di DON MICHELE ROMANO - Nel Vangelo di oggi (Gv 20, 24-29), il vero problema di Tommaso (detto "Dìdimo"-Semplicione!), di cui oggi celebriamo la Festa, risiede proprio in questo versetto iniziale: " Non era con loro quando venne Gesù" (v 24b).
È un po' l'esperienza di tutti noi, quando vediamo altri, che vivono un incontro con Cristo, e a noi non dice nulla, anzi, spesso rimaniamo frustrati, e ci chiediamo: "Perché non sento anch'io, le cose che sentono gli altri?" Da qui capiamo, il desiderio impellente di Tommaso, quando gli altri Apostoli gli dicono: "Abbiamo visto il Signore" (v 25a), e lui che prontamente risponde: "Se non vedo..., se non tocco..., io non credo!" (v 25b). Gesù lo libera da questa "frustrazione", "otto giorni dopo (quando) i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso" (v 26a), dicendogli: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani: tendi la tua mano e mettila nel mio fianco!" (v 27a). Certo, volendo "attualizzare", anche nella nostra esperienza di Fede, spesso accusiamo fasi di aridità spirituale, e sentimenti di assenza, ma questo non vuol dire che non abbiamo Fede. Siamo chiamati, in questo caso a fare "memoria", di una Verità, che in quel momento non vediamo in maniera diretta! È un po' come camminare al buio, con la memoria della luce, perché la vera Fede, non è "vedere" la luce, ma "credere" in essa, anche quando intorno a noi, è tutto buio! Se, in definitiva, la luce la vedessimo, non avremmo bisogno della fede. Gesù, poi, gli disse: "Perché mi hai veduto, tu hai creduto: beati quelli che non hanno visto e hanno creduto" (v 29). Tommaso viene (velatamente) "rimproverato", perché ha preteso di "vedere" e "toccare", non accogliendo la testimonianza degli altri discepoli: *"E non essere incredulo, ma credente"* (v 27b). Questa è, invero, la condizione degli "uditori" del Vangelo, ancora oggi: Possono accedere al Risorto e alla realtà della sua manifestazione alla Chiesa, mediante i suoi Testimoni.
Gesù, mostra tutta la sua grande Misericordia, ribaltando ogni nostra aspettativa: Proprio quando ci allontaniamo, è Lui che si avvicina, e ci concede l'intimità di "toccare" le cicatrici più dolorose, ovvero, ci mostra le sue ferite, per aiutarci a guarire le nostre! Tuttavia, Tommaso, fa a tutti noi, un grande Dono, con il suo atteggiamento ideale della fede in Cristo: "Mio Signore e mio Dio" (v 28); Ma dà anche a Gesù, la possibilità di proclamarci, quella che è considerata la "nona" Beatitudine: "Beati (sono) quelli che non hanno visto e hanno creduto" (v 29). Avendo "toccato" il costato di Cristo, possiamo dire che nella sua semplicità e spontaneità Tommaso ("Diòm"-l'Incredulo!), è stato il primo "devoto" del Cuore di Gesù. Lo stesso San Tommaso d'Aquino, ci dice che: "Nella sua incredulità, l'incredulo Tommaso, ha vinto ogni sua riluttanza ed è stato condotto alla Fede, proprio dalla ferita del cuore di Cristo!" Infine, notiamo come l'esortazione di Gesù a "non essere incredulo, ma credente", conduca Tommaso a proclamare, quella che è stata considerata la "Professione di Fede" più alta del Nuovo Testamento: "Mio Signore e mio Dio", dove l'aggettivo "mio", davanti a: Signore e Dio, denota una vera dimensione di Amore e di appartenenza. Oggi, purtroppo, anche in tanti (cosiddetti) Cristiani, si registra una sete insanziabile (ed alquanto preoccupante!),di: Apparizioni, prodigi, messaggi celesti, ecc., misconoscendo che: "Dio si è manifestato in modo autentico e definitivo nella Sacra Scrittura, che rappresenta la Regola suprema della Chiesa, ed il nutrimento sano e sostanzioso della vita del popolo di Dio" (DV, 21).
Nel formulare gli Auguri più cordiali, a tutti voi che portate il bel nome di Tommaso, auguro, nel contempo, a noi tutti, una serena e santa giornata.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 03/07/2025
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