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Mandatoriccio (Cosenza) - Che consolante certezza: Dio è nostro Padre!


di DON MICHELE ROMANO - Nella meravigliosa Perìcope del Vangelo di oggi (Mt 6, 7-15), Gesù ci insegna a non comportarci come i pagani, che si profondevano in lunghi e pressanti monologhi, convinti di strappare ai loro Idoli, i favori di cui ciascuno aveva bisogno. Certamente, questo non può essere il nostro modo di Pregare, in quanto noi ci rivolgiamo a un Dio- Padre, che vede e scruta i nostri pensieri e i nostri cuori: "Egli sa, prima ancora che gliele chiediamo, di quali cose abbiamo bisogno" (v 8). Ecco, allora, che Gesù si rivela a noi quale Maestro di Preghiera: "Voi dunque pregate così" (v 9). E qui, Gesù, ci consegna la "Perla preziosa", la Preghiera più sublime, che mai si poteva pensare: *Il Padre Nostro*. La Preghiera per eccellenza, che costa di sette petizioni, chiare e semplici, che contrastano con la nostra verbosità! Possiamo anche dire, che il Padre Nostro, è la sintesi dell'intero Evangelo, tutto centrato sul Regno di Dio. Gesù ci ha sempre insegnato: "Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Mt 6, 33. Dire: *Padre nostro*, il rivolgerci a Dio, chiamandolo "Padre", nasce dalla consapevolezza di essere "figli Amati", certi di vivere con Lui, una familiarità confidente (Questa è vera "Parresìa!"), che caratterizza questo nuovo rapporto, tipico dell'originalità Cristiana (Gal 4, 6; Rm 8, 5). L'aggettivo *nostro*, esprime l'aspetto comunitario della preghiera, nella sua universalità ed ecumenicità, aperta, cioè, ad ogni credente. L'espressione *che sei nei cieli*, ci richiama la Trascendenza e la Signoria di Dio: Egli è vicino e lontano, è Padre e Signore! *Sia santificato il tuo nome*: Questa invocazione ha il verbo al passivo; Ciò significa che la Santificazione del nome, è opera di Dio, indica la possibilità di svelare il suo volto, nella storia della salvezza (Cfr Ez 36, 2-29). *Venga il tuo regno*, comprende la vittoria definitiva sul male, sulla divisione e sulla morte, implicando anche un'assunzione di responsabilità, chiedendo a Dio il coraggio di "costruirlo". *Come in cielo così in terra*: È qui in terra, che si prepara la vita del mondo che verrà, Dio ci ha fornito le coordinate del Progetto della Città Celeste, la santa Gerusalemme, che è nostra Madre. *Dacci oggi il nostro pane quotidiano*. Il pane, non è solo frutto della terra e del lavoro dell'uomo, ma è anche e soprattutto, Dono del Padre. Nella richiesta, non solo esprimiamo il senso comunitario (il "nostro" pane!), ma anche un senso di sobrietà (il pane per "oggi"). L'aggettivo "quotidiano", non è tautologico all'oggi, ma semplicemente con esso, vogliamo esprimere la nostra totale Fede e fiducia in Dio, che non ci farà mancare "il pane (anche) per oggi". Domani confidiamo sempre nella sua Provvidenza (Cfr Es 16, 21). Le ultime tre domande: *Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori* e *non abbandonarci alla tentazione*, *ma liberaci dal male*, riguardano sempre il Regno di Dio, ma "dentro di noi". Anche se questa Preghiera, si apre con il Padre e termina con il Maligno, chi conosce Le sollecitazioni di entrambi, è sempre l'uomo! Ma è il vero Discepolo, sa che niente e nessuno lo potrà mai separare dall'Amore di Dio: "Nessuno può strapparle dalla mano del Padre" (Gv 10, 29b). L'unico commento che fa Matteo, è solo su un punto: "Rimetti a noi i nostri debiti", dove aggiunge: "Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi" (v 14). Questo ci dice, che il "Perdono", rimane sempre il tratto distintivo di ogni Cristiano! Auguro a tutti di cuore, una serena e santa giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 19/06/2025

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