di DON MICHELE ROMANO - Il cieco che oggi è protagonista nel Vangelo di Luca (Lc 18, 35-43), è quel Bartimèo di Mc 10, 46 che ci dà un grande esempio di fede, gridando: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!" (v 38). Questo povero cieco, diventa così, "Icona" di tutta l'umanità, perché la nostra "vera cecità", è la non conoscenza di Dio, congiunta alla nostra presunzione di "vederci": "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane" (Gv 9, 41). Sarebbe così bello, anche per noi, sentirci poveri e indigenti, invece siamo talmente "ciechi", da non riconoscere il "Passaggio" di Dio nella nostra vita! Bartimèo (Lett. "Figlio onorabile"), avendo capito che stava passando Gesù, non si è vergognato del suo "status", ma anche di fronte a chi voleva zittirlo: "Lo rimproveravano perché tacesse" (v 39a), lui non cedette, anzi gridava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me" (v 39b). Che paradosso: Proprio chi avrebbe dovuto aiutarlo e commiserarlo, come la folla, i discepoli, ecc., erano addirittura infastiditi dalle sue grida: per loro era più importante il "pellegrinaggio" a Gerusalemme, che le grida e la disperazione di un povero cieco! Gesù però, non invita l'uomo a tacere, ma a venire da Lui. Che bell'esempio di tenacia nella fede, ci dà oggi Bartimèo. Sarebbe proprio il caso di imitarlo e ringraziarlo, per questa fiducia semplice, ma accorata, che finisce per disarmare Gesù, fino a commuoverlo: "Che cosa vuoi che io faccia per te?" (v 41a).
A questo punto, Bartimèo, senza tergiversazione alcuna, chiede con forza: "Signore, che io veda di nuovo!" (v 41b). Gesù, di fronte a tanta fede, gli disse: "Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato" (v 42). L'atteggiamento di questo povero cieco, è in netta contrapposizione con l'ottusità dei Giudei di allora (e degli stessi cristiani di oggi) che, come Tommaso, anche noi, spesso, provochiamo la "lamentela" di Gesù: "Non crediamo, se prima non vediamo e tocchiamo!"
Il cieco di Gerico, non ha bisogno di tutto questo, dimostra di "vederci" più acutamente di noi tutti, che ci consideriamo "vedenti". Bartimèo, in tal modo, è divenuto meritevole, della "Nona Beatitudine": "Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto" (Gv 20, 29). Solo la fede ci permette di Seguire Gesù: "La tua fede ti ha salvato. Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo..."(43a). Alla fine del racconto, tutti lodano Dio, vedendo quanto è accaduto. Questo evento miracoloso, deve essere per tutti noi, metàfora di un grande insegnamento: lasciarci trovare da questo Dio, che nel suo amore Paterno, ci cerca da sempre, "passandoci" accanto! Bartimèo ci insegna che, per poter "vedere" veramente, occorre da parte nostra quella risposta di fede, solo così otterremo il miracolo da Dio: la guarigione della nostra cecità: "Chi segue me, non camminerà nelle tenebre (dice Gesù), ma avrà la luce della vita" (Gv 8, 12). Anche noi, pertanto, rivolgiamo fiduciosa Preghiera a Lui, vero "collirio spirituale", il Solo capace di restituirci la vista, e ancor più, l'ottica del cuore. Auguro a tutti, di cuore, di trascorrere una serena e santa giornata.
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