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Crosia (Cosenza) - Tenuta la seconda assemblea sinodale della vicaria di Longobucco


di ANTONIO IAPICHINO - I locali della parrocchia “San Francesco d’Assisi” della frazione Sorrento di Crosia hanno ospitato la seconda “Assemblea sinodale” della vicaria di Longobucco. La riunione è stata caratterizzata dal binomio "missione e fraternità". Un centinaio gli operatori pastorali che, insieme ai loro sacerdoti hanno aderito all’invito dell’Arcivescovo,  mons. Maurizio Aloise, che con le assemblee vicariali cerca di dare vita a quella mappa diocesana che raccoglie i segni di speranza presenti su ogni territorio vicariale. Nel suo messaggio di apertura l’Arcivescovo ha ricordato i segni di speranza raccolti nella tappa precedente legata al binomio "Evangelizzazione e Parola" come frutto dell' impegno che ogni comunità cerca di mettere in atto per dare concretezza alle indicazioni della Chiesa Italiana in questa fase profetica. L’incontro è stato preceduto dall'ascolto della Parola di Dio tratta dal libro degli Atti degli Apostoli ai cap. 8 e 9 per aiutare i partecipanti ad approfondire il tema della missione e della fraternità alla luce degli episodi che hanno segnato la prima comunità cristiana. Nel presentare il contesto in cui i testi si situano don Pietro Madeo, ha ricordato la situazione di persecuzione e di indifferenza che prepara l’incontro di Filippo con l' eunuco, la guarigione di uomo paralitico e la risurrezione di Tabita' a opera dell'apostolo Pietro. Le domande di attualizzazione sono state lo spunto da cui è partita la riflessione dei cinque gruppi che si sono interrogati sullo stile missionario e fraterno delle comunità, oggi. L’assemblea che ha raccolto i contributi di tutti ha cercato di individuare quei segni di speranza che, pur in un contesto caratterizzato da solitudine e isolamento tipici dei paesi di montagna, possono comunque attivare energie nuove per il bene di chi più soffre o è ai margini della società. L’Arcivescovo ha concluso l’incontro augurando a ciascuno di diventare sentinella attenta sul proprio territorio così da avviare quei processi di fraternità e missionarietà che meglio possano rispondere alle esigenze dei più lontani e bisognosi, siano essi anziani o giovani, famiglie tradizionali o coppie ferite, cristiani che non praticanti o persone di qualsiasi altro credo ecc.


di Redazione | 12/02/2025

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