di DON MICHELE ROMANO - Nella pagina del Vangelo di oggi (Gv 1, 29-34), il Battista indica Gesù, come "il Figlio di Dio" (v 34); "Colui che toglie il peccato del mondo" (v 29). Ma, va precisato, che il verbo "toglie" non dobbiamo intenderlo nel senso (italiano!) di "elimina", ma nel senso latino del termine, che va tradotto con "sollevare". Sì, perché "tollit", è presente indicativo del verbo (irregolare) latino: Tollo, tollis, sustuli, sublatum, tollere - tradotto con "sollevare", ovvero, "prendere su di sé", "caricarsi di un peso", come a dire: Gesù non "sradica" il male dalla Terra (perché, se così fosse, non avremmo più, le " conseguenze" del Peccato!), ma ne porta il peso, si fa carico della vita e dei peccati di ognuno di noi, pur di Salvarci! Ora, senza esimere nessuno dai problemi, dalle fatiche, dalla sofferenza, e dalla morte, Lui, sottoponendosi a tutto questo, condividendo, cioè, la nostra fragilità umana, ci ha mostrato la strada da percorrere, ci ha indicato la Via in questo nostro pellegrinaggio terreno: È la strada dell'Amore, iniziata col Battesimo, fino alla nostra Risurrezione. Ora, secondo una corretta interpretazione biblica, sarebbe ottimale, pertanto (e qui, sento di "osare!"), pregare così: "Agnello di Dio, che ci hai "sollevato", che "hai preso su di te" (più che "togli") i peccati del mondo, abbi pietà di noi!" Giovanni Battista, vedendo Gesù che gli veniva incontro, esclama: "Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!" (v 29). Con questa designazione del Battista, l'Evangelista Giovanni, si richiama al Carme del Servo sofferente di Jahvèh, l'Innocente che "porta su di sé", il peccato dell'umanità: Egli portava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoli: "Egli si è caricato delle nostre sofferenze...!"
(Is 53, 4a); "Egli si addosserà le loro iniquità: (Is 53, 11b). L'Evangelista Giovanni, ci presenta Gesù, come l'Agnello-Servo, che si addossa le colpe degli uomini, e comunica loro la Vita nuova, con la sua morte in Croce: "Il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato" (1Gv 1, 7c). Con l'espressione "il peccato del mondo", Giovanni vuole insegnarci che rappresentano, non tanto i peccati (singoli o la totalità di essi), ma quella mentalità sbagliata del mondo, che si oppone a Dio. In fondo, è questo "rifiuto", che costituisce la causa e la radice di ogni peccato. Ecco perché Gesù, non ha assunto la funzione di Messia politico e trionfatore, ma quella del Messia umile e sofferente, lungi da ogni successo..., e per questo, non sarà né capito (e nè accettato!) dagli uomini (Gv 1, 26). Al Battista, al fiume Giordano, sarà svelato il mistero del Figlio di Dio, dove egli "vede lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui" (v 32). Qui lo Spirito che scende sotto forma di Colomba, è il simbolo dell'annuncio e della nascita, del "nuovo" Israele di Dio, che inizia proprio con Gesù, in maniera piena e stabile, fonte perenne di Salvezza, per tutti i futuri discepoli: "E la gente andava a farsi battezzare...!"
(Gv 3, 23b). Ognuno di noi, nella sua vita, almeno una volta ("certamente!"), ha avuto "prova" dell'esistenza di Dio e della sua Paternità, proprio come Gesù ce lo ha rivelato! Perciò sarebbe davvero bello e auspicabile, poter sperimentare anche oggi, nella nostra vita, quanto dichiarato dal Battista: "E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio" (v 34). Auguri, allora, per un sereno cammino di vita, in questo nuovo anno, appena iniziato.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 03/01/2025
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