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Mandatoriccio (Cosenza) - ''Verranno i giorni e allora digiuneranno''!


di DON MICHELE ROMANO - Il Vangelo di stamane (Mt 9, 14-17), ci esorta a procurarci "Vini nuovi ed Otri nuovi". È su questo invito di Gesù, che la Chiesa chiede a tutti noi Cristiani, alcuni cambiamenti: Abbandonare le strutture caduche, che non servono più, e prendere otri "nuovi", quelli proposti dal Signore nel Vangelo, per meglio compiere la nostra missione profetica, con la testimonianza della nostra stessa vita. Con Gesù è iniziata una nuova era, inaugurata con una nuova dottrina, insegnata con autorità ("otri nuovi"). E come per tutte le cose nuove, si verifica il contrasto con le pratiche e l'ambiente circostante ("otri vecchi"). Come i Farisei si erano scandalizzati per la sequela di Matteo, e per il paralitico guarito, così anche i discepoli di Giovanni, non comprendono il motivo del digiuno dei suoi discepoli, e così Gesù risponde: "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?" (v 15a).
Il digiuno, era (ed è!) una pratica penitenziale, che contribuisce a farci cogliere due obiettivi:
Implorare la Misericordia Divina, e farci conquistare il prezioso "Self Control" sui nostri istinti, e la libertà di cuore. Perciò, come potevano digiunare, se Gesù - lo Sposo ! - era con loro? Non avrebbe avuto alcun senso! C'era solo un atteggiamento possibile: la "Gioia", ossia, godere della presenza di Gesù in mezzo a loro, relazionarsi in un modo nuovo con Dio, un nuovo spirito, capace di frantumare tutti quei modi comportamentali, legati all'ipocrisia e al legalismo farisaico! In Gesù cogliamo la duplice dimensione di presenza: *Oggi c'è*, e Lui ce lo assicura: "Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28, 20); *E non c'è*, perché è tornato al Padre, e così acclamiamo: "Vieni Signore Gesù!" Oggi viviamo i tempi dell'attesa, del *Già e non Ancora*! Ecco, allora, che il "Digiuno", acquista un nuovo significato: Non solo penitenza, ma preparazione, per un più significativo incontro col Signore Gesù. Tuttavia, dobbiamo prendere consapevolezza che, nel contempo, siamo: "Otri" ancora "vecchi", nell'atteggiamento di penitenza (Qui, consoliamoci, perché nessuno è perfetto!), e "otri nuovi", che si sforzano ogni giorno, di ascoltare la Parola, perché ci illumini e ci sostenga. Ora, questo, per noi, è il tempo del "nuovo", effervescente come vino nuovo, forte e resistente come un "panno grezzo". Un tempo che obbedisce alla legge della gioia: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete e udire ciò che voi udite" (Lc 10, 17-24). Mentre il vino "nuovo", è simbolo del Tempo della Salvezza, il "nuovo", è il Regno di Dio che Gesù inpersona ed annuncia. Con le due immagini: del pezzo di stoffa grezza e del vino nuovo, Gesù ribadisce l'inconciliabilità del suo Vangelo, con le antiche strutture religiose e il loro contenuto.
I contenitori religiosi precedenti (le vecchie strutture del giudaismo!), non vanno riparati, ma sostituiti. Per questo, ogni tentativo di conciliazione, è destinata al fallimento.
Il Vangelo, non è una pezza nuova, su un vestito vecchio, né un vino nuovo, messo in un contenitore vecchio. San Paolo, dedicherà l'intera lettera ai Gàlati, su questo tema. Le forme "nuove", e i contenuti "nuovi", che Gesù ci ha proposto, sono quelli che ha proclamato, nel Discorso della Montagna (Mt 5, 1-12). Auguro a tutti di cuore, di trascorrere una serena e Santa giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 05/07/2025

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