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Mandatoriccio (Cosenza) - La ''gioia'' si raddoppia se condivisa


di DON MICHELE ROMANO - Il Vangelo di questa IV Domenica di Avvento (Lc 1, 39-45), ci narra della Visita di Maria ad Elisabetta. "Quale migliore preparazione, per vivere bene il Santo Natale, ci dice Papa Francesco, perché questo ci insegna, il vero dinamismo della Fede e della Carità!"
"Maria si alzò e andò in fretta..." (v 39). Questa solerte e premurosa "Visita" (Non certo, come tante delle nostre, tipo "mordi e fuggi", dal momento che si protrasse per "tre mesi!") alla cugina Elisabetta, anziana e bisognosa di aiuto, mostra come Maria si preoccupi: prima degli altri, più che di sé stessa, dimostrando nei fatti, di essere già "discepola", di quel Signore che porta in grembo! L'incontro fra queste due Madri, è caratterizzato dalla "gioia": "Ecco appena il tuo saluto è giunto alle mie orecchie, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo..." (vv 44-45). Maria ci insegna, così, che si è più felici quando, innanzitutto, c'è Dio, nella nostra vita, e che la vera gioia si raddoppia, quando sappiamo condividerla, con chi ci sta accanto: "C'è più gioia nel dare che nel ricevere" (At 20, 35). A questo proposito, come non citare le splendide parole di Tagore: "Sognavo che la vita fosse gioia. Mi sono svegliato ed era servizio. Ho servito, e servendo ho trovato la gioia!" La parola latina "gaudium", esprime questa gioia profonda, intima: È la gioia di Maria, che ha appena ricevuto la notizia, che sarà Madre per opera dello Spirito Santo; una gioia incontenibile, che le darà la forza di superare, persino, le montagne della Galilea, per raggiungere la cittadina di "Ain Karim", in Giudea (una distanza di circa 150 km!?!), dove la cugina Elisabetta, per la sua "condizione", si era rifugiata!
Un "gaudio", che si riflette, così, anche nell'anima e sul volto della cugina Elisabetta e nel bambino, che "sussulta" di gioia nel suo seno: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo. A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me...?" (vv 42-43). C'è chi ha visto in questo "sussulto", il "Battesimo" stesso, di Gesù a Giovanni, direttamente da grembo a grembo; A lui, che, poi, sarà, il "Battezzatore" per eccellenza, arrivando a battezzare lo stesso Gesù!). Un saluto, che riecheggia le stesse parole, pronunciate da Davide, al sopraggiungere dell'Arca dell'Alleanza: "Come potrà venire da me L'Arca del Signore?" (2 Sam 6,9). Maria, diviene in tal modo, metàfora dell'Arca dell'Alleanza, del Nuovo Testamento: Nel suo grembo porta il Santo, la rivelazione di Dio, la fonte di ogni benedizione, la causa prima della gioia della Salvezza, il centro del nuovo culto. Il Cantico di lode di Elisabetta, finisce con le parole, che esaltano Maria: "Beata colei che ha creduto, nell'adempimento delle parole del Signore" (v 45), che a ben vedere, rappresenta: La prima "Beatitudine" del Vangelo! Maria, dice poi, il testo:
"Giunta a casa di Zaccaria, salutò Elisabetta!" Sembra una cosa strana; Zaccaria avrà pensato: "Come? Una viene a trovarmi, e non mi saluta? E non saluta il padrone di casa?" Forse Maria, è stata irrispettosa? Assolutamente no! Qui, Luca, ha voluto condividere, una chiara dimensione prospettica! Non dimentichiamo che, dopo l'annuncio dell'Angelo Gabriele, Zaccaria era stato refrattario, ed aveva rifiutato l'annuncio di Dio, rimanendo, di conseguenza, "muto!" Maria ed Elisabetta, invece, lo Spirito Santo lo avevano accolto! E questo Spirito le aveva riempite: non solo di un figlio, ma anche di una gioia e di una sensibilità, che Zaccaria non possedeva! Luca, quasi ci vuol dire: Solo chi è vivo, può capire la vita; solo chi è innamorato, può capire l'amore! Zaccaria, invece, non può capire,
perché non sa entusiasmarsi, non sa stupirsi, e meravigliarsi, in una parola: non ha la "gioia" nel cuore, come queste Donne! Lo Spirito Santo, non lo possiede, di già, il Sacerdote (Zaccaria), ma solo chi accoglie Dio (Elisabetta, che lei pure: "fu piena di Spirito Santo"- v 41). In questo S. Natale, infine, facciamo nostra, questa meravigliosa Alntifona della Chiesa, che ci ripropone i tre Titoli di Cristo, preannunciati dai Profeti: "Astro che sorgi (Zc 3, 8), splendore di luce eterna e sole di giustizia (Mal 3, 30); vieni, e illumina chi giace nelle tenebre e nell'ombra di morte (Is 9, 1). Con questa gioiosa speranza nel cuore, auguro a noi tutti, come Maria, di "alzarci, per raggiungere in fretta", la grotta di Betlemme, ormai vicina!


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 22/12/2024

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