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Rossano (Cosenza) - Il 26 giugno presentazione del libro di Carlino sulla lavorazione della pipa


Artigianato e attività produttive nella Sila Greca. La lavorazione della pipa a Mandatoriccio  è l’argomento sul quale l’Università popolare rossanese intratterrà quanti interverranno all’incontro di giovedì 26 giugno 2025, alle ore 18,15, presso la sede dell’Istituto, nel Palazzo San Bernardino, nel Centro Storico di Rossano, per trascorrere insieme una serata all’insegna dell’arte e dell’artigianato del territorio. L’incontro, previsto dal programma dell’Istituto, si terrà in collaborazione con la Grafosud, di Rossano, Impresa storica della Camera di Commercio di Cosenza e la Casa Editrice conSenso publishing di Rossano, editori delle due pubblicazioni di Franco Emilio Carlino, Segretario dell’Università Popolare Rossanese, che per l’occasione saranno di riferimento nel corso dei lavori della serata. Il primo: Storia di una Famiglia. I Carlino di Mandatoriccio originari di Cinquefrondi (RC). Tra Arte, Artigianato Artistico e Genealogia e il secondo: La Sila Greca. Tra Storia e Feudalità. I Feudi del suo Territorio.

    L'incontrosarà sarà introdotto e coordinato da Gennaro Mercogliano, direttore dell’Università popolare. Interverranno mons. Luigi Renzo, Vescovo emerito della Diocesi Mileto-Nicotera-Tropea, nonché Componente dell’Università popolare Rossanese e Giuseppe Zangaro, docente, esperto di sviluppo e coesione territoriale, editore. Brani musicali eseguiti al pianoforte da Francesco Rapani, socio onorario dell’Istituto. I lavori saranno conclusi dall’intervento di Franco Emilio Carlino, segretario dell’Università popolare, autore dei volumi e rappresentante della famiglia Carlino che da oltre cento anni, a Mandatoriccio lavora l’erica arborea, materia prima per la produzione delle pipe.

“Oggi, a distanza di anni – scrive l’autore dei due volumi – sono voluto ritornare a parlare di Sila Greca, per approfondire quanto racchiuso nel precedente studio allargandolo principalmente alla storia dei diversi bor­ghi tutti ricchi non solo di vicende storiche e feudali, le quali, tutte e ognuna in particolare, sono in grado di appassionare il lettore, ma anche delle singole tradizioni in essi presenti.

Un territorio unico, che sin dalla Preistoria ha registrato il persistente avvicendarsi di differenti civiltà, in particolare quella della Magna Grecia (VIII secolo a.C.), i cui testimoni fu­rono Enotri, Greci, Bruzi, Romani, Visigoti, Bizantini, Longo­bardi, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Francesi, Austriaci, e una infinità di feudatari che governarono Baronie, Signorie, Ducati, Marchesati e Principati ai quali ven­nero infeudate le diverse Terre formando così una moltitudine di Feudi e di Casali, raccontati, nei secoli, nelle loro vicende storiche, feudali e umane, da non pochi scrittori che ci hanno tramandato la memoria storica di questi luoghi ricchi di civiltà con la presenza di una serie di indicatori, alcuni dei quali molto importanti come la lingua e la tradizione” Riguardo al volume sull’artigianato della pipa, così scrive il Prof. Gennaro Mercogliano nella Prefazione: “Tanta è infatti la passione che l’Autore infonde nella trattazione di questo suo prediletto tema, che questo vive e si racconta sub specie di nòstos sentimentale e di memoria. Ricordo familiare impresa e nome si confondono, infatti, nella meticolosa indagine dell’autore, aduso a tale prassi di puntiglioso lavoro sulle fonti, testimoniato in diverse altre meritevoli opere volte a più vaste tematiche.

     E tanto l’autore si sente personalmente implicato nel tema che già sotto le vesti di un accattivante profilo di fanciullo dal nome “anglisante”, Emyl, ne cava un piacevole racconto, nel quale egli stesso si rivela coinvolto sotto ogni profilo, di adolescente, di uomo e di artigiano nascente, in una affascinante avventura di famiglia.

     Narra, Carlino, del nonno Francesco, fondatore dell’impresa, approdato nel 1905 da Reggio Calabria alle ridenti contrade del Comune calabrese per compiere il primo passo di un’opera destinata a durare nel tempo e nell’economia non solo del paese.

     Fu, il nonno Francesco, capace di dar vita ad una realtà artigianale fervida di notevoli prospettive di avanzamento se, dal piccolo borgo presilano, essa conobbe, in progressione di tempo, una prorompente espansione verso l’intera Penisola e anche in direzione di aree geografiche e mercati di respiro internazionale.

     Un piccolo distintivo, - continua Mercogliano -, divenuto, anche all’estero, famoso marchio di fabbrica. Infatti, col passare del tempo, l’azienda fiorisce sempre più sostanzialmente e si amplia, sostenuta com’è, ancora dall’opera di chi, come Carlo Carlino, è rimasto in paese, rinnovandosi e aggiornando l’azienda su moderne basi tecnologiche, però sempre nel rispetto della tradizione e del lavoro di chi l’ha preceduto all’interno dello stesso ambito familiare. 

     In primis il padre di Carlo, Vito Carlino, del quale il figlio tesse, in termini di etica del sacrificio e del lavoro, una tenera e umanissima lode apologetica propria d’un figlio riconoscente, avviato, con amore rigore e perizia, all’attività di famiglia pur nella diversa opzione professionale operata successivamente durante la vita”.


di Redazione | 10/06/2025

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