di DON MICHELE ROMANO - La perseveranza nella Preghiera, che oggi Gesù ci raccomanda nel Vangelo (Lc 18, 1-8), diventa viva esortazione, a coltivare una intima ed ininterrotta comunione col Padre. L'umile constatazione della nostra situazione di indigenza (siamo tutti peccatori!), alimenta in noi l'innato bisogno di elevare lo spirito a Dio, nostro Padre e Creatore: siamo stati creati "a sua immagine e somiglianza" (Gen 1, 26).
È nella preghiera che troviamo pace e consolazione: "Il mio bene è stare vicino a Dio; nel Signore Dio ho posto il mio rifugio" (Sal 73, 28). Sono tanti i modi di rivolgerci a Dio: con la Preghiera di lode, di supplica, di ringraziamento, ma soprattutto, di fiducia nel suo Amore di Padre, che aspetta ogni giorno di stabilire con l'uomo, questo "dolce amoroso colloquio dell'anima con Lui" (Sant'Agostino). Tuttavia, non dobbiamo mai confondere la Preghiera, "respiro" della nostra Anima, come la sottoscrizione di una "polizza assicurativa" totale con Dio, perché, pur rivolgendoci a Lui, con grande fede e amore, nella sua infinita Sapienza, Egli ci ascolta e ci dona, non sempre ciò che chiediamo, ma ciò che più giova alla nostra Salvezza, con i suoi modi, e nei suoi tempi. La Preghiera diventa, così, voce della nostra fede, a Dio, che mai ha disatteso una nostra preghiera, che costituisce la nostra "forza"... e connota la Sua "debolezza". "Solo la preghiera può vincere Dio", ci dice Tertulliano! Certamente, il Signore..., farà "giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di Lui" (v 7). Sperimentiamo così, da una parte, la paternità di Dio che, pur restando abitanti di questa terra, ci invita a vivere da "cittadini" del Cielo. Prioritario, è ristabilire la giusta "gerarchia di valori", prediligendo i "veri beni" (eterni), ed operando un doveroso distacco dai bene della terra! Questo ci darà l'opportunità di rinsaldare la fraternità fra di noi, in un clima di misericordia e di pace! È anche importante sottolineare, come Gesù, nei Vangeli usi l'avverbio "sempre", soprattutto in due circostanze: La prima è quando ci raccomanda la Preghiera (e l'odierna Parabola del giudice disonesto, va a confermare questa necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai" (v 1). La seconda, quando ci raccomanda i poveri: "I poveri, infatti, li avete sempre con voi..., ma non sempre avete me" (Mt 14, 7). Infine, la Preghiera ci aiuta a ridimensionare la nostra "autosufficienza", a prendere coscienza delle nostre debolezze, e ci aiuta a sperimentare la bontà e la potenza di Dio.
Commovente l'ultimo interrogativo, che Gesù, si (e ci) pone: "Quando ritornerò (per il Giudizio finale) troverò ancora la fede sulla terra? (v 8). Per l'eventuale risposta qui, non possiamo "delegare" nessuno, ognuno di noi è chiamato a rispondere personalmente, anche se, purtroppo, constatiamo che le Chiese si stanno svuotando, e le nostre Parrocchie rischiano di diventare solo "distributori di Sacramenti". Gesù non si riferisce ,certo, alle strutture, ma Lui si augura di trovare la fede sulla terra in ognuno di noi, come ci raccomanda San Paolo: "Questo è il tempo della "centralità della Parola". Dobbiamo impegnarci a conoscere sempre più e meglio, la Sacra Scrittura: troppi non la conoscono, o si accontentano, nella loro fede, delle poche nozioni imparate al catechismo da bambini. Pertanto, il Signore ci chiede di essere e vivere da "adulti" nella fede, solo così potremo rispondere alla sua "preoccupante" (sia per
Lui, che per noil) domanda, rispondendo: "Sì, o Signore, io credo che Tu sei il mio Maestro è il mio Dio!". Auguro a tutti di cuore, una serena e santa giornata.
di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 16/11/2024
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