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Crosia (Cosenza) - C'è vita nella letteratura, il 4 aprile evento culturale al palateatro


C'è vita nella letteratura, questo il tema di un vivace evento poliedrico che si terrà al Palateatro comunale “G. Carrisi” di Mirto Crosia il 4 aprile alle ore 17.30, organizzato da una prestigiosa rete istituzionale. Riunitisi intorno alla comune volontà di rendere protagonista la letteratura reinterpretata e riletta attraverso la creatività artistica dei giovanissimi studenti del basso Jonio, guidati dai loro straordinari docenti, hanno messo insieme le loro forze per la realizzazione di questa manifestazione i seguenti soggetti: l'Uciim, sezione Mirto Rossano, (Ente di Formazione accreditato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito), guidato dalla già dirigente scolastica Pina De Martino; il Circolo culturale “Zanotti Bianco” di Mirto, che, ancor di più in occasione del suo 60^ anniversario, si sta rivelando una fucina continua di iniziative e incontri e si avvale, tra le altre, della qualificata competenza professionale del sociologo e giornalista Antonio Iapichino, che ne è presidente; e i tre eccellenti Istituti comprensivi di Crosia Mirto, Cropalati e Mandatoriccio, guidati rispettivamente dalla vulcanica d.s. Rachele Donnici, dal valido dirigente e musicista Giovanni Aiello, e dalla creativa d.s. Mirella Pacifico, nella doppia veste anche di presidente regionale dell'Uciim Calabria. Le riflessioni che emergeranno dai lavori degli studenti saranno ulteriormente arricchite dai prestigiosi interventi di Loredana Giannicola, Provveditore agli studi di Cosenza e Coordinatore regionale dei Dirigenti Tecnici della scuola, e Giuseppe Trebisacce, docente emerito di Storia della Pedagogia dell'Unical e Direttore editoriale della Jonia Editrice. Alessandra Mazzei, autrice di “Riabitare i classici” – Levia itinera tra letteratura e vita" (Jonia editrice 2024) concluderà l’incontro.  Venerdì 4 aprile, quindi, la possibilità di assaporare insieme un pomeriggio di comunità ricco di stimoli culturali ed educativi. 

“Riabitare i classici”, di seguito la recensione del dirigente scolastico Antonio F. Pistoia:
“Riabitare i classici” (Jonia Editrice, 2024) di Alessandra Mazzei è un libro che si lascia leggere con piacere e che trasferisce nel lettore un senso gradevole di leggerezza, quel tipo di leggerezza che ci consente di viaggiare con il cuore e la mente, liberi da zavorre e pregiudizi, verso orizzonti nuovi; una leggerezza che non ci fa smarrire nella superficialità e nella banalità, ma che –al contrario- ci accompagna nei punti più profondi della nostra anima. Il tema della più celebre lezione americana di Italo Calvino ha, nel libro di Alessandra, un riuscito esempio di svolgimento pratico e di riscontro operativo.

E poi è molto bella e rassicurante questa idea del riabitare i classici. Riabitare dà l’idea di un ritorno a casa, del riappropriarsi di uno spazio in cui ci sentiamo protetti, della condivisione di un luogo reso familiare da persone, cose e storie che rappresentano l’anima della comunità alla quale liberamente apparteniamo. Riabitare così assume il significato del co-abitare. Con chi? Con autori, personaggi, sensazioni, emozioni che continuano a parlarci, a ispirarci e a guidarci in questo mondo in cui è facile perdersi, disorientati da infinite distrazioni e minacciati da mille pericoli: una chiacchierata con Marguerite Yourcenar e il suo Adriano; un incontro con Whitman che ti legge i suoi versi; un breve ma intenso viaggio verso la propria anima in compagnia di Santiago, di Enea, di Creusa e di Astolfo; in silenzio ad ascoltare il racconto di Dante e rimanerne affascinati; e poi la fatica nell’accompagnare Francesco Petrarca nella scalata del Monte Ventoso e l’entusiasmo di seguire Giovanni Boccaccio e la sua Pampinea in fuga verso la salvezza e la gioia di vivere; un buon caffè da gustare mentre Vittorio Alfieri e Lucio Anneo Seneca discutono di volontà, talento, sogni da realizzare… E sono tanti altri gli incontri che Alessandra ci propone in questa meravigliosa abitazione dei classici, nella quale oltre a poeti e scrittori possiamo stringere la mano a filosofi, artisti, musicisti…

