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Mandatoriccio (Cosenza) - Gesù, vuole renderci partecipi della sua gloria


di DON MICHELE ROMANO - Anche oggi, nella pagina del Vangelo (Gv 17, 20-26), che caratterizza la "Preghiera Sacerdotale" di Gesù al Padre. Lui prega per i futuri credenti (v 20), quindi anche per tutti noi. Questa "Unità" di tutti i credenti, tra di loro e con Gesù, e l'Unità di Gesù col Padre: "Che tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (v 21), deve costituire la viva testimonianza, "che il Padre lo ha mandato, e che ama tutti i credenti, come ha amato Gesù (v 23). È la Preghiera di Gesù, che va al Padre, perché i discepoli trovino forza e sicurezza, durante la loro "Missione" nel mondo, per superare le immancabili difficoltà e pericoli, connessi alla loro testimonianza: "Non prego solo per questi, ma anche per quelli che...!" (v 20). Queste parole, sono giunte, attraverso i secoli, anche a noi, con la stessa forza con la quale furono pronunciate, fino a raggiungere il cuore di tutti, e, soprattutto, ad ognuno di noi credenti, che oggi formiamo la sua Chiesa. Tuttavia, sappiamo che la perfezione di questa "Unità", la potremo raggiungere soltanto nell'Unione intima con Gesù: "In lui e e con lui saremo una cosa sola" (v 21a).
È impossibile immaginare una Chiesa senza Cristo, e Cristiani divisi da discordie e gelosie. Solo una grande "Testimonianza" di Amore fraterno, sarà la garanzia necessaria, a perfezionare questa Unità.
E qui scatta l'inevitabile responsabilità, che incombe su ciascuno di noi; San Paolo ci ricorda che: "Siamo stati comprati a caro prezzo...!" (1Cor 6, 20). Cristo ci ha redenti, rendendoci figli di Dio, resi capaci, cioè, di Amore autentico, verso Dio e verso il nostro Prossimo, perché: "Siamo stati dissetati da un solo Spirito" (1Cor 12, 13b). Purtroppo, oggi, il mondo ignora la bellezza di questa meravigliosa esperienza, tocca a noi il compito di testimoniarla e farla conoscere, nel corso dei secoli: "Affinché il mondo creda che tu mi hai mandato" (vv 21 e 23). Anche se il compito, sappiamo, è assai arduo, non possiamo tirarci indietro, anche perché Dio ha riposto la sua fiducia in ciascuno di noi. Consolante leggere, come nel v 24, Gesù esprima la sua estrema volontà: "Padre, voglio...!" chiedendo al Padre, che i suoi discepoli partecipino alla sua Gloria in Paradiso. Del resto, anche al malfattore crocifisso con Lui, Gesù assicura: "Oggi, con me sarai nel paradiso!" (Lc 23, 43). L'invocazione finale di Gesù: "Padre giusto", è una variazione di "Padre santo" (Gv 17, 11), perché entrambe le invocazioni, esprimono la trascendenza e la natura di Dio. Infatti, se andiamo ad analizzare il Salmo 146,17 gli aggettivi "Giusto" e "Santo", riferiti al Signore, sono sinonimi. La testimonianza di amore ed unità col Padre, che Gesù oggi ci consegna, deve poter attivare anche la nostra "unità" nella Chiesa e con tutti i Fratelli. Una Unità, che non deve diventare omologazione, bensì ricchezza, pur sempre nella diversità! E di questa *unità*, purtroppo, che abbiamo urgente bisogno! Auguri a tutti, per una serena e santa giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 05/06/2025

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