustificato". La cecità di chi si ritiene "giusto" (vedi il fariseo nel Tempio- Lc 18, 9-14), e non conosce il perdono da dare e da ricevere, commette peccato, contro lo Spirito Santo! *Non abbandonarci alla tentazione* (anche se io, avrei preferito sostituire la preposizione "Alla", con "Nella" Tentazione, perché, come il verbo usato precedente: "Indurre", così, anche il verbo "Abbandonare", sono entrambi Verbi, che nella grammatica, reggono il Complemento di "Moto in Luogo"  e non "a Luogo!"):
Chiediamo a Dio di non "cadere", quando siamo tentati. Anche a questo riguardo, la parola di Dio ci rassicura: "Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere"(1Cor 10, 13b). La più grande tentazione, è quella di perdere la fiducia nel Padre. Gioiamo, invece, del fatto che la nostra Fede, si fonda sulla Vittoria che ha vinto il mondo. Infine, è bene considerare, come Dio non interviene mai con violenza, come noi spesso, vorremmo che agisse, ma Lui aspetta pazientemente "dalla terrazza del cielo", il nostro ritorno nella sua casa, un Dio che tollera il male, per trarne il bene. Invece, tante volte, noi ci lamentiamo perché le cose non vanno, come noi vorremmo, altro che "sia fatta la tua volontà", noi vogliamo che prevalgano le nostre idee, il nostro punto di vista, che possano morire tutti i malvagi e chi ci fa del male! È qui che entra in gioco, la pazienza di Dio, vero Padre, che accetta persino che noi si sbagli, che ci chiudiamo nel nostro orgoglio, pensando che prima o poi il nostro modo di vedere e di agire, dovrà pur trionfare! "*ABBA*": Tu che fai splendere il sole sui buoni e sui malvagi, che non tiene conto del male ricevuto, "insegnaci a pregare", suscita in noi il desiderio di amarti, come tu ci ami. Amen! Auguro a tutti di cuore, di trascorrere una serena e santa giornata.


di Spazio autogestito dalla parrocchia 'San Giuseppe' Mandatoriccio Mare | 08/10/2025

Pubblicità

Servizi studio di sociologia Spazio pubblicitario disponibile vendesi tavolo da disegno studio sociologia


Testata Giornalistica - Registrazione Tribunale di Rossano N° 01/08 del 10-04-2008 - Nessun contenuto può essere riprodotto senza l'autorizzazione dell'editore.

Copyright © 2008 - 2025 Ionio Notizie. Tutti i diritti riservati - Via Nazionale, Mirto Crosia (CS) - P.IVA: 02768320786 - Realizzato da CV Solutions

Ogni forma di collaborazione con questo quotidiano on line è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita - E-mail: direttore@ionionotizie.it