di DON MICHELE ROMANO - Il brano Evangelico di oggi (Lc 1, 57-66), ci parla della nascita del Battista, Precursore di Gesù, nella prossimità del Santo Natale! Certamente, Giovanni è uno dei personaggi principali della Liturgia di Avvento, che invita con forza ("Voce di uno che "grida" nel deserto...!" (Lc 3, 4), a prepararci con la Preghiera e con la Penitenza, all'incontro col Signore, ormai prossimo, come recita la Preghiera di Colletta di stamane: "È ormai davanti a noi il Natale del tuo Figlio: ci soccorra nella nostra indegnità, il Verbo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Maria e si è degnato di abitare fra noi". Accogliamo, pertanto, questo pressante invito del Battista, perché il Signore è sempre lì, a bussare al nostro cuore, perché, è lì dove veramente vuole nascere: "Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3, 20). Per accogliere degnamente Gesù, Giovanni ci insegna che la virtù fondamentale, rimane sempre l'Umiltà del cuore. Centro di questo racconto, è proprio la questione del "nome" da dare al bambino.
Di lui, tutti si chiedevano: "Che sarà mai questo bambino?" (v 66). Ma, in fondo, è una domanda che ogni genitore dovrebbe farsi, perché i figli non appartengono ai Genitori, sono Dono di Dio: "Il Genitore - dice - K. Gibran, è solo l'arco che scocca la freccia, per farla volare lontano!" La nascita di Giovanni Battista, è davvero un Dono grande, perché attua l'inizio della Salvezza. Con la sua Nascita, illumina (e "riscatta") la vita di Zaccaria e di Elisabetta, e provoca la gioia e lo stupore dei parenti e dei vicini! Così, di ognuno di noi, dice il Profeta Isaia: "Il Signore ci ha disegnato con amore sul palmo della sua mano" (Is 49,16); "Fin dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome" (Is 49,1). È proprio così, ed il Salmista ce ne dà conferma: "Ti lodo perché mi hai fatto come un prodigio: (Sal 139,14). A chi, infatti, gli chiedeva il nome, Elisabetta, suscitando la loro meraviglia, e scegliendo un nome "estraneo", alla tradizione familiare ebraica, risponderà: "No! Si chiamerà Giovanni" ("Dono di Dio!"). Il suo compito, sarà proprio quello di convertire il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri..." (Ml 4, 24). È proprio questo, il patrimonio della "novità!" Ma a questo punto anche noi ci chiediamo: Com'è la nostra fede? Ci accontentiamo solo dei semplici atti di pietà, che compiamo per abitudine? Siamo stanchi e disamorati come Zaccaria? O sappiamo provare un senso di meraviglia e stupore, quando vediamo le opere del Signore, che si realizzano nella nostra vita, e nella vita degli altri? Siamo predisposti ad accettare le "sorprese" di Dio? Forse, questi ultimi giorni del Cammino di Avvento, dovremmo valorizzarli di più: Abbiamo tutti bisogno di un periodo di "silenzio", per imparare a meditare e a contemplare (vincendo, in tal modo, il nostro "mutismo" interiore!), contemplare le meraviglie di Dio, per consolidare ogni giorno il nostro Amore: "Nell'ascolto della sua Parola, che deve sempre più mettere radici nel cuore, crescere e fruttificare" (Lc 8,12ss). Non possiamo affidare la nostra fede, solo su quello che abbiamo imparato al Catechismo, tanti anni fa; occorre che ci apriamo al "nuovo", occorre davvero saper "osare", fare esperienze nuove, perché è il "nuovo", che ci fa vivere, diversamente, senza accorgecene, ci abituiamo a vivere in quel "mutismo" di Zaccaria, che ci rende sterili e vuoti. Giovanni, è per tutti noi, un'Icona esemplare: È stato uno che ha sempre incarnato la fede, fatta di valori assoluti: di deserto, di radicalità! Invece, quanti di noi, ahimè, preferiamo un Cristianesimo di facciata, accomodante, istituzionalizzato, più legato al Tempio, che al deserto, che ci furvia dalle tracce del Nazareno. Il Battista, ricorda al nostro essere Cristiani da poltrona e pantofole, che la passione per Dio e per la Verità, può anche portarci al rifiuto, all'incomprensione, fino a giungere al Martirio.
Accelleriamo, pertanto, solerti, il nostro cammino verso Betlemme, e facciamo nostra, questa Preghiera: "O Emmanuele, Dio- con- noi, attesa dei popoli e loro liberatore: vieni a salvarci con la tua venuta! Auguri e, avanti con gioia, nel prosieguo verso Betlemme!
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 23/12/2024
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