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Mandatoriccio (Cosenza) - Malattia subdola: l'ansia di Riconoscimento!


di DON MICHELE ROMANO - In questa XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B), la Liturgia della Parola ci propone due figure contrapposte, due Vedove: quella di Sarepta di Sidòne, che aiuta il profeta Elia ("con un pugno di farina e un po' d'olio"), e quella del Vangelo di oggi (Mc 12, 38-44), che offre i suoi "due spiccioli". Entrambe, offrono "tutto quanto avevano per vivere" (v 44). Questa loro generosità, acquista un valore ancora più manifesto, se confrontata con l'atteggiamento dei ricchi spavaldi, e degli scribi che "divoravano le case delle vedove" (v 40a), tipico di un sistema religioso che spadroneggiava sui più deboli, pur di appagare la loro "voracità", collegata all'ansia di apparire: "Pregano a lungo per farsi vedere..."! Riceveranno una condanna più severa" (40 b). Gesù invita a "guardarsi" da questi tipi di scribi, che amano vivere di apparenza, di visibilità: "Amano le lunghe vesti, i saluti nelle piazze, sempre i primi posti" (vv 38-39). Una vita davvero "misera", una vita che sono gli altri a dar loro, attraverso il loro "sguardo", quasi a dipendere dal loro apprezzamento, per essere notati, riconosciuti, apprezzati ("Poveri ricchi"!). È una malattia subdola, che, in verità, potremo definire: "Ansia di riconoscimento". Purtroppo, siamo tutti minacciati da questa tentazione, il cui sintomo primario si cela nella "vanagloria" ("Vana"-appunto!), che può insidiarsi nel nostro cuore, quale "paura di non essere, paura di cadere nell'oblio!" A questi atteggiamenti degli scribi che osannavano "la superficie" (Solo"per farsi vedere!"), e la quantità ("Molte monete!"), si contrappone lo "sguardo" profondo di Gesù, che si posa su una povera Vedova (Mendicante, che dipende, cioè, dagli altri!), in possesso di solo due monetine..., e le dà tutte e due, senza trattenere nulla per sé. Offre tutto al Signore, cura la relazione con Lui, ha consegnato tutto nelle sue mani, confida nella sua Provvidenza!
È in questa antitesi, che dobbiamo cogliere la bellezza di "passare" dalla logica del mondo, che privilegia la ricchezza (Mammona-il Dio Denaro!), alla Sapienza della Croce, proprio come Gesù che: "Da ricco che era si è fatto povero..., perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà" (2Cor 8, 9). Notiamo, infine, che questa è l'ultima pericope del Vangelo di Marco, prima del discorso sulla fine dei tempi di Gesù, a cui fa seguito la narrazione della Passione, quasi a volerci consegnare l'ultima immagine della sua vita pubblica, prima di entrare nella grandiosa narrazione della Pasqua. Leggiamo questo insegnamento di Gesù, quale metàfora del nostro rapporto con Dio, che non accetta compromessi o ipocrisie (il Vangelo, in questo, è "radicale!"): O viviamo dello sguardo degli altri (Puntando tutto sull'apparire, sul protagonismo...), o spostiamo il baricentro della nostra vita, avvalendoci dello sguardo di Dio, nostra vita e salvezza! Mettiamo tutto nelle sue mani, tanto, davanti a Lui, per "essere", non vale lo "Stato patrimoniale", o l'ISEE, ma bastano quei "due spiccioli", sempre, se dati, con Amore! Auguro a tutti di cuore, di trascorrere una serena e santa domenica.


di Rubrica autogestita dalla parrocchia "San Giuseppe" Mandatoriccio Mare | 10/11/2024

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