Il libro di Alessandra potrebbe essere benissimo letto come un compendio di didattica della letteratura, uno strumento utile per sperimentare percorsi nuovi per lo studio dei classici, una proposta agile ed efficace di spunti ed occasioni per esplorare se stessi, partendo dalle parole sotto forma di poesia e di narrazione. E in effetti in Riabitare i classici c’è tanta scuola concreta e vissuta (lo spiegano con dotta chiarezza Franca Pinto Minerva e Loredana Giannicola nei loro contributi introduttivi), tanta tensione etica, tanta passione civile, tanta entusiastica professionalità e non è un caso che il primo dei venti capitoletti in cui è diviso il libro è dedicato alla figura dell’insegnante, a questa persona che lascia il segno, che vede nella classe e nei soggetti che la formano il punto di incontro tra letteratura e vita.

Nei vari passaggi del libro si intravedono i tre momenti distinti ma interconnessi della dialettica tra docente, alunni e testi classici. Il docente si presenta come mediatore tra il classico e gli alunni (ed è qui che trova ragione l’elogio del Maestro, la rivendicazione della missione di questo “un po’ regista, un po’ sceneggiatore, un po’ attore” che accompagna i suoi allievi alla scoperta della loro identità); poi è il classico stesso che diventa mediatore tra docenti e alunni (qui entra in gioco la centralità del testo e scopri che il classico è un “libro-melograno”: lo apri e cominci ad assaporare tutta la ricchezza dei chicchi di cui uno richiama l’altro, una pagina ne richiama un’altra perché ti si presentano davanti “vite che sono la tua”, per richiamare la felice espressione di Paolo di Paolo); infine, accade che gli alunni si trasformino in mediatori tra il classico e i docenti (e in questo caso è il docente che si arricchisce grazie alla maturità e alla sensibilità dei suoi alunni; come Virgilio “maestro di vita ma non maestro a vita”, il docente si lascia raggiungere e superare dagli allievi perché –come ci ricorda il citato Kalhil Gibran- “Il maestro, se è saggio veramente, non vi offrirà di entrare nella casa della propria sapienza; vi condurrà fino alla soglia della vostra mente”). E –aggiungiamo noi- quando si arriva a questo livello di consapevolezza e di coinvolgimento emotivo nel processo educativo, allora si può finire per scrivere un libro come questo!

E seguendo Alessandra nel suo percorso (ogni tappa del quale può dare origine a tanti altri itinerari) -tra una possibile geografia dell’animo, ammirando Dante come esempio immortale di dignità umana o immaginando con Boccaccio la città dei giovani e delle donne o, ancora, immersi nell’amore puro di Cyrano e altro ancora…- si comprende quanto sia valida ed attuale la definizione di Italo Calvino secondo il quale “il classico è ciò che ci aiuta a definire noi stessi in relazione a lui”. In questo senso, i classici e, in generale, la magìa e la meraviglia della letteratura costituiscono un rimedio e una risposta ai fenomeni -che oggi sembrano inarrestabili- dell’ignavia, dell’ignoranza, dell’arroganza, del disprezzo dei diritti altrui, dell’opportunismo elevato a sistema, della corruzione morale e materiale …

Anche il libro di Alessandra è esso stesso un antidoto contro la sfiducia e la rassegnazione, un omaggio alla bellezza dell’educazione, un inno alla potenza magica della parola, è un esempio concreto di quel darsi con passione, responsabilità ed entusiasmo nella bella avventura di accompagnare i giovani verso la loro libertà e la piena realizzazione di se stessi”.  Antonio F. Pistoia


di Redazione | 03/04/2025

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