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Mandatoriccio (Cosenza) - Il vostro parlare sia: ''Si, si'' , ''No, no''!


di DON MICHELE ROMANO - Nel brano evangelico di oggi (Mt 5, 33-37), Gesù ci dice, non solo di non giurare: "Non giurate affatto: "Né per il cielo..., né per la terra" (v 34), ma ci raccomanda di impegnarci sempre, per il trionfo della Verità: "Sia invece il vostro parlare: "Sì, sì", "No, no"; il di più viene dal Maligno" (v 37). La "menzogna" (e il demonio - ci dice il Vangelo - è il padre della menzogna - Gv 8, 44), è l'offesa più diretta alla Verità, perché offende la relazione fondamentale dell'uomo e della sua parola, con il Signore. Non è certo giurando su Dio, o sul Tempio, o sul tesoro del Tempio, che si garantisce l'onestà dell'affermazione. Quante volte, invece, con i nostri "giuramenti", tiriamo in ballo Dio, in faccende che con Lui non centrano molto! Il nostro parlare, dovrebbe essere sempre "forte e chiaro", sapendo dire sì e no, davanti alla Verità o alla menzogna. Meglio essere sinceri sempre; essere, cioè, trasparenti. Ma per esserlo, dobbiamo anzitutto imparare a esserlo con noi stessi, confrontandoci con lo "specchio" della Parola, perché solo in Dio scopriamo chi siamo e a cosa siamo destinati. Solo in Dio, possiamo non avere paura, accogliere le nostre ombre, e lasciarle illuminare dallo Spirito, che ci darà la forza (e forse anche la capacità di saper sorridere!), di riconoscere i nostri peccati e le nostre fragilità, senza per questo, scadere nello scoraggiamento. C'è, addirittura, chi sostiene che occorre un'operazione di "igiene" delle parole. Alda Merini, a tal proposito, consiglia: "È sempre bene, scegliere con cura, le parole da non dire", perché talvolta, ignoriamo il potere distruttivo del nostro parlare, mentre dovremmo usare sempre e solo parole di Benedizione, che, cioè, dicono-bene degli altri. Infatti, c'è una "Misericordia", anche nella lingua, e, guarda caso, è racchiusa nel silenzio! Non abbiamo bisogno di "giurare" per essere "creduti" e "credibili", siamo sufficientemente adulti per dire la verità, anche quando è scomoda. La Verità - dirà Gesù - vi renderà liberi" (Gv 8, 32). Certo, il Signore ci chiede anche di: "Essere prudenti come i serpenti e semplici come le colombe" ( Mt 10, 16), in modo che il nostro linguaggio, e la nostra Fede, non vengano derisi, da chi vive nelle tenebre, e gode nel distruggere chi cerca la luce. Il Vangelo di oggi, poi, si chiude con quella singolare espressione: "Il di più" (v 37b) che, ahimè, è sempre in agguato: È la "tentazione" di voler mostrare agli altri, *di più* di quello che siamo" (vanto di gloria, nella falsa umiltà!), o di fare *di più* di quello che possiamo (meglio coltivare la trasparenza e la coerenza). Le quattro formule di giuramento, riportate dal testo Evangelico, e proibite energicamente da Gesù, richiedono, pertanto, la veridicità: sia davanti a Dio, che davanti agli uomini: "Non giurate affatto" (v 34a). Nel nostro mondo, purtroppo, si è poco abituati alla schiettezza, alla franchezza, alla "Parresìa", come la chiama il Vangelo. Ma il Signore, oggi, ci invita a essere "trasparenza"; non abbiamo bisogno di farci vedere, di "apparire" migliori, di quello che veramente siamo. Dio ci ha creati, ci ama per quello che siamo: con i nostri pregi e difetti. Anima allora, Fratelli, diamo testimonianza al Signore, e che il nostro parlare (da) oggi, sia: Sì? sì - No? no. Certi che il di più viene dal Maligno, a tutti auguro, una serena e santa giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 14/06/2025

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