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Mandatoriccio (Cosenza) - Gesù: ''Se vuoi, puoi purificarmi''


di DON MICHELE ROMANO - Il lebbroso del Vangelo di oggi (Lc 5, 12-16), è innanzitutto, una persona che ha fatto un doppio esercizio di umiltà: quello di riconoscere il suo male (con tutte le sue "conseguenze"), e quello di accettare Gesù, come suo Salvatore: "Signore, se vuoi, puoi purificarmi" (v 12b). Gesù, davanti a questo povero lebbroso, evitato da tutti, perché considerato "impuro" (Lv 13, 45), e costretto a vivere da emarginato nella società,
Gli manifesta tutta la tenerezza e la Misericordia di Dio, addirittura lo "tocca", dicendo: "Lo voglio, sii purificato" (v 13a). Provando ad immaginare la scena, Gesù avrebbe potuto benissimo limitarsi a guarirlo, con la semplice parola "Lo voglio", invece no, lo "tocca", contravvenendo, così, ad ogni legge di purità rituale. Quale insegnamento più bello, poteva offrirci: Alle parole, ha preferito la testimonianza diretta, il "contatto" fisico, scegliendo una relazione di prossimità, prima che di cura! Lui "tocca" colui che non poteva essere toccato! Sfonda, in tal modo, ogni "barriera" culturale e religiosa, perché preferisce identificarsi con quella umanità, piena di lebbra e di peccato. Gesù che non ha mai cercato la pubblicità, infatti: "gli ordinò di non dirlo a nessuno" (v 14a), subito dopo invia il lebbroso guarito, dai sacerdoti: "Và a mostrarti al sacerdote...!" (v 14b), quasi a dire: Perché constatino che, ciò che la Legge non può fare, è avvenuto: mondare l'uomo dalla morte. Questa disposizione di Gesù, commenta magistralmente Papa Francesco, mostra almeno tre cose. La prima: la grazia che agisce in noi, non cerca il sensazionalismo, perché essa si muove sempre con discrezione e senza clamore. La seconda: facendo verificare ufficialmente l'avvenuta guarigione ai sacerdoti, e celebrando un sacrificio espiatorio, il lebbroso veniva così, riammesso nella comunità dei credenti e nella vita sociale! Questo suo reintegro completava la guarigione! Infine, presentandosi ai sacerdoti, il lebbroso rende loro testimonianza riguardo a Gesù, e alla sua autorità Messianica. Solo il Signore Gesù, può riscattarci da una condizione di emarginazione e di indegnità, per renderci cittadini del suo Regno, perché: "Egli è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto" (Lc 19,10). Nella nostra Società e nella nostra vita, siamo abituati a *"dividere"* gli uomini, in buoni e cattivi, ricchi e poveri, sani e malati. Dio, invece, ama *"condividere"*, perché dinanzi a Lui, siamo tutti "figli", da amare e redimere! Gesù, oggi ci insegna, che non possiamo fare il bene, mantenendo le "distanze" dai nostri fratelli, o sentendoci superiori ad essi, ma ponendoci loro accanto, anzi chinandoci sulle loro ferite (questa è vera "compassione", ovvero: saper "soffrire con l'altro"). Anche se noi, tante volte, preferiamo "coprire", le nostre "lebbre" interiori, con atteggiamenti ipocriti ed insinceri, non dimentichiamo mai, che Dio è il nostro Padre, e non ci abbandona mai, se noi con fiducia ci rivolgiamo a Lui, perché, ci dice il Salmista: "Il Signore ascolta la mia supplica, il Signore accoglie la mia preghiera" ( Sal 6, 10). Il nostro, non è il Dio dei precetti e della teologia (fine a sé stessa!), ma è il Dio di Gesù Cristo, che si china sul dolore degli uomini, e "tocca" le loro ferite, sanandole alla radice, restituendo loro la dignità dei "figli". Con questa speranza nel cuore, auguro a voi tutti, di vivere una serena e santa giornata.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 11/01/2025

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