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Mandatoriccio (Cosenza) - Francesco, il 'poverello' di Dio


di DON MICHELE ROMANO - Il brano di oggi (Mt 11, 25-30), ci dice che la Verità del Vangelo, non si basa più sulla testimonianza dei Profeti, ma sull'Incarnazione stessa della Parola, ovvero: Non è più solo un Testo "Ispirato", ma una Persona: Cristo Gesù, ed è solo in Lui che troviamo la "chiave" della nostra Fede, e del nostro essere al mondo. È questo che darà "ristoro" alla nostra vita; È questo che rende il "giogo dolce", ed il "peso leggero", perché sollevato dalla sua Salvezza. Le bellissime parole  con cui si apre la pericope Evangelica di oggi: "Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli" (v 25), hanno trovato piena realizzazione, nella vita di San Francesco d'Assisi, che ha saputo accogliere la rivelazione di Gesù, con cuore umile e semplice, tipico di un bambino  a cui Dio ha rivelato i misteri del suo Regno; che ha saputo vivere "alla lettera", ogni parola di Gesù, che diventeranno, poi, la "Regola" della sua vita. Ancora oggi, la sua profonda e toccante esperienza spirituale, anche dopo otto secoli, è rimasta sempre "attrattiva", punto di riferimento e luminosa sorgente di ispirazione spirituale, per innumerevoli schiere di credenti. Lui, per amore del Signore, volle sempre rimanere "piccolo:, tant'è che non si ritenne degno di poter diventare Sacerdote, per rimanere un semplice Fraticello. È stato un uomo "povero" di tutto, ma "ricco" di Dio e della sua gioia, anche nella sofferenza, in pace con tutto il Creato, che riconosceva e chiamava tutti "fratelli e sorelle", compresa la Morte. A suggello di questo intenso rapporto di identificazione con Cristo, annunciato Re da Davide: la cui "Corona" è stata di spine, ed il "Trono" è stata la Croce, verso la fine della sua vita, ricevette in dono da Gesù, persino le "Stimmate"! Francesco, nella sua vita, comprese quanto fosse importante accogliere tutte le creature, senza cedere al giudizio, ma spalancando il cuore, a quell'Amore, che gli faceva sentire dolci, anche le pene! Così, intese portare il "giogo" del Signore, caricandosi del peso degli altri, aiutandoli, comprendendone limiti e fragilità, dove l'esempio più luminoso rimarrà sempre: l'abbraccio con il Lebbroso. Il poverello di Assisi, sconvolge così, ogni prototipo di un Dio, relegato alla semplice partecipazione alla Santa Messa Domenicale, o ad una Novena, o Processione che sia, in una società medievale, qual' era la sua, travolta da attitudini scandalose: Papi-principi, Vescovi-padroni, che offuscavano la bellezza di un Vangelo, che accende e travolge. Ecco perché, ancora oggi (e noi con loro), gli Ortodossi, chiamano San Francesco:
*L'Omoiotèta*,
ovvero:  il "Somigliantissimo a Cristo". San Francesco, conobbe davvero il mistero di Cristo, comprese che al centro del suo mistero, stavano la sua Morte e Risurrezione. Nessuno meglio di lui, ha potuto ripetere, dopo una vita "misurata" sul Vangelo, le parole di Paolo: "Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo" (Gal 6, 14). Abbracciato il Vangelo "sine glossa": deformanti o riduttive! Scrive di lui, San Bonaventura: "Non temeva censori e predicava la verità con estremo coraggio", e con ardore poteva ancora ripetere con l'Apostolo: "D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo" (Gal 6, 17). Francesco, per il suo tempo è stato un *Folle*, che ha seguito con fedeltà la sua chiamata, ha saputo "osare", che un giorno, ha smesso le vesti del giovane rampante, per vestire quelle urticanti del "sacco". È  stato un folle "innamorato" dello Sposo, che
lo cerca, inquieto, che accetta di rivedere la sua "Regola", considerata impraticabile da tutti: Cerca di convincere il Sultano, a lasciar perdere la guerra; insegna ai poveri di Greccio, a fidarsi di quel Bambino, nato in una stalla; canta a squarciagola le lodi di Dio e delle sue Creature; sa convertire i Lupi, quelli a quattro zampe, e a due zampe; sa predicare ai pesci e agli uccelli. Tutta questa sua "follia", è ciò che oggi, manca proprio al nostro Cristianesimo, piuttosto severo e compassato, irrigidito, e a volte, anche noioso. In lui, il Signore ha esaltato il valore della semplicità, rendendolo destinatario privilegiato del suo Amore; Ecco perché poteva cantare: Resto quieto e sereno, come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l'anima mia" (Sal 131, 2). il Dio di Gesù Cristo  che ha voluto vivere l'austerità più assoluta, non poteva che prediligere la povertà e la piccolezza: "Cristo Gesù..., da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà" (2Cor 8, 9). Nell'odierno contesto, di una società arrivista, come la nostra, dove tutti aspirano alle vette del potere e ai posti altisonanti, Francesco ha saputo scegliere, la modestia e la semplicità di vita, la vera umiltà, foriera di tanti benefici e di felicità. Sembra ripeterci: È qui, che troverete ristoro per la vostra vita...! Grazie, ed auguro a tutti, una serena e Santa giornata, ma in particolar modo, Auguri cordiali a coloro che portano il bel nome di San Francesco.


di Spazio autogestito dalla parrocchia 'San Giuseppe' Mandatoriccio Mare | 04/10/2025

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