di DON MICHELE ROMANO - Il racconto della "moltiplicazione dei pani", che leggiamo nel Vangelo di oggi (Gv 6, 1-15), riportato da tutti gli Evangelisti, quale centro dell'attività pubblica di Gesù, rivela un preciso significato Cristologico e sacramentale, perché ci introduce al grande discorso sul "Pane della Vita". Il mare di Galilea, conosciuto anche come Lago di Genèsaret, qui è chiamato mare di Tiberiade, dal nome della città costruita negli anni 14-36 d.C., dal tetrarca Erode Antipa, in onore dell'Imperatore Tiberio. L'Evangelista Giovanni precisa che "Gesù salì sul monte" (v 3a), una specifica dal grande valore teologico, perché Dio, nella Tradizione biblica, si è sempre "rivelato", soprattutto, su un monte: il Sìnai (Es 19-20). Anche Gesù, quindi, quale Rivelatore "definitivo" di Dio, si manifesta sopra un monte. Ma prima di dare inizio al "Miracolo-Segno", Giovanni precisa che: "Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei" (v 4). Questa precisazione cronologica, all'Evangelista ed alla comunità Cristiana, che ha riletto il fatto alla luce della Risurrezione, serve come richiamo alla Pasqua Cristiana, simboleggiata dal "Pane spezzato", dove Gesù, in tal modo, porta a perfezione la Pasqua ebraica, facendola confluire del grande Banchetto Eucaristico Cristiano.
A questo punto, Gesù pone un’interrogativo, che mentre nei Sinottici è posto dai discepoli, qui, nel Vangelo di Giovanni, è Gesù stesso che mette alla prova Filippo: "Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?" (v 5b), dove l'Evangelista, sembra ispirarsi alle parole che Mosè rivolse al Signore: "Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo?" (Nm 11, 13). È la domanda, che dà inizio al tema della Fede, di cui è permeato tutto il capitolo sesto. La risposta di Filippo: "Diecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo" (v 7), dimostra che la "soluzione umana", per sfamare 5000 uomini (il che ci autorizza a pensare ad una folla, di almeno 30.000 persone!), non sarebbe bastata a saziare i bisogni dell'uomo. È solo Gesù che appaga in pienezza, ogni necessità e aspirazione, e, meraviglia delle meraviglie: "ne avanzano 12 canestri" (v 13a). Poi, Giovanni, specifica che i pani erano di orzo, per indicare che si tratta del pane dei poveri, ma anche per rievocare l'analogo prodigio, operato da Dio, per mezzo del Profeta Eliseo (2Re 4, 42ss). "Tutti mangiarono a sazietà", e poi Gesù disse: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto" (v 12). In tal modo si vuole sottolineare, il carattere "sacro" del pane avanzato, perché il pane di Gesù, a differenza della Manna nel deserto (Es 16, 20), viene vista in prospettiva eucaristica, "segno" della sua carne.
Il numero 12, poi, nella Bibbia, indica la perfezione e la pienezza, simbolo del Pane Eucaristico, capace di sfamare, non solo la fame spirituale dei cinquemila, ma di tutti gli uomini. Ma notiamo anche, come di fronte al problema e alla difficoltà, c'è un ragazzo che mette a disposizione, ciò che ha: "cinque pani e due pesci". La domanda è legittima: "Ma che cos'è questo per tanta gente?" (v 9). È vero! Troppo poco, anzi, niente! Ma il miracolo avviene, perché Dio valorizza il nostro " poco", per realizzare "quello che aveva in mente di compiere" (v 6b). È solo in Dio, che *dividendo le cose, si moltiplicano*!
È solo condividendo, allora sì, ce n'è per tutti, perché Dio non guarda la quantità, ma guarda il cuore! Il centro del miracolo, è il "Bene-dire" il nostro "poco", da parte di Gesù, parole che possiamo riascoltare ogni giorno, durante la Celebrazione Eucaristica: "Prese il pane, rese grazie, lo diede loro...!" Tutto questo ci deve anche far comprendere, l'origine di ogni cosa! Ogni cosa, non è nostra, è dono di Dio! Quante volte sentiamo dire: "Questo campo è mio!" "Questa è casa mia!" "Questa è la mia Parrocchia!"..., e tutti se ne sentono "padroni"!
Pura illusione!!! Sia il Campo, sia la Casa, così come la Parrocchia, sono stati "posseduti" o amministrati, da parte di tante persone (Ma nessuno, se l'è portata all'altro mondo!), persone che, pure, sono passate, ma ogni bene è rimasto, perché nessuno ne era possessore, ma solo usufruttuario o gestore! Purtroppo, neanche la vita è nostra: È un dono grande di Dio, che un giorno ci richiederà! Gesù ha distribuito a tutti il pane, per dire che siamo tutti una Famiglia! Questo ci deve far comprendere che, davvero, solo il Padre è "nostro", così come il Pane quotidiano è "nostro". Solo quando comprenderemo tutto questo, allora sì, che saremo davvero felici! Auguro a tutti, di trascorrere una serena e santa giornata.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 02/05/2025
Mandatoriccio: Gesù chiede a me: chi sono io per te?
Cosenza, 02/05/2025
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare
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