di DON MICHELE ROMANO - La predicazione gioiosa, che oggi ci propone il Vangelo di Matteo (Mt 8, 5-11), è invito di salvezza, non solo per gli Ebrei, ma per l'intera umanità. Certo, per Matteo, buon Ebreo, che scrive il suo Vangelo per il "Popolo Eletto", questo episodio, in cui Gesù incrocia la fede di un Centurione Romano, che si fida talmente di Lui, sino al punto di dire: "Signore..., a me basta una tua parola e il mio servo sarà guarito" (v 8)! Ecco, allora, il conseguente miracolo di oggi: "Va', avvenga per te come hai creduto" (v 13). È un grande atto di fede e di libertà, apre cioè, all'Universalismo Salvifico! Infatti, San Paolo, ci ricorda che: "Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati" ( 1Tm 2, 4a), senza limiti o barriere, perché Gesù non guarda la razza, la nazione, la lingua, come ha fatto oggi col Centurione, perché il Signore, accoglie chiunque ripone in Lui la sua fiducia. Pertanto, affidiamoci totalmente anche noi, alla sua Parola di Salvezza! Sì perché Egli guarda, non ciò che guarda l'uomo, ma a Lui interessa il nostro cuore, vera culla dove accoglierla. La fede di questo Centurione, un pagano, che pure godeva di tanta autorità, si connota tuttavia di grande umiltà ("Non sono degno..."), così profonda da suscitare la meraviglia di Gesù, che gli riserva uno dei complimenti più belli del Vangelo: "In verità vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande" (v 10b). Anche la Chiesa, riconoscendone la bellezza e la preziosità, ha accolto ed inserito, nella Liturgia Eucaristica, questa straordinaria confessione di Fede: "Signore, io non sono degno "che tu venga nel mio cuore", ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato!" Perciò, accostiamoci fiduciosi al Cristo che "viene:, con quell'atteggiamento di umiltà, che genera la Speranza, la sola che ci aiuterà a "riconoscere" la nostra povertà, quale autentica strada di riconciliazione e di pace: con Dio, con noi stessi, e con gli altri! Oggi, purtroppo, il nostro mondo è caratterizzato dalla "frenesia", ovvero, da un ritmo così incalzante che ci impedisce persino di vedere chi ci sta accanto, ignorando tanti che per malattie o altre povertà, restano emarginati ed esclusi. Cafàrnao, diventa così metàfora delle nostre città, dove pure vivono tante persone, alcune conosciute, ma la maggior parte restano anonime.
È questa la sfida che ci attende, come cristiani: "Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25, 40). Purtroppo, oggi, la nostra fede è sempre alla ricerca di "Segni", ma la vera Fede, non è la somma di segni straordinari,l ma una fiducia in Qualcuno, che chiede solo di continuare a "fidarci di Lui", proprio come ha fatto oggi, il Centurione pagano. Auguro a tutti di cuore, un buon cammino di avvento!
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 02/12/2024
